Tag: tartufo

Come sarà il cibo del futuro? Sarà più buono, perché più naturale? o più tecnologico e liofilizzato. TrufflEat

Sin dall’inizio occorre sottolineare che omogeneizzati e liofilizzati hanno le stesse caratteristiche nutrizionali. Il processo produttivo e le modalità di conservazione sono invece i soli due aspetti che ne determinano le differenze. La liofilizzazione è un procedimento davvero complesso; è un mix tra congelamento a basse temperature ed essiccazione, e il prodotto finito è una polverina più o meno granulosa.

Gli alimenti che vengono generalmente sottoposti ad un processo di liofilizzazione sono: caffè, camomilla, succhi di frutta, tè, patate, frutta esotica, farmaci, alimenti per bambini e l’infanzia, oppure prodotti dietetici.

Poiché gli alimenti liofilizzati occupano poco spazio, sono a lunga conservazione e mantengono intatte le loro proprietà nutritive e organolettiche, vengono anche utilizzati dagli astronauti in missione, le quali possono durare anche per molti mesi durante i quali non possono ricevere approvvigionamenti.

Come detto il principio della alimentazione che sin dalla nascita si fa uso degli omogenizzati per poi passare ai liofilizzati, questo concetto nutrizionale, sempre più sta crescendo , tanto è che ora ora anche i piatti al tartufo , troviamo sul mercato liofilizzati , sia Bianco che Nero.

Rispetto alle tradizionali tecniche di conservazione, la liofilizzazione è l’unica che consente di conservare il TARTUFO per un lunghissimo periodo (oltre due anni) senza la necessità del frigorifero, mantenendo l’aroma e fragranza del Tartufo fresco.
per finire quanto è vantaggioso il principio della liofilizzazione.
Questo tipo di conservazione consta di numerosi vantaggi, di fatto gli alimenti liofilizzati possono essere conservati a temperatura ambiente e per lungo tempo, le loro caratteristiche organolettiche, dunque gusto, colore, profumo, nonché tutte le proprietà nutritive restano inalterate, subiscono solo delle lievi modifiche strutturali, possono inoltre essere reidratati facilmente attraverso l’aggiunta di liquidi ed infine sono estremamente leggeri, essendo stati ridotti in polvere, e dunque possono essere trasportati con estrema facilità.
Truffleat.com Roberto Ugolini

Va fatto il tesserino per raccolta dei tartufi qui il calendario regione per regione – truffleat.com

 

Tuber Aestivum – Tartufo Estivo / Scorzone

Regione Apertura Chiusura
Abruzzo 15 Maggio. 31 Agosto.

Abruzzo 1° Ottobre. 31 Dicembre.
Aquila 1 Giugno. 15 Settembre.
Basilicata 1° Maggio. 30 Novembre.
Calabria 15 Aprile. 30 Novembre.
Campania 1° Maggio. 30 Novembre.
Emilia Romagna Pianura 1° Maggio. 30 Giugno.
Emilia Romagna Collina 1° Maggio. 31 Luglio.
Piacenza Collina 1° Maggio 30 Novembre.
Friuli Venezia Giulia 1° Maggio. 30 Novembre.
Lazio 1° Maggio. 30 Novembre.
Liguria 1° Maggio. 30 Novembre.
Lombardia 15 Luglio. 30 Novembre.
Pavia 15 Giugno. 30 Agosto.
Pavia 15 Settembre. 30 Novembre.
Brescia 1° Giugno. 30 Novembre.
Marche 1° Giugno. 31 Agosto.
Molise 10 Maggio. 30 Agosto.
Piemonte 1° Giugno. 31 Agosto.
Piemonte 21 Settembre. 30 Novembre.
Puglia 1° Maggio. 30 Novembre.
Sardegna 1° Maggio. 30 Novembre.
Sicilia 1° Maggio. 30 Novembre.
Toscana 1° Giugno. 30 Novembre.
Trentino 1° Luglio 30 Novembre.
Umbria Ultima domenica di Maggio 31 Agosto.
Valle D’Aosta 1° Maggio 30 Novembre.
Veneto 1° Maggio. 30 Novembre.

http://www.truffleat.com info@truffleat.com

Trufflebar, La pazzia dei Thailandesi per il Tartufo a Bangkok

Gli amanti del tartufo si rallegrano! La Thailandia è ufficialmente sulla mappa del tartufo mondiale in seguito alla scoperta del tubero magnatum, o tartufo bianco, che cresce nelle foreste della provincia di Chiang Mai.
Se non sei un intenditore di cibo, è probabile che tu non sappia nemmeno cos’è un tartufo. Non stiamo parlando di quelle cose cioccolate che mangi per dessert. Questi sono i veri tartufi, quelli che costano una fortuna e sono apprezzati dai buongustai di tutto il mondo. Con il lancio della guida Michelin Bangkok a fine 2017, la Thailandia è diventata davvero una destinazione culinaria mondiale e molti tartufi si stanno facendo strada nei menu raffinati che grazie a Roberto Ugolini con la soc. Truffleat , importa da 7 anni dall’Italia in Thailandia. Ma oggi, Land of Smiles sta compiendo un ulteriore passo avanti, con non solo i ristoranti di tartufo che vengono lanciati a Bangkok, ma con la sorprendente scoperta del tubero magnatum, il pregiato tartufo bianco stesso, che in realtà cresce in una foresta nel nord della Thailandia. Questa scoperta colloca la Thailandia sulla mappa mondiale del tartufo, sfidando l’idea che il tartufo non può crescere nel suolo tropicale. Il tartufo è il nome comune dato a un fungo ipogeo che appartiene al genere tubero. Crescono sottoterra, principalmente vicino alle radici di querce e olmi e sembrano piuttosto un pezzo di zenzero verrucano e nodoso o addirittura di patata. Nascosti sotto il suolo, i tartufi sono estremamente difficili da trovare. In origine, i maiali venivano addestrati a “cacciare” per loro, mentre ora sono i cani a trovarli , poiché avevano un senso dell’olfatto superiore e poiché il tartufo in realtà odora di testosterone maschile per la signora suina! Tuttavia, i maiali tendevano a mangiare i tartufi una volta trovati, e quindi sono stati successivamente sostituiti da cani addestrati per fiutare i pregiati tuberi. I cani vengono addestrati da quando sono cuccioli a riconoscere il profumo muschiato dei tuberi, quindi conducono i cacciatori di tartufi nei punti giusti da dove iniziano gli scavi. Dato il duro lavoro in questione, si può capire perché i tartufi sono così costosi. I tartufi neri vendono fino a 3.500 USD per un chilogrammo, mentre i famosi tartufi bianchi (che fino ad ora erano stati trovati solo ad Alba, in Piemonte, in Italia) costano quasi il doppio 7.000 USD. Tutto ciò rappresenta una buona notizia per la potenziale coltivazione del tartufo tailandese, poiché i ricercatori dell’Università di Chiang Mai hanno trovato un tartufo che hanno chiamato tuber thailanddicum, così come il tuber magnatum, che è lo stesso dei funghi preferiti di Alba.
Di ritorno a Bangkok, lascia gli scavi ai cani e fai un giro al Trufflebar, il primo vero ristorante al tartufo della città. Urbani Truffle Bar and Restaurant, amministrato da Roberto Ugolini, http://www.trufflebar.com, arroccato al 39 ° piano dell’edificio di Sathorn Square e affacciato sul paesaggio abbagliante, propone menu di degustazione di cinque portate in mostra il fragrante tartufi importati. Qui vengono utilizzati carni e frutti di mare della migliore qualità, dalla carne di manzo giapponese di Kobe alle spigole, ippoglossi o filetti australiani importati, tutti magnificamente presentati su piatti creativi in cui i tartufi sono stati grattugiati, conditi o intrecciati. Vieni qui durante l’autunno, la stagione del raro tartufo bianco (che non può essere congelato e deve essere mangiato con alcune settimane di dissotterramento), e scava in una tagliatelle alla carbonara fatta in casa, servita con tuorlo d’uovo sous vide, pancetta e fette di tartufo bianco, i cui sapori sono liberati dal calore della pasta, con un sapore abbastanza celeste da giustificare il loro soprannome italiano di “tartufo della Madonna bianca”.
Se qualcuno fosse curioso di sapere dove trovare tartufi bianchi freschi e tartufi neri freschi o molti altri prodotti contenenti tartufi, TrufflEat.com è una società che si concentra sull’importazione di tartufi in Thailandia su base settimanale. Per qualsiasi domanda si prega di contattare la seguente e-mail info@truflleat.com o numero, +66811331337 o +66616164141 sigra Sirilak Wanmuang Direttore TrufflEat Bangkok

Con Caffeina si accendono le luci sul campo di Villanova. Attori e vecchie glorie danno il calcio d’inizio

Foto di gruppo per la Nazionale attori (in bianco) e le vecchie glorie della Viterbese
di Andrea Arena
Ore 19.13, e luce fu. L’accende il vescovo Lino Fumagalli, arrivato col quarto d’ora episcopale di ritardo (causa cresime) in questo spicchio di città tra la Cassia e i palazzoni, quartiere Villanova, una delle prime appendici di quella periferia residenziale viterbese che oggi è diventata più grande e forse pure meno verace.

“Un gol per l’oratorio”, si chiama questo sabato sera lontano dagli spritz. Siamo al campo sportivo parrocchiale, creato da don Armando Marini quarant’anni fa e oggi ereditato da don Emanuele Germani, il padrone di casa, quello che lo ha reso moderno, comodo, sicuro. E infatti oggi sono tutti qui per accendere le luci, il nuovo mirabolante impianto di illuminazione a led finanziato dalla Fondazione Caffeina (e dal suo socio della prima ora Carlo Rovelli) e pronto a risplendere. Un sistema all’avanguardia, basso consumo e grande resa, che toglierà dal buio le lunghe serate invernali dei bambini e i ragazzi che vengono a fare calcio in questo posto, anche coi colori del neonato Villanova Fc.

«Buona partita a tutti», dice sua eminenza dopo la benedizione, e si comincia a giocare, per la partita inaugurale. Da una parte, le vecchie glorie della Viterbese: una carrellata di ex giocatori che attraversa gli anni Ottanta (Aspromonte, Bettiol, Coletta, Carbone, Checco Arcangeli, Siddi, Turchetti, Proietti Palombi), accarezza i Novanta (Fimiani, Del Canuto, Barbaranelli, Guernier, Valentini) e sfonda nei Duemila (Riccardo Bonucci, Ingiosi, Santoruvo). Dall’altra, la Nazionale italiana attori, squadra itinerante che si muove per scopi benefici e che per l’occasione schiera reduci dai vari reality come Brice Martinet e Andrea Preti, attori come Fabrizio Rocca, sportivi come Stefano Pantano (idolo della spada olimpica) e registi come Giulio Base. Allenatore, l’ex portiere della Lazio Fernando Orsi, detto Nando. Tutti, comunque, applauditissime dalle ragazzine (e dalle mamme) in tribuna, che evidentemente conoscono le loro gesta. L’arbitro è viterbese: Rinaldo Menicacci, assistenti Prota e Pepponi.

Inni nazionali – quello pontificio per primo – saluto delle autorità e della ex miss Italia Alice, fotografatissima, spettacolo degli sbandieratori e della banda musicale di Bassano in Teverina, e via, si gioca. Passano tre minuti e la Viterbese è in vantaggio: segna Vincenzo Santoruvo, e nella testa del tifoso nostalgico si aprono praterie di ricordi e di illusioni. Per gli attori, pareggia Fabrizio Romondini, che in realtà è un ex calciatore pure lui, ed ex gialloblu pure (pochi mesi nella prima squadra della gestione Camilli, cinque anni fa). La storia che s’incrocia, si mischia con le prime gocce di pioggia, prima che si perda il conto dei gol, in una serata in cui il risultato non conta, ma conta solo la luce.

Se Roma piange… Berlino si dispera!

Fiorenzo Fraioli

La solitudine dei numeri reali
[Volantino strategico n°4]

I “numeri reali”, che descrivono le ragioni della crisi, i suoi costi e chi li paga, vagano sconsolati in un piccolo angolo della grande rete. Si erano preparati ad una stagione di notorietà, credevano di diventare delle star e, per questo, si erano fatti belli, vestendosi di grafici colorati, tabelle eleganti, infografiche da urlo. Tutto inutile, perché la scena viene occupata dai loro nemici di sempre: i beceri luoghi comuni.

Se Roma piange… Berlino si dispera!

Lo scivolone a fine gennaio 2013 delle quotazioni del Monte dei Paschi di Siena (MPS), da 0.26 a 0.22 €/azione, non è che l’ultimo di una lunga serie. Il titolo, che valeva oltre 5 €/azione poco più di cinque anni fa, ha perso, rispetto ai massimi, il 96% del suo valore.  Anche altre grandi banche italiane vengono considerate a rischio, contribuendo a diffondere la percezione di un paese allo sbando. L’esame dei numeri reali (e ufficiali) che descrivono lo stato dei sistemi bancari europei ci rivela, tuttavia, un quadro assolutamente inaspettato.

  • La leva finanziaria è un fondamentale indicatore che misura il rapporto tra i prestiti erogati e il patrimonio: più esso è alto, tanto più le banche sono esposte al rischio di fallimento. Il suo valore, per le banche italiane, vale in media 17, ed  è inferiore alla media europea di 24. Per le banche inglesi vale 27, per quelle tedesche 26, per quelle francesi 25.(1)
  • L’incidenza dei derivati sull’attivo delle banche italiane è del 9,6%, in Olanda del 9,0%,  in Spagna del 9,2%, in Francia del 20,3%, nei Paesi scandinavi del 20,4%, in Inghilterra del 25,3%, in Germania del 33,3%, In Svizzera è del 40,9%. (2)

Sebbene mal messi, tra i sistemi bancari più “solidi”, secondo i dati ufficiali, ci sono dunque quelli di Italia e Spagna, sebbene entrambi i paesi siano accusati di essere tra i responsabili della crisi della moneta unica.

Qualcuno potrebbe obiettare che la solidità delle banche italiane e spagnole sia una conseguenza di pesanti interventi statali, ma, ancora una volta, i numeri reali raccontano un’altra storia. Un studio della divisione R&S di Mediobanca(3) rivela che ben 437 banche del Vecchio Continente hanno beneficiato, negli ultimi anni, di aiuti da parte degli Stati, per un totale di circa 2.700 mld di euro. In testa l’Inghilterra con 1.200 miliardi, seguita da Germania (420), Irlanda (222), Belgio (197), Olanda (133), Francia (129). L’Italia  ha impegnato solo 123 miliardi, per sovrappiù quasi tutti non a fondo perduto, ma nella forma di contributi concessi come garanzie su emissioni obbligazionarie delle banche.

ORA FATE ATTENZIONE

Nel volantino strategico n°1 abbiamo dimostrato come il debito pubblico italiano sia stato causato dagli alti tassi di interesse conseguenti al “divorzio tesoro Banca d’Italia”; nel volantino strategico n°2 che la spesa pubblica dei PIIGS è inferiore, o al più pari, alla media europea, con la sola eccezione della piccola Grecia; nel volantino strategico n°3che l’Italia ha finanze pubbliche, certificate dalla Commissione Europea, tra le più “sostenibili” nel medio periodo, e più “sostenibili” in assoluto nel lungo; Ora scopriamo che i maggiori istituti di ricerca certificano che i sistemi bancari più esposti sono quelli inglesi, tedeschi, irlandesi, olandesi e belgi, pur avendo ricevuto più aiuti statali! Tutto ciò non è forse meraviglioso e sorprendente? E’ possibile che, all’origine della crisi, ci sia qualcosa di non detto, che pochi hanno il coraggio di denunciare?

Ricorda: la prima vittima della crisi è la verità!

Vai sul blog lasolitudinedeinumerireali.blogspot.com, scarica questo volantino e stampane le copie che vuoi. Poi, regalale ai tuoi amici!

Note:

  1. Rapporto sulla stabilità finanziaria (Banca d’Italia – nov. 2012) – vedi pag.42
  2. DATI CUMULATIVI DELLE PRINCIPALI BANCHE INTERNAZIONALI (Mediobanca R&S) – vedi pag.67
  3. INTERVENTI DEI GOVERNI NAZIONALI A FAVORE DELLE BANCHE E DEGLI ISTITUTI FINANZIARI IN EUROPA E NEGLI STATI UNITI DAL SETTEMBRE 2007 AL GIUGNO 2012 – vedi pag.6
La solitudine dei numeri reali
[Volantino strategico n°4]

I “numeri reali”, che descrivono le ragioni della crisi, i suoi costi e chi li paga, vagano sconsolati in un piccolo angolo della grande rete. Si erano preparati ad una stagione di notorietà, credevano di diventare delle star e, per questo, si erano fatti belli, vestendosi di grafici colorati, tabelle eleganti, infografiche da urlo. Tutto inutile, perché la scena viene occupata dai loro nemici di sempre: i beceri luoghi comuni.

Se Roma piange… Berlino si dispera!

Lo scivolone a fine gennaio 2013 delle quotazioni del Monte dei Paschi di Siena (MPS), da 0.26 a 0.22 €/azione, non è che l’ultimo di una lunga serie. Il titolo, che valeva oltre 5 €/azione poco più di cinque anni fa, ha perso, rispetto ai massimi, il 96% del suo valore.  Anche altre grandi banche italiane vengono considerate a rischio, contribuendo a diffondere la percezione di un paese allo sbando. L’esame dei numeri reali (e ufficiali) che descrivono lo stato dei sistemi bancari europei ci rivela, tuttavia, un quadro assolutamente inaspettato.

  • La leva finanziaria è un fondamentale indicatore che misura il rapporto tra i prestiti erogati e il patrimonio: più esso è alto, tanto più le banche sono esposte al rischio di fallimento. Il suo valore, per le banche italiane, vale in media 17, ed  è inferiore alla media europea di 24. Per le banche inglesi vale 27, per quelle tedesche 26, per quelle francesi 25.(1)
  • L’incidenza dei derivati sull’attivo delle banche italiane è del 9,6%, in Olanda del 9,0%,  in Spagna del 9,2%, in Francia del 20,3%, nei Paesi scandinavi del 20,4%, in Inghilterra del 25,3%, in Germania del 33,3%, In Svizzera è del 40,9%. (2)

Sebbene mal messi, tra i sistemi bancari più “solidi”, secondo i dati ufficiali, ci sono dunque quelli di Italia e Spagna, sebbene entrambi i paesi siano accusati di essere tra i responsabili della crisi della moneta unica.

Qualcuno potrebbe obiettare che la solidità delle banche italiane e spagnole sia una conseguenza di pesanti interventi statali, ma, ancora una volta, i numeri reali raccontano un’altra storia. Un studio della divisione R&S di Mediobanca(3) rivela che ben 437 banche del Vecchio Continente hanno beneficiato, negli ultimi anni, di aiuti da parte degli Stati, per un totale di circa 2.700 mld di euro. In testa l’Inghilterra con 1.200 miliardi, seguita da Germania (420), Irlanda (222), Belgio (197), Olanda (133), Francia (129). L’Italia  ha impegnato solo 123 miliardi, per sovrappiù quasi tutti non a fondo perduto, ma nella forma di contributi concessi come garanzie su emissioni obbligazionarie delle banche.

ORA FATE ATTENZIONE

Nel volantino strategico n°1 abbiamo dimostrato come il debito pubblico italiano sia stato causato dagli alti tassi di interesse conseguenti al “divorzio tesoro Banca d’Italia”; nel volantino strategico n°2 che la spesa pubblica dei PIIGS è inferiore, o al più pari, alla media europea, con la sola eccezione della piccola Grecia; nel volantino strategico n°3che l’Italia ha finanze pubbliche, certificate dalla Commissione Europea, tra le più “sostenibili” nel medio periodo, e più “sostenibili” in assoluto nel lungo; Ora scopriamo che i maggiori istituti di ricerca certificano che i sistemi bancari più esposti sono quelli inglesi, tedeschi, irlandesi, olandesi e belgi, pur avendo ricevuto più aiuti statali! Tutto ciò non è forse meraviglioso e sorprendente? E’ possibile che, all’origine della crisi, ci sia qualcosa di non detto, che pochi hanno il coraggio di denunciare?

Ricorda: la prima vittima della crisi è la verità!

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Note:

  1. Rapporto sulla stabilità finanziaria (Banca d’Italia – nov. 2012) – vedi pag.42
  2. DATI CUMULATIVI DELLE PRINCIPALI BANCHE INTERNAZIONALI (Mediobanca R&S) – vedi pag.67
  3. INTERVENTI DEI GOVERNI NAZIONALI A FAVORE DELLE BANCHE E DEGLI ISTITUTI FINANZIARI IN EUROPA E NEGLI STATI UNITI DAL SETTEMBRE 2007 AL GIUGNO 2012 – vedi pag.6

Fiorenzo Fraioli: Se Roma piange… Berlino si dispera!

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[Volantino strategico n°4]

I “numeri reali”, che descrivono le ragioni della crisi, i suoi costi e chi li paga, vagano sconsolati in un piccolo angolo della grande rete. Si erano preparati ad una stagione di notorietà, credevano di diventare delle star e, per questo, si erano fatti belli, vestendosi di grafici colorati, tabelle eleganti, infografiche da urlo. Tutto inutile, perché la scena viene occupata dai loro nemici di sempre: i beceri luoghi comuni.

Se Roma piange… Berlino si dispera!

Lo scivolone a fine gennaio 2013 delle quotazioni del Monte dei Paschi di Siena (MPS), da 0.26 a 0.22 €/azione, non è che l’ultimo di una lunga serie. Il titolo, che valeva oltre 5 €/azione poco più di cinque anni fa, ha perso, rispetto ai massimi, il 96% del suo valore.  Anche altre grandi banche italiane vengono considerate a rischio, contribuendo a diffondere la percezione di un paese allo sbando. L’esame dei numeri reali (e ufficiali) che descrivono lo stato dei sistemi bancari europei ci rivela, tuttavia, un quadro assolutamente inaspettato.

  • La leva finanziaria è un fondamentale indicatore che misura il rapporto tra i prestiti erogati e il patrimonio: più esso è alto, tanto più le banche sono esposte al rischio di fallimento. Il suo valore, per le banche italiane, vale in media 17, ed  è inferiore alla media europea di 24. Per le banche inglesi vale 27, per quelle tedesche 26, per quelle francesi 25.(1)
  • L’incidenza dei derivati sull’attivo delle banche italiane è del 9,6%, in Olanda del 9,0%,  in Spagna del 9,2%, in Francia del 20,3%, nei Paesi scandinavi del 20,4%, in Inghilterra del 25,3%, in Germania del 33,3%, In Svizzera è del 40,9%. (2)

Sebbene mal messi, tra i sistemi bancari più “solidi”, secondo i dati ufficiali, ci sono dunque quelli di Italia e Spagna, sebbene entrambi i paesi siano accusati di essere tra i responsabili della crisi della moneta unica.

Qualcuno potrebbe obiettare che la solidità delle banche italiane e spagnole sia una conseguenza di pesanti interventi statali, ma, ancora una volta, i numeri reali raccontano un’altra storia. Un studio della divisione R&S di Mediobanca(3) rivela che ben 437 banche del Vecchio Continente hanno beneficiato, negli ultimi anni, di aiuti da parte degli Stati, per un totale di circa 2.700 mld di euro. In testa l’Inghilterra con 1.200 miliardi, seguita da Germania (420), Irlanda (222), Belgio (197), Olanda (133), Francia (129). L’Italia  ha impegnato solo 123 miliardi, per sovrappiù quasi tutti non a fondo perduto, ma nella forma di contributi concessi come garanzie su emissioni obbligazionarie delle banche.

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Nel volantino strategico n°1 abbiamo dimostrato come il debito pubblico italiano sia stato causato dagli alti tassi di interesse conseguenti al “divorzio tesoro Banca d’Italia”; nel volantino strategico n°2 che la spesa pubblica dei PIIGS è inferiore, o al più pari, alla media europea, con la sola eccezione della piccola Grecia; nel volantino strategico n°3che l’Italia ha finanze pubbliche, certificate dalla Commissione Europea, tra le più “sostenibili” nel medio periodo, e più “sostenibili” in assoluto nel lungo; Ora scopriamo che i maggiori istituti di ricerca certificano che i sistemi bancari più esposti sono quelli inglesi, tedeschi, irlandesi, olandesi e belgi, pur avendo ricevuto più aiuti statali! Tutto ciò non è forse meraviglioso e sorprendente? E’ possibile che, all’origine della crisi, ci sia qualcosa di non detto, che pochi hanno il coraggio di denunciare?

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Note:

  1. Rapporto sulla stabilità finanziaria (Banca d’Italia – nov. 2012) – vedi pag.42
  2. DATI CUMULATIVI DELLE PRINCIPALI BANCHE INTERNAZIONALI (Mediobanca R&S) – vedi pag.67
  3. INTERVENTI DEI GOVERNI NAZIONALI A FAVORE DELLE BANCHE E DEGLI ISTITUTI FINANZIARI IN EUROPA E NEGLI STATI UNITI DAL SETTEMBRE 2007 AL GIUGNO 2012 – vedi pag.6

fonte: http://egodellarete.blogspot.it/2013/09/egodellarete.html

 

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[Volantino strategico n°4]

I “numeri reali”, che descrivono le ragioni della crisi, i suoi costi e chi li paga, vagano sconsolati in un piccolo angolo della grande rete. Si erano preparati ad una stagione di notorietà, credevano di diventare delle star e, per questo, si erano fatti belli, vestendosi di grafici colorati, tabelle eleganti, infografiche da urlo. Tutto inutile, perché la scena viene occupata dai loro nemici di sempre: i beceri luoghi comuni.

Se Roma piange… Berlino si dispera!

Lo scivolone a fine gennaio 2013 delle quotazioni del Monte dei Paschi di Siena (MPS), da 0.26 a 0.22 €/azione, non è che l’ultimo di una lunga serie. Il titolo, che valeva oltre 5 €/azione poco più di cinque anni fa, ha perso, rispetto ai massimi, il 96% del suo valore.  Anche altre grandi banche italiane vengono considerate a rischio, contribuendo a diffondere la percezione di un paese allo sbando. L’esame dei numeri reali (e ufficiali) che descrivono lo stato dei sistemi bancari europei ci rivela, tuttavia, un quadro assolutamente inaspettato.

  • La leva finanziaria è un fondamentale indicatore che misura il rapporto tra i prestiti erogati e il patrimonio: più esso è alto, tanto più le banche sono esposte al rischio di fallimento. Il suo valore, per le banche italiane, vale in media 17, ed  è inferiore alla media europea di 24. Per le banche inglesi vale 27, per quelle tedesche 26, per quelle francesi 25.(1)
  • L’incidenza dei derivati sull’attivo delle banche italiane è del 9,6%, in Olanda del 9,0%,  in Spagna del 9,2%, in Francia del 20,3%, nei Paesi scandinavi del 20,4%, in Inghilterra del 25,3%, in Germania del 33,3%, In Svizzera è del 40,9%. (2)

Sebbene mal messi, tra i sistemi bancari più “solidi”, secondo i dati ufficiali, ci sono dunque quelli di Italia e Spagna, sebbene entrambi i paesi siano accusati di essere tra i responsabili della crisi della moneta unica.

Qualcuno potrebbe obiettare che la solidità delle banche italiane e spagnole sia una conseguenza di pesanti interventi statali, ma, ancora una volta, i numeri reali raccontano un’altra storia. Un studio della divisione R&S di Mediobanca(3) rivela che ben 437 banche del Vecchio Continente hanno beneficiato, negli ultimi anni, di aiuti da parte degli Stati, per un totale di circa 2.700 mld di euro. In testa l’Inghilterra con 1.200 miliardi, seguita da Germania (420), Irlanda (222), Belgio (197), Olanda (133), Francia (129). L’Italia  ha impegnato solo 123 miliardi, per sovrappiù quasi tutti non a fondo perduto, ma nella forma di contributi concessi come garanzie su emissioni obbligazionarie delle banche.

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Nel volantino strategico n°1 abbiamo dimostrato come il debito pubblico italiano sia stato causato dagli alti tassi di interesse conseguenti al “divorzio tesoro Banca d’Italia”; nel volantino strategico n°2 che la spesa pubblica dei PIIGS è inferiore, o al più pari, alla media europea, con la sola eccezione della piccola Grecia; nel volantino strategico n°3che l’Italia ha finanze pubbliche, certificate dalla Commissione Europea, tra le più “sostenibili” nel medio periodo, e più “sostenibili” in assoluto nel lungo; Ora scopriamo che i maggiori istituti di ricerca certificano che i sistemi bancari più esposti sono quelli inglesi, tedeschi, irlandesi, olandesi e belgi, pur avendo ricevuto più aiuti statali! Tutto ciò non è forse meraviglioso e sorprendente? E’ possibile che, all’origine della crisi, ci sia qualcosa di non detto, che pochi hanno il coraggio di denunciare?

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Note:

  1. Rapporto sulla stabilità finanziaria (Banca d’Italia – nov. 2012) – vedi pag.42
  2. DATI CUMULATIVI DELLE PRINCIPALI BANCHE INTERNAZIONALI (Mediobanca R&S) – vedi pag.67
  3. INTERVENTI DEI GOVERNI NAZIONALI A FAVORE DELLE BANCHE E DEGLI ISTITUTI FINANZIARI IN EUROPA E NEGLI STATI UNITI DAL SETTEMBRE 2007 AL GIUGNO 2012 – vedi pag.6

Pubblicato da Fiorenzo Fraioli 14:22 2 commenti: 

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lunedì 4 febbraio 2013

Il grande Randy Papero

Ho trovato, nella buca della posta, una busta contenente un CD, nella quale c’era un video che ho provveduto a caricare sul canale di ecodellarete. Il video contiene un messaggio e sembra provenire dal futuro, precisamente dal 2023. Non so davvero cosa pensare… guardatelo e sappiatemi dire.

Pubblicato da Fiorenzo Fraioli 01:24 Nessun commento: 

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La rivoluzione quantistica: Heisenberg e Schrödinger

La mia socia (forse sarebbe meglio dire il mio adorato Führer domestico) da un po’ di tempo, seguendo le mie orme (qualche soddisfazione mi spetta…) ha scoperto le gioie del montaggio…. video… Che avevate capito, scalmanati?

Dunque, la mia socia ha aperto un canale youtube, micropatuf (il nome è una lunga storia), e lo sta riempiendo delle sue creazioni. Vi presento l’ultima, dal titolo “La rivoluzione quantistica: Heisenberg e Schrödinger“.

Pubblicato da Fiorenzo Fraioli 00:09 Nessun commento: 

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domenica 3 febbraio 2013

Io sono lo scemo del villaggio

Oggi è domenica. Ne ho approfittato per andare un po’ in giro per le strade della mia città (Frosinone) per distribuire qualche volantino del Comitato per la Salvaguardia dei Numeri Reali (CSNR). Poca gente in giro, ma sono ugualmente riuscito a consegnarne una cinquantina.

Una cosa mi ha sorpreso: lo sguardo di compatimento che ho letto negli occhi di molti dei miei amici “piddini“. Ma come, mi sono detto, questi sanno benissimo che dai tempi di DoubleFace, poi di calimerotv.net e, da qualche anno, con ecodellarete.net, ci abbiamo praticamente azzeccato su tutto, eppure mi guardano (e mi trattano) come se fossi lo scemo del villaggio?

Non è forse vero che siamo stati noi, unici e per primi a Frosinone, a parlare (e a opporci, quando loro, los piddinos, erano entusiasti) di…

  • Project-financing (Multipiano, Matusa, Piloni)
  • Aeroporto di Frosinone
  • Inquinamento della Valle del Sacco
  • Speculazione urbanistica e infiltrazioni camorristiche
  • Scandali urbanistici (caso Forum)
  • Crollo dei valori immobiliari
  • Crisi sistemica dopo Lehman-Brothers (quando i piddini frusinoti nemmeno sapevano cosa fossero i derivati)
  • … e adesso: crisi dell’euro…

…?????????

Ma loro niente! Ogni volta hanno dovuto (sottolineo trenta volte: “HANNO DOVUTO“) darci ragione DOPO, sempre DOPO!

E adesso che gli do un volantino nel quale viene dimostrato, “dati ufficiali alla mano” (come abbiamo sempre fatto), che tutto quello che viene raccontato agli italiani sul debito pubblico, sui conti che non tornano, sulla necessità di fare sacrifici per rimediare a quello che ha combinato Berlusconi, è FALSO, TOTALMENTE FALSO, mi guardano come se fossi lo scemo del villaggio?!

E pensare che lo faccio (anche) per loro, per metterli in guardia sul fatto che la situazione è grave, molto grave, ma che la diagnosi che LORO (los piddinos) hanno sposato è assolutamente farlocca, e che farebbero bene a svegliarsi se non vogliono essere presi a calci nel culo dalla gente, quando la gente capirà. Già, perché dovete sapere che la gente, quando si accorge di essere stata presa per il culo, si incattivisce, e pure assai. Mi toccherà intercedere per loro, quando comincerà la caccia al piddino…

Ma è tutto inutile, è come parlare ai sordi. Vedono la vittoria a portata di mano, sono eccitati, e l’unico neurone che hanno gli va in saturazione. E allora daje addosso a Berlusconi, daje a fà finta che loro so’ avversari de Monti, daje a ‘ntasà Feisbuc de stronzate. Ah, ma è tutta roba che resterà online, questo è bene che lo sappiano i nostri amici farlocchetti, è tutta roba che gli verrà sbattuta sotto il naso. E allora staranno freschi a fà l’anguille: dovranno venì dda noi pe’ farse fà ‘n sarvacondotto…

Ci vuole pazienza ragazzi, tanta pazienza. Noi patrioti, in questo momento, possiamo fare una sola cosa: aspettare, digiunare e meditare, come Siddharta. Nel frattempo, vado in giro a distribuire i volantini del Comitato per la Salvaguardia dei Numeri Reali (CSNR).

Fiorenzo Fraioli professore truffa

Chianciano 12-01-2013 II° convegno nazionale MPL – prolusione di Nello De Bellis

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Barcellona, la polizia: “Ad Alcanar 120 bombole, preparavano uno o più attentati esplosivi”

Barcellona, la polizia: "Ad Alcanar 120 bombole, preparavano uno o più attentati esplosivi"

I vertici degli agenti catalani: “Ricerchiamo tre persone”, perché ancora non sono identificati i resti degli jihaidisti saltati in aria nella villetta santabarbara. In mattinata nella Sagrada Familia blindata centinaia per la messa in cinque lingue per commemorare le 15 vittime, di cui 3 italiani, dell’attacco sulla Rambla. L’arcivescovo: “Pace, rispetto e convivenza fraterna, mosaico sul quale si costruisce la società”. La chiesa, secondo i media spagnoli, era nel mirino prima della strage

BARCELLONA – Stavano preparando “uno o più attentati esplosivi a Barcellona” nella casa di Alcanar. In quell’edificio che è diventata una santabarbara “c’erano oltre 120 bombole di gas”. Ma la villetta è saltata in aria, e all’ultimo momento i terroristi hanno dovuto cambiare i loro piani di morte. La conferma viene dal capo dei Mossos d’Esquadra, la polizia catalana, Josep LLuis Trapero. “Stiamo cominciando a vedere chiaramente le cose – ha aggiunto – questo era il luogo in cui si stavano preparando”.

Trapero ha aggiunto di non sapere se il ricercato numero uno, il presunto autista del furgone, Younes Aboyaaqoub, si trovi ancora in Spagna: “Se lo sapessimo lo andremmo a prendere”. Così proseguono le ricerche per catturare il ventidueenne marocchino  invitato anche dalla madre a costituirsi. Il fratello minore, Houssaine Aboyaaqoub, giovanissimo complice, è morto nell’Audi bloccata dalla polizia a Cambrils. E c’è mistero anche su Youssef Aallaa e, soprattutto, sull’imam Abdel Baki Essati, di cui, da Ripoll, borgo ai piedi dei Pirenei a meno di 50 chilometri dal confine sulla Francia, si sono perse le tracce.

Probabilmente due di loro sono morti saltando in aria ad Alcanar, ma ancora non si sa chi, forse proprio l’Imam e il giovane Youssef. Quindi, “per ora continuiamo a lavorare sull’ipotesi che la cella era formata da 12 terroristi“, giovani, quasi tutti imparentati l’uno con l’altro, “nessuno che avesse precedenti specifici legati alla jihad “, così ancora i vertici della polizia catalana. “Stiamo cercando 3 persone in fuga perché non abbiamo ancora la conferma delle identità sui resti biologici di Alcanar”.

E intanto una massiccia presenza di polizia è stata segnalata alle prime luci dell’alba proprio a Ripoll, la cittadina dove vivevano altri membri della cellula terroristica che ha colpito a Barcellona e a Cambrils, ad esempio i fratelli Oubakir. Lo riferisce El Pais, mentre La Vanguardia parla di un grande dispiegamento di polizia a Girona, a nord di Barcellona, e nella vicina Manlleu, località frequentata abitualmente da Abouyaaqoub, dove era stato trovato uno dei furgoni noleggiati dalla cellula che ha colpito in Catalogna.

Intensificati in queste ore anche i contatti con le autorità dell’antiterrorismo francese anche se, secondo Le Journal de Dimanche,  “niente collega per ora” i membri della cellula con la Francia. Tuttavia, i servizi segreti di Parigi stanno lavorando ad un numero telefonico francese trovato nell’elenco dei contatti di uno dei sospetti.

E, in attesa delle risposte degli esami sul dna di tutte le vittime dell’esplosione della villetta di Alcanar,  gli inquirenti catalani continuano a indagare anche sulla vicenda dell’auto che giovedì scorso, pochi minuti dopo l’attentato sulla Rambla, ha saltato un posto di blocco sulla Diagonal di Barcellona, e in cui è stato trovato il cadavere di un uomo pugnalato.  Dopo essere stata colpita dai proiettili degli agenti, la Ford focus è stata abbandonata a tre chilometri di distanza, all’altezza di Sant Just Desvern. All’interno del mezzo, gli agenti hanno trovato sui sedili posteriori il cadavere di Pau Pérez Villan, cooperante spagnolo di 34 anni e residente a Vilafranca del Penedès. In un primo momento, gli agenti hanno ipotizzato che l’uomo potesse essere morto per gli spari ma l’autopsia ha confermato la morte per ferite da coltello.

· LA CERIMONIA ALLA SAGRADA FAMILIA 
Commossa e blindatissima, in mattinata a Barcellona si è svolta la cerimonia per le vittime dell’attentato sulla Rambla. Una “Misa por la Pau”, iniziata alle 10, per concludersi un’ora e mezza dopo, celebrata in cinque lingue per commemorare le 15 vittime di diverse nazionalità (tre gli italiani, Bruno GulottaLuca Russo e Carmen Lopardo) travolte giovedì scorso da un furgone con a bordo un commando jihadista. Il rito è stato ospitato all’interno della Sagrada Familia, l’imponente simbolo cristiano più celebre della Spagna e in prima fila – con un forte messaggio di unità anche politica –  siedevano i reali di Spagna e il premier Mariano Rajoy, con il presidente della Catalogna Carles Puigdemont, la sindaca di Barcellona Ada Colau e il sindaco di Cambrils, Camí Mendoza.

L’evento era aperto a tutti i cittadini, tanta gente comune, turisti e tantissimi giovani, ma con eccezionali misure di sicurezza anche perché la chiesa, secondo i media spagnoli, era il primo obbiettivo nel mirino dei terroristi che poi hanno colpito i passanti sulla Rambla.

Barcellona, la polizia: "Ad Alcanar 120 bombole, preparavano uno o più attentati esplosivi"

La messa è stata concelebrata dall’arcivescovo e dal cardinale di Barcellona, Joan Josep Omella, insieme al vescovo ausiliare Sebastià Taltavull. Ed è stato proprio Omella a sottolineare il messaggio di fratellanza: “La pace è la migliore amica della nostra vita e chiediamo al Signore che ci dia la maniera di essere artigiani di pace”. “E’ bello essere qui tutti uniti – ha aggiunto – questo è il mosaico sul quale si costruisce la società. Tutti uniti per un obiettivo comune: la pace, il rispetto e la convivenza fraterna. L’unione ci rafforza, la divisione ci corrode e ci distrugge”.

Terroristi e fratelli, chi sono i jihadisti della strage di Barcellona

Terroristi e fratelli, chi sono i jihadisti della strage di Barcellona
La cellula terrorista di Barcellona nella scheda fornita dalla polizia 

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“Non so che cosa gli hanno messo in testa ai miei figli, ti assicuro che erano bravi ragazzi, normali”. Così il padre di Mohamed e Omar Hychami, due terroristi della cellula responsabile dell’attacco di Barcellona, afferma di essere stato all’oscuro della radicalizzazione dei due giovani. “Sembra che siano rimasti uccisi a Cambrils, non so come abbiano potuto fare tanto male”.

Un padre li piange, un altro genitore, la madre dei fratelli Younes e Houssaine Aboyaaqoub, ha lanciato un appello su El Pais: “Costituisciti, non voglio che tu uccida altre persone”, “l’Islam non lo predica”. Si appella al figlio sopravvissuto, il 22enne Younes, ricercato numero uno, e presunto autista del furgone della strage sui passanti della Rambla. L’altro figlio, ancora più giovane, risulta anche lui tra i morti di Cambrils.

La madre dei sospetti terroristi di Cambrils: “Non riesco a capire, erano ragazzi normali”

Sono dodici, questa almeno la cifra ufficiale diffusa oggi dagli inquirenti catalani, i membri della cellula terroristica che è riuscita a uccidere 15 persone e ferirne circa 160 in pochi minuti e puntava in realtà forse a fare più vittime, “preparavano uno o due attentati esplosivi a Barcellona, stavano maneggiando una santabarbara di 120 bombole”, così ancora gli inquirenti, prima di saltare in aria nel loro covo di Alcanar.

Di loro – chi ucciso, chi catturato – è possibile che ne sia sopravvissuto uno solo, o lo stesso Younes, oppure l’Iman quarantenne Adbelbaki Es Satty, lui, l’indottrinatore di Ripoll, che forse li ha riuniti tutti insieme nel mondo nero dello jihaidismo militante.  La “squadra” era tutta giovanissima, nessuno, a parte i sospetti sull’Iman, noto alla polizia per fatti legati alla radicalizzazione, e tutta imparentata l’un con l’altro.

Ci sono almeno tre coppie accertate di fratelli: Moussa Driss Oubakir, il primo, 17enne, era quello che a quindici anni scriveva sui social che il suo sogno era “uccidere gli infedeli” e che probabilmente è morto nella sparatoria di Cambrils; l’altro Driss, 28 anni, dice che non c’entra nulla, che a Viterbo ha avuto una relazione con donna italiana e si è consegnato spontaneamente perché il suo documento è stato ritrovato nel camiocino della strage, ed ora è in carcere. Vivevano a Ripoll come il loro Imam.

Con loro c’erano anche Mohamed Hychami, 24 anni, e il fratello minore Omar, entrambi uccisi dalla polizia. Di Younes Aboyaaqoub si è detto che potrebbe essere ancora in fuga, ma suo fratello minore Houssaine Aboyaaqoub, è morto la notte del 17 abbattuto dai poliziotti a Cambrils.

E ancora. Non è ufficialmente precisata la parentela ma hanno tutti e tre lo stesso cognome: Said Aallaa, 19 anni, anche lui ucciso a Cambrils e la sua carta di credito è stata ritrovata in un furgone abbandonato; Youssef Aallaa,che risulterebbe o in fuga oppure è suo uno dei corpi tra le macerie di Alcanar e Mohamed Aallaa, 27 anni, anche lui originario di Ripoll, catturato sull’Audi a Cambrils.

Solo tre membri della cellula non sarebbero fratelli combattenti. L’Iman Adbelbaki Es Satty, dal quale forse inizia tutto, Sahal El Karib, trentaquattrenne di Ripoll e il giovanissimo Mohamed Houli Chemial, arrestato ad Alcanar ma ferito gravemente, si è appreso dopo, mentre maneggiava le bombe esplosive.