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Salute e iniziative importanti: Il Centro Commerciale Zodiaco propone “MASK TO SCHOOL”

Grande successo per l’iniziativa sociale per i bambini del territorio e le loro famiglie

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Il Centro Commerciale Zodiaco (Anzio-RM) ha lanciato in questi giorni l’iniziativa MASK TO SCHOOL con l’obiettivo di portarsi in contatto con le famiglie del territorio attraverso un gesto di attenzione alla sicurezza e salute dei loro figli.

L’evento, ideato da Davide Petrucci, Responsabile Marketing Ethos, in collaborazione con Alla Vigna Eventi, che ha curato tutta la parte di engagement, comunicazione e gestione delle attività territoriali, e Ideasfera, che si è occupata dell’Upgrade dell’App, prevede il coinvolgimento degli Istituti Scolastici del territorio, riscuotendo fin da subito un grande successo.

Moltissime scuole primarie e secondarie di primo grado del territorio hanno già aderito entusiaste all’iniziativa.

Negli istituti scolastici aderenti all’iniziativa, sono state consegnate tantissime cartoline customizzate al personale scolastico il quale ha provveduto a sua volta a distribuirle nelle proprie classi, come da procedure ministeriali.

La meccanica prevede che su ogni cartolina ci sia un QRcode. Inquadrandolo con lo smartphone dei genitori, in automatico si effettuerà il download dell’app ufficiale del Centro Commerciale Zodiaco ed una volta dentro, basterà inserire il codice segreto riportato sulla cartolina per generare un coupon digitale. A quel punto basterà recarsi all’interno del Centro Commerciale Zodiaco, senza limite di tempo, mostrare il coupon digitale presso la Parafarmacia della galleria e ritirare gratuitamente la mascherina.

Link video promo: https://vimeo.com/479139733

Le mascherine chirurgiche certificate sono realizzate in lycra e sono lavabili e riutilizzabili, svolgendo adeguatamente le loro funzioni e mantenendo un bassissimo impatto ambientale.

Il Centro Commerciale Zodiaco, ancora una volta, conferma l’attenzione ed il legame con il proprio territorio: sostenere, accompagnare ed appoggiare le famiglie che quotidianamente visitano il Centro Commerciale. La direzione ed il management sono profondamente grati alle famiglie del territorio per non aver mai perso la fiducia nel Centro Commerciale Zodiaco e nel loro costante lavoro per costruire un futuro sempre migliore da condividere insieme.

Comperiamo Made in Italy e la sola eccedenza esportiamola e mangiamo Made in Italy.

 

LA CINA CI SEPPELLIRÀ TUTTI – MENTRE L’OCCIDENTE FRANA PER GLI EFFETTI DEL LOCKDOWN I CINESI RIPARTONO E, SECONDO ALCUNI OSSERVATORI, POTREBBERO APPROFITTARE DELLA SITUAZIONE PER DARE LA ZAMPATA FINALE ALL’OCCIDENTE IN CRISI E DIVENTARE LA PRIMA POTENZA ECONOMICA MONDIALE. MA SE NON C’È NESSUNO A CUI VENDERE I PRODOTTI SOTTOCOSTO, NON ANDRÀ BENE NEMMENO A LORO – LA COVER DELL’ECONOMIST E LA TESI DELL’EX DIPLOMATICO MAHBUBANI, AUTORE DEL LIBRO ‘LA CINA HA VINTO’? LA RISPOSTA: NON ANCORA…

Medicina estetica di questi tempi: esclusiva a Monica Gabetta Tosetti chirurgo, fashion influencer e marketing manager

Un momento difficile per l’Italia. Siamo con Monica Gabetta Tosetti medico chirurgo e titolare della BB Clinique. Come ci si rapporta alle clienti in questo periodo di “allarmismo” e incertezze?

Cercando di dare un po’ di tranquillità. Naturalmente si deve stare in casa, si devono osservare tutte le norme d’igiene e di sicurezza! Questo è indispensabile ma non si devono avere atteggiamenti di panico. Non resteremo senza cibo ed il personale sanitario (già lo stiamo vedendo) sta facendo di tutto per sopperire ad ogni esigenza e necessità! Quindi in casa sì, con attenzione ma un po’ più tranquilli!

Produzione di mascherine di seta e con filtro sanitario. E’ una cosa utile? Sono in vendita da voi? Si potranno prenotare e acquistare?

Essendo in ambito medico, ho voluto creare una mascherina (come l’ha definita un’amica) “smart e glam”. Seta di Como, per una mascherina con una tasca interna nella quale inserire un filtro creato con una carta-tessuto trattata con uno speciale sanificante in grado di aumentare la sicurezza.
Quindi maggior sicurezza e design accattivante! Più che utile, sicuramente.
C’è la possibilità di acquistarle in Atelier (telefonare o scrivere per accertarsi degli orari e dei giorni di apertura) oppure direttamente on-line.

Visite on-line. La consulenza estetica e medica non cesserà. Come sarà adottata? Gli interventi più “urgenti” saranno comunque effettuati?

Nel mondo della chirurgia e della medicina estetica, la maggior parte dei medici ha adottato la chiusura temporanea per consentire ai pazienti di approcciarsi ad un intervento di bellezza in assoluta sicurezza e serenità. Per tutti coloro che vorranno trascorrere queste giornate pensando ad un futuro intervento di chirurgia estetica, quindi, abbiamo deciso di offrire la possibilità di effettuare visite on line con i migliori esperti del settore. A giorni sarà pronto anche il mio kit e la mia consulenza TOO GOOD TO DO per offrire la possibilità di tornare alla normalità…Perfette!

Per quanto concerne tutti i trattamenti urgenti, naturalmente non di chirurgia estetica, saranno assicurati. Alcuni interventi, come ben sappiamo, non possono essere rimandati.

Monica Gabetta Tosetti, la presentazione nella Capitale della Collezione By Nicole e una nuova sinergia all’orizzonte

Monica, bentrovata. Poco tempo fa siamo rimasti incuriositi da una tua recente partecipazione nella Capitale. La terza settimana di marzo, infatti, ti abbiamo visto a Roma alle prese con una sfilata di gran rilevo, in occasione della presentazione della nuova collezione By Nicole. E poi sappiamo che è in atto una nuova collaborazione, una vera e propria sinergia tra Tosetti Sposa e Nicole Fashion Group.

Quali sono intanto i caratteri preminenti e quali i colori dominanti per il 2020? Che ruolo nello specifico hai rivestito nella Capitale?

I colori predominanti anche per il 2020 saranno ancora il colore naturale della seta ed il rosa cipria…Affiancati dal nude!

Il mio ruolo era di buyer (ma anche blogger) ed infatti dal mese di aprile l’atelier Tosetti Spose di Como diventa Best Partner di Nicole Fashion Group, unico in città e nella provincia comasca, che sarà un punto vendita privilegiato delle Collezioni 2020 della Maison, con tutti i suoi marchi: Alessandra Rinaudo, Nicole Spose, Jolies, Colette, Romance, oltre a Pronovias e St. Patrick.


Che sensazioni ti ha lasciato l’evento nel complesso?

Mi ha lasciato sensazioni favolose! La sfilata di Nicole Spose a Palazzo dei Congressi di Roma è stata davvero emozionante, un catwalk che ha raccontato il percorso di Nicole, la primogenita della stilista Alessandra Rinaudo, in una narrazione di eccellenza tutta italiana; bellezza e professionalità allo stato puro, a partire dal video che ha aperto il fashion show con la visione di una Nicole ‘bambina’, che si muove fra il profumo di gesso e borotalco, e il ticchettio regolare delle macchine da cucire, per arrivare a una storia che sa di magia nella quale ci ritroviamo da sempre.

Gli abiti erano splendidi ed è stato memorabile il finale della sfilata; mi è sembrato di vedere tre generazioni susseguirsi e…Soprattutto mi è sembrato proprio di vedere il sogno italiano avverarsi.
‘Un sogno italiano’, infatti, è quello di Alessandra Rinaudo e della figlia Nicole che si muove fra bridal outfit dalle linee Fifties con gli scolli omerali che sottolineano le spalle, le maniche a sbuffo che sembrano ali, il punto vita disegnato da cinture metalliche, le divertenti mantelline di pizzo o gli abiti dalle code leggere che creano movimento nell’incedere per poi arrivare a una sposa dal mood giovane e fresco, in grintosi abbinamenti di gonne di tulle e felpe, abiti corti e stivali di pizzo o micro bolerini su pantaloni dal taglio impeccabile.
Insomma una collezione preziosa, versatile, che interpreta la femminilità nelle sue infinite sfaccettature e che Tosetti Sposa non vede l’ora di mostrare alle future spose.

Perché in Italia serve una legge sul revenge porn

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OCUSFOCUS VIA GETTY IMAGES
Stare su Facebook è come avere un’arma potentissima. Leggevo qualche tempo fa, sulle pagine del The Guardian, di un’indagine secondo cui su Facebook ci sarebbero 54mila casi di revenge porn ogni mese. Oltre alle migliaia di storie di ritorsioni sessuali con l’obiettivo di estorcere denaro alle vittime, o di casi di copia e incolla di chat inoltrate a più persone semplicemente per il gusto perverso di diffamare o vendicarsi di una persona. Nel 90% dei casi questi fenomeni avvengono per mano di uomini. Purtroppo, sappiamo bene anche in Italia quanto questo problema sia diffuso. Tiziana Cantone morì suicida perché non reggeva più il peso della vergogna e le fu negato il diritto all’oblio. Ragazzine poco più che adolescenti, qualche giorno fa, si sono viste mettere in rete video e immagini intime. Casi ce ne sono ogni giorno, ormai non si contano più.

Proprio ieri leggevo la notizia di un progetto pilota, che sta partendo in Australia, che coinvolgerebbe Fb e una locale agenzia del governo preposta alla sicurezza in rete: sostanzialmente Facebook chiederà alle vittime di caricare sulla piattaforma gli originali del nudo fatto indebitamente o illecitamente circolare da altri, con l’obiettivo di “hasharlo”, cioè di renderlo automaticamente leggibile dall’intelligenza artificiale del social network che sarà così in grado di rintracciare e rimuovere tutte le copie di quella foto che circolano al suo interno. Non mi soffermo su questo, anche se mi sembra un primo passo importante di consapevolezza, innanzitutto, del colosso dei social, rispetto a un tema urgentissimo. Mi preoccupa di più, da padre e da avvocato matrimonialista, ciò che c’è dietro a questo fenomeno, al quale dedico un capitolo intero del mio ultimo libro “C’eravamo tanto armati”, edito da Imprimatur. Molti uomini, una volta lasciati dalle loro ex, vivono in funzione della vendetta verso quest’ultima.

E, quando non riescono con l’acido e con le armi, tentano di farlo in rete. Vogliono far sapere a tutti che la loro ex donna è una poco di buono, e spesso allegano anche nome e cognome della malcapitata e l’indirizzo. A poco serve la denuncia: quando sarà disposta la rimozione dell’immagine, sarà comunque tardi perché, nel frattempo, le visualizzazioni saranno alle stelle e i contenuti saranno diventati virali. Il danno sarà irreparabile. L’unico deterrente per questi criminali potrebbe essere rappresentato da una legge ad hoc, un’azione penale detentiva severissima e l’interdizione dall’uso dei social. Tutti, i social. Ma, purtroppo, il nostro garantismo giuridico e giudiziario non lo consente. E, così, le vittime di certi reati restano isolate.

Queste donne vengono messe alla gogna, nel 90% sono colpite da sindrome depressiva. Ritornando alla triste vicenda di Tiziana Cantone: che sia da monito. Era un anno e mezzo che questa ragazza era messa alla gogna, chiedendo disperatamente la rimozione delle immagini. Nessuno lo ha fatto. Si è suicidata a 31 anni per disperazione. Ma ricordo un altro caso, quello di una giovane disperata perché il suo ex aveva inviato ai suoi amici e al nuovo fidanzato di lei, le sue foto intime. Uccisa nell’anima e derisa da tutti, è stata lasciata dal suo nuovo fidanzato. Non intervengo rispetto a quest’ultima cosa. Ma rifletto sulla tragedia esistenziale di questa ragazza che vivrà per sempre questa gogna, mentre il suo ex continua a deriderla in un bar davanti ai suoi amici nell’indifferenza generale.

Svezia-Italia 1-0, si complica la corsa azzurra al Mondiale

Azzurri opachi ma anche sfortunati (palo di Darmian), puniti da una rete di Johansson al quarto d’ora della ripresa. Lunedì al Meazza bisognerà vincere con 2 gol di scarto o sarà addio alla Russia

arando zeppieri

STOCCOLMA – L’arena degli amici si è trasformata nel teatro di una corrida senza regole, in cui la Svezia, organizzatrice dell’evento, si è presa la parte del torero. L’Italia ha perso il primo round, ha un piede fuori dal Mondiale: per andare in Russia, ed evitare una clamorosa eliminazione a sessant’anni dalla prima, unica e storica, dovrà battere gli svedesi con due gol di scarto lunedì a Milano. E, soprattutto, non dovrà ripetere l’errore della Friends Arena, contro un avversario che ha messo subito la partita sul piano fisico, ai limiti della rissa e con tanti colpi proibiti, e alla fine ha trovato il gol con una deviazione sfortunata di De Rossi sul tiro di Johansson, il centrocampista dell’Aek con laurea in filosofia che era appena entrato. Tutto questo, in una partita con poche emozioni in cui però gli azzurri hanno giocato come al solito male, producendo solo due azioni da gol: un colpo di testa di Belotti fuori dopo 6 minuti e un destro di Darmian che ha stampato sul palo le speranze di pareggio. Ma la pochezza di idee e la lentezza della manovra non sono più una novità in casa azzurra.

Ventura ha perso Zaza un giorno prima del match, ha chiesto un sacrificio a Belotti, non ancora all’apice della condizione, e schierato l’atteso 3-5-2. Andersson, con Krafth al posto dello squalificato Lustig e senza Durmaz lasciato in tribuna, non ha derogato alla dottrina di Stato del 4-4-2 e ha imposto ai suoi un atteggiamento aggressivo sin dalla prima palla: pressing alto, gomiti ancora più alti, una gabbia pronta a scattare per fermare le progressioni di Candreva. In fase offensiva, la Svezia ha alternato invenzioni solitarie di Forsberg a efficaci sovrapposizioni sulla destra.

Per capire la seratina, basta raccontare l’avvio da brividi. Dopo trenta secondi Toivonen fa assaggiare il gomito a Bonucci (setto nasale rotto e molti minuti a terra), che resta a terra a lungo: ne nasce un principio di zuffa, con Berg ammonito per proteste. Lo stesso Toivonen, sull’azione seguente, si guadagna una punizione dal limite che Forsberg però calcia alto. La reazione azzurra è immediata: al primo affondo Darmian inventa l’assist buono per Belotti, che stacca bene ma di testa mette fuori d’un nulla. Sul cambio di fronte, Forsberg fa ammattire la difesa azzurra e allarga a destra per Toivonen che in diagonale mette fuori. Sono passati solo otto minuti.

Con Bonucci fischiato a ogni tocco – per il pubblico aveva simulato, ma il referto medico dice il contrario -, l’Italia ha faticato a uscire dalla sua tana, anche se il ritmo è comprensibilmente sceso su livelli sostenibili per entrambe. La Svezia ha regalato due sussulti: un destro a giro di Forsberg alto di poco (25′) e un’incursione di Berg che di testa ha anticipato Chiellini ma non Buffon, bravissimo in tuffo a evitare gol e rigore. Nel frattempo, Verratti si è tolto il peso della diffida facendosi ammonire per la solita scivolata, evitabile, su Berg nella trequarti svedese. Salterà il ritorno a Milano, come temevano un po’ tutti in casa azzurra. Nessuno ha potuto evitarlo.

Nella ripresa l’Italia ha dato l’impressione di poter osare, almeno in avvio. Candreva ha preso metri e fiducia (il suo tiro respinto da Olssen è stato l’unico degli azzurri nello specchio), Forsberg è andato esaurendo la benzina ma la Svezia ha tenuto alta la tensione, dispensando colpi proibiti ancora con Toivonen e Berg: Ventura è quasi entrato in campo all’ennesima provocazione. In questa corrida, Johansson ha trovato il gol della vita con la deviazione fortunosa (per lui), mentre Darmian si è fermato al palo. Ventura ha provato a passare al 4-2-4 inserendo, dopo Eder per Belotti, anche Insigne per Verratti. Ma l’Italia non ha prodotto più nulla: confusa, macchinosa, ha proseguito la manovra per linee orizzontali, mostrandosi inerme. È ferita, a terra, ma ancora viva. Lunedì a Milano avrà l’ultima occasione per rialzarsi. E per evitare di entrare nella storia dalla parte sbagliata.

SVEZIA-ITALIA 1-0 (0-0)
17’ st J.Johansson
SVEZIA (4-4-2): Olsen – Krafth (38’ G.Svensson), Granqvist, Lindelof, Augustinsson

– Claesson, S.Larsson, Ekdal (12’ st J.Johansson), Forsberg – Toivonen, Berg (29’ st Thelin).
ITALIA (3-5-2): Buffon – Barzagli, Bonucci, Chiellini – Candreva, Parolo, De Rossi, Verratti (31’ st Insigne), Darmian  – Belotti (20’ st Eder), Immobile.
ARBITRO: Cakir (Turchia)
NOTE: Ammoniti  Berg. Verratti. Spettatori 49.193.

L’esperto: “Addio coste e laguna, il nostro mare si alzerà di un metro”

L'esperto: "Addio coste e laguna, il nostro mare si alzerà di un metro"
NORDEST – «Anche se tutti, nel mondo, smettessero di inquinare nello stesso momento, a partire da adesso, l’aumento di 2 gradi della temperatura del pianeta non ce lo toglie nessuno da qui al 2100. E se continueremo con le nostre condotte nocive per la Terra, l’aumento sarà di 5 gradi, sempre entro quella data, con possibili picchi, in alcune aree, fino a 6-7 gradi. Questo significa scioglimento dei ghiacciai, già iniziato, con gravi conseguenze per le coste del Friuli Venezia Giulia e del Veneto».

Il mare si alzerà da mezzo metro a un metro: via le coste 

«Se l’aumento sarà di 2 gradi il mare si alzerà di mezzo metro, se di 5 gradi, invece, di un metro. Le conseguenze? Questo innalzamento del livello delle acque causerà mutazioni molto importanti, drastiche, per tutte le zone di laguna, per le aree balneari, per i golfi. Già da adesso è necessario intervenire subito per limitare e contenere i danni da erosione delle coste, che saranno certi». Spaventoso il quadro descritto da Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana, esperto che da anni si occupa di ricerca sulla storia del clima e dei ghiacciai delle Alpi. Mercalli sarà ospite, nella Bassa Friulana, della manifestazione Boschi in festa, venerdì 22 settembre, alle 14.30 (per iscrizione 335.6012924 o glauco.vicario@gmail.com).

Quella del 2017 è stata l’estate più calda degli ultimi 200 anni
«In base ai dati in nostro possesso, quelli su cui possiamo studiare il clima, che riguardano gli ultimi 200 anni, possiamo dire con certezza che l’estate appena trascorsa è stata la più calda degli ultimi due secoli: basta citare le temperature massime di Forlì, 43 gradi. C’è da dire che anche del 2012 e ancora prima del 2003 sono state tra le più calde degli ultimi 200 anni e sono tutte estati molto calde ravvicinate. Cosa dobbiamo aspettarci adesso? Condizioni simili, e sempre peggiori».

I temporali? 
«Quelli forese restano gli stessi ma hanno un effetto al suolo che è devastante perché l’acqua cade su un territorio che è sempre più antropizzato, cementificato, pieno di infrastrutture. Pioveva molto anche ai tempi dei nostri nonni e le campagne venivano allagate: c’erano disagi, sì, ma non come adesso. Oggi si arriva alle vittime ed è necessario correre ai ripari, con la prevenzione, perché non si torna più indietro. Il costo in termini umani, di vittime del maltempo, sarà sempre più alto, lo abbiamo visto a Livorno. Cresceranno tutti i costi sociali di queste mutazioni climatiche».

Cambiano la fauna e la flora
«Cambia il clima e cambiamo noi: non siamo più abituati a sbalzi di temperature repentini, come quello che, tra il 7 e l’8 settembre scorsi, ha chiuso l’estate e aperto le porte all’autunno in poche ore. Cambiano la fauna e la flora. Alcune colture soffrono la siccità: si parla già adesso di un tipo di vite prealpina. E che dire degli insetti? Animali che prima erano confinati in zone tropicali ce li troviamo in casa perché non muoiono più: hanno trovato un habitat ideale e proliferano. Un esempio su tutti la zanzara tigre. Per non parlare di altri parassiti e animali che prenderanno il posto, non si sa con quale esito, su quelli autoctoni, cui siamo abituati».

Clima, gli Usa confermano: “Siamo fuori dal trattato di Parigi”

Il Wall Street Journal riferisce le parole del commissario Ue per il Clima: “Ci hanno comunicato il cambiameto, vogliono però rivedere i termini”. Nessuna conferma da parte dell’amministrazione Trump né chiarimenti sui parametri da rivedere.

NEW YORK. Indietro tutta: o quasi, perché con Donald Trump non si può mai sapere. Gli Stati Uniti non si ritirano più dagli accordi di Parigi sul clima. No, gli Stati Uniti confermano il ritiro. Dichiarazioni e controdichiarazioni: che succede?

Certo è che ci sono voluti due uragani e i numerosi incendi che hanno devastato la West Coast per far riaprire il dibattito da questa parte dell’Oceano. Anche per questo, secondo il Wall Street Journal gli Stati Uniti avrebbero addirittura deciso di non uscire più dagli accordi di Parigi negoziati nel 2015 dall’amministrazione di Barack Obama, facendo dietrofront su quanto invece annunciato da President Trump solo lo scorso giugno. L’America che non si ritira dall’accordo, dunque: ma mira a revisionarne i termini.

È quanto sarebbe stato detto dal consigliere della Casa Bianca Everett Eissenstat alla riunione dei ministri dell’Ambiente che si è tenuta oggi a Montreal. Organizzata proprio per discutere come procedere sull’accordo di Parigi senza gli Stati Uniti. A chiedere il meeting, Canada, Cina e Unione Europea nell’anniversario dei protocolli di Montreal firmati 30 anni fa, quando per la prima volta si discusse di come ridurre la protezione e l’uso di quelle sostanze che minacciano lo strato di ozono.

A dare la notizia riportata dal Wall Street Journal è stato il Commissario Europeo per l’Energia e l’azione sul clima Miguel Arias Cañete: «I rappresentanti del governo americano hanno dichiarato di non voler più rinegoziare l’accordo. Ma hanno intenzione di rivedere i termini del loro impegno». Peccato che sia subito arrivata la correzione della correzione. «Non ci sono stati cambiamenti nella posizione degli Stati Uniti sugli accordi di Parigi» dichiara per la Casa Bianca Lindsay Walters. «Come il Presidente ha chiarito già abbondantemente gli Stati Uniti si ritireranno. A meno che non riusciranno a rientrare con termini più favorevoli al Paese».

Lo diceva, d’altronde, lo stesso Wall Street Journal che poteva trattarsi di un cambio di direzione per modo di dire: una scelta, insomma, per tener buoni gli americani in un momento in cui Madre Terra alza la voce. Sì, perché secondo gli accordi gli Stati Uniti – che sono il secondo più grande inquinatore del mondo dopo la Cina – devono

impegnarsi a ridurre significativamente le loro emissioni: ma revisionare i termini potrebbe significare proprio stabilire tetti più alti. Quei “termini più equi” per dirla con le parole del Presidente, che sono stati il suo obiettivo fin dall’inizio.

Attacco metro Londra, arrestato secondo sospetto

Attacco metro Londra, arrestato secondo sospettoLa polizia durante il blitz di sabato a Sunbury-on-Thames (afp)

 

Si tratta di un 21enne fermato nella notte di ieri a Hounslow, nella parte ovest della capitale britannica

ROMA – Scotland Yard ha setacciato Londra, colpita nelle sue arterie, di nuovo, per cercare i responsabili dell’attentato alla metropolitana di Parsons Green dove sono state ferite 30 persone. Oggi è stato arrestato un secondo sospetto: si tratta di un 21enne fermato alle 23,50 di sabato a Hounslow, nella parte ovest della capitale britannica.

Il primo sospetto terrorista è stato invece preso a Dover, ieri mattina. Un diciottenne catturato dalla polizia del Kent nella zona del porto, forse in procinto di imbarcarsi per la Francia. Secondo quanto riferito dai media, si traterebbe di un ragazzo orfano, problematico, adottato da una coppia inglese nota per aver ospitato negli anni oltre 250 bambini senza genitori.

Attentato Londra: blitz della polizia nel Surrey, le immagini aeree

La loro casa è stata perquisita nel pomeriggio in un blitz a  Sunbury-on-Thames, cittadina della contea del Surrey, sulle rive del Tamigi e non distante dall’aeroporto di Heathrow. Dopo il controllo e l’evacuazione dei vicini e dei residenti della zona, è stata smentita la presenza di un ordigno nella casa di Cavendish Road. Il Daily Mail sostiene che il 18enne fosse stato arrestato due settimane fa, non si sa il motivo, e poi rilasciato.

Con Caffeina si accendono le luci sul campo di Villanova. Attori e vecchie glorie danno il calcio d’inizio

Foto di gruppo per la Nazionale attori (in bianco) e le vecchie glorie della Viterbese
di Andrea Arena
Ore 19.13, e luce fu. L’accende il vescovo Lino Fumagalli, arrivato col quarto d’ora episcopale di ritardo (causa cresime) in questo spicchio di città tra la Cassia e i palazzoni, quartiere Villanova, una delle prime appendici di quella periferia residenziale viterbese che oggi è diventata più grande e forse pure meno verace.

“Un gol per l’oratorio”, si chiama questo sabato sera lontano dagli spritz. Siamo al campo sportivo parrocchiale, creato da don Armando Marini quarant’anni fa e oggi ereditato da don Emanuele Germani, il padrone di casa, quello che lo ha reso moderno, comodo, sicuro. E infatti oggi sono tutti qui per accendere le luci, il nuovo mirabolante impianto di illuminazione a led finanziato dalla Fondazione Caffeina (e dal suo socio della prima ora Carlo Rovelli) e pronto a risplendere. Un sistema all’avanguardia, basso consumo e grande resa, che toglierà dal buio le lunghe serate invernali dei bambini e i ragazzi che vengono a fare calcio in questo posto, anche coi colori del neonato Villanova Fc.

«Buona partita a tutti», dice sua eminenza dopo la benedizione, e si comincia a giocare, per la partita inaugurale. Da una parte, le vecchie glorie della Viterbese: una carrellata di ex giocatori che attraversa gli anni Ottanta (Aspromonte, Bettiol, Coletta, Carbone, Checco Arcangeli, Siddi, Turchetti, Proietti Palombi), accarezza i Novanta (Fimiani, Del Canuto, Barbaranelli, Guernier, Valentini) e sfonda nei Duemila (Riccardo Bonucci, Ingiosi, Santoruvo). Dall’altra, la Nazionale italiana attori, squadra itinerante che si muove per scopi benefici e che per l’occasione schiera reduci dai vari reality come Brice Martinet e Andrea Preti, attori come Fabrizio Rocca, sportivi come Stefano Pantano (idolo della spada olimpica) e registi come Giulio Base. Allenatore, l’ex portiere della Lazio Fernando Orsi, detto Nando. Tutti, comunque, applauditissime dalle ragazzine (e dalle mamme) in tribuna, che evidentemente conoscono le loro gesta. L’arbitro è viterbese: Rinaldo Menicacci, assistenti Prota e Pepponi.

Inni nazionali – quello pontificio per primo – saluto delle autorità e della ex miss Italia Alice, fotografatissima, spettacolo degli sbandieratori e della banda musicale di Bassano in Teverina, e via, si gioca. Passano tre minuti e la Viterbese è in vantaggio: segna Vincenzo Santoruvo, e nella testa del tifoso nostalgico si aprono praterie di ricordi e di illusioni. Per gli attori, pareggia Fabrizio Romondini, che in realtà è un ex calciatore pure lui, ed ex gialloblu pure (pochi mesi nella prima squadra della gestione Camilli, cinque anni fa). La storia che s’incrocia, si mischia con le prime gocce di pioggia, prima che si perda il conto dei gol, in una serata in cui il risultato non conta, ma conta solo la luce.