Il prossimo 22 aprile a Roma da Boa Sorte, una location elegante, raffinata e curata nei minimi dettagli, è in programma un appuntamento musicale imperdibile con il duo composto da Erika Petti e Cristian Giustini.
Il live si ripeterà ogni venerdì e darà quel tocco in più ad un locale che si pone già come luogo ideale per trascorrere una serata in compagnia all’insegna di un’esperienza culinaria originale e sempre nuova.
Boa Sorte, ristorante di sushi fusion con due sedi già attive in Calabria, ha aperto le sue porte nel cuore di Roma (via della colonna Antonina 48), nel mese di Luglio 2021.
Boa Sorte si propone nella Capitale non solo come sushi fusion, ma anche come ristorante di piatti caldi, ricercati e derivanti dalla tradizione nippo-brasiliana.
Oltre ai classici giapponesi (sashimi, nigiri, maki rolls ecc…), è possibile gustare le tipiche Poke’ hawaiane e primi e secondi piatti proposti dal loro Chef brasiliano.
Il progetto ristorativo ideato da Cristian Federici evolve nel DF Exclusive 2.0: Pinsa romana, cucina gorumet e il sushi di carne e di pesce
Evolvere alla ricerca di una proposta gastronomica armonica, esclusiva, unica nel suo genere: questo l’obiettivo di Cristian Federici, giovane imprenditore in ambito ristorativo, che ha dato vita al progetto DF Exclusive 2.0, la nuova versione del format DentroFuori. Una svolta guidata dalla volontà di affermare una filosofia gastronomica che riesce a far coesistere in perfetta armonia la Pinsa romana, la cucina gourmet e la grande novità rappresentata dal Sushi di carne. Tre diverse anime in equilibrio in un ambiente rinnovato, ricercato, che rafforza il valore di una insegna divenuta rapidamente un riferimento a Grottaferrata, centro situato in provincia di Roma nella zona dei Castelli Romani.
Federici muove i primi passi nel mondo della ristorazione nel 2014 aprendo Vicolo 43 a Ciampino, uno dei primi locali a proporre la Pinsa romana. Due anni dopo, affascinato da Grottaferrata, decide di dar vita a DentroFuori implementando il concetto di Pinseriae introducendo una serie di topping estremamente originali. Nel 2019 Cristian, alla costante ricerca di novità, trasforma il locale in un RistoFamily con un’area e un servizio dedicati ai bambini. Lo stop imposto dall’emergenza sanitaria nell’anno seguente viene trasformato da Federici in una opportunità per riformulare la proposta gastronomica di DentroFuori, dando vita a DF Exclusive 2.0: “Ho ristrutturato il locale, cercando di renderlo più esclusivo, riducendo il numero dei coperti e lavorando con il mio staff su un nuovo menu.La pinsa romana e i panini continuano a trovare il loro spazio in una versione più gourmet, mentre la cucina creativa e l’introduzione del sushi di carne sono le più importanti novità” dichiara Cristian.
Qualità è la parola d’ordine che caratterizza le scelte che contribuiscono a rendere identitario il progetto DF Exclusive 2.0: dal restyling dell’arredamento al cambio di immagine del locale, dal passaggio da 80 a 40 coperti nello spazio interno (oltre agli altri 40 nello spazio esterno) all’apprezzato giardino verticale che arreda con stile l’ambiente. Tra le altre novità l’allargamento del bancone per focalizzare l’attenzione sul momento dell’aperitivo grazie ad una interessante carta dei cocktail. I cambiamenti ruotano però intorno ad alcuni punti fermi che continuano ad essere protagonisti nella proposta gastronomica, come la Pinsa romana, preparata con una miscela di 3 farine e con 72 ore di lievitazione, a cui è dedicata un’apposita sala e lo spazio per i fritti. La Pinsa, proposta in versione classica con i sapori della tradizione romana, è presente nel menu anche in stile gourmet grazie ad abbinamenti originali e preparazioni ricercate.
La brigata di cucina è guidata da Gabriele Clementi, 36enne con una ventennale esperienza spesa tra ristoranti, catering e banqueting: “Nei piatti cerco di esprimere la mia idea di cucina, sempre attento al dialogo con i clienti. Proporrò un menu con novità (quasi) quotidiane, giocando sugli impiattamenti e preparando quasi tutto in casa, dalla pasta ai dolci passando per le cotture a bassa temperatura”. Prende così forma una carta con piatti come la Sfogliata tre patate (americana, francese e di Viterbo), mortadella di bufalo e pesto di pistacchi di Bronte, o lo Gnocchetto di bufala con pesto di noci, cremoso al gorgonzola e pera alla cannellae “La mia visione di Kebab” (Fassona, cornflakese gazpacho andaluso).
Danilo Frisone nel suo forno è diventato un vero e proprio artigiano dei fornelli: tra farine macinate a pietra di piccoli produttori italiani e il suo “coccolato” lievito madre, oltre al ruolo di cuoco ha riscoperto il suo grande amore per i lievitati. Ogni giorno, dalle primi luci del mattino il bancone della panetteria è un trionfo di pane, pizza e dolci, senza dimenticare i grandi lievitati delle feste
Lo scorso marzo Cresci ha compiuto i suoi primi due anni dall’apertura, un tempo prezioso in cui ha saputo costruire un rapporto di vicinanza con il quartiere che abita, quello di Prati, fidelizzando il suo pubblico grazie alla varietà e all’alta qualità dell’offerta. Dietro questo progetto, Danilo Frisone, prima cuoco e oggi imprenditore che si è felicemente riscoperto fornaio a quarant’anni. Quando aprì nel 2019 non vantava alcun corso in accademie o stage presso professionisti del settore; lui viene, infatti, dalla ristorazione e ancora oggi lavora come cuoco presso il Ristorante Grano, vicino Piazza Navona, insieme al suo storico socio Saverio Crescente con il quale ha aperto a Prati. Con Cresci ha accolto una nuova sfida: diventare panettiere di mestiere sprigionando nell’aria il profumo delle cose buone, come quello del pane.
Nel suo poliedrico locale diviso a metà tra la parte del bistrot e l’anima più da bottega con annesso forno, Danilo ha trovato la perfetta dimensione, un po’ al bancone e un po’ nel laboratorio retrostante e a vista. Tra tanta sperimentazione e consolidamento delle tecniche di panificazione, lui si è formato come autodidatta, leggendo manuali, provando, ma anche sbagliando. In questo tempo ha così rafforzato la propria identità sfornando prodotti con uno standard qualitativo sempre alto e un ventaglio per tutti i gusti. Il pane viene impastato con farine macinate a pietra e grani di ricerca dei piccoli artigiani italiani, aziende di nicchia che fa entrare a rotazione, come Molino Mariani, Molino Bongiovanni e attualmente Molini Fagioli, prodotti che sono valorizzati anche dall’utilizzo del lievito madre e dalla lenta lievitazione. Mollica fragrante e mollica ben idratata sono le cifre stilistiche che caratterizzano il pane di Cresci, tutte forme a lievitazione naturale, medie-grandi pezzature che oltre alle classiche tipologie menzionano il pane di segale integrale con semi di zucca, quello con noci, uvetta e fichi, l’impasto multicereali o la torta di segale con lievito madre di segale. Sul tema pizza Danilo propone al banco la versione della romana in teglia, un impasto leggero, croccante e ben alveolato con una medio-lunga lievitazione. Tra i gusti che non mancano la capricciosa, l’arrabbiata pomodoro del Piennolo, secondo Danilo una delle più autentiche, oppure la crostino con fiori di zucca e alici. Di indiscussa eccellenza sono le materie prime che seleziona, di cui molte a marchio Slow Flood, per condire le basi: dalla ventricina del vastese di Bontà di Fiore ai formaggi dell’azienda agricola dei Fratelli Gentile nella Valle Luterana, come anche il Fior di latte delle latterie Gargiulo e i pomodorini del Piennolo del Vesuvio DOP. Concepite come fette da prendere e porta via, queste pizze sono declinate anche nel menu del bistrot attiguo con possibilità di ordinarle in formato large, poi servite a tavola su un tagliere di legno. Alla ricca proposta di pane e di pizza, si aggiunge un piccolo emporio con scaffali per la vendita di passate, conserve, pasta e succhi e, sempre al banco, fa capolino una gamma di prelibatezze per la prima colazione o la merenda: profumati plumcake, carrot cake e banana bread, il sofficissimo pan brioche e altre torte.
L’eccellenza e la laboriosità di Cresci si manifestano in particolare durante il periodo delle feste con il tema dei grandi lievitati: panettone e colomba sono protagonisti assoluti del forno sia a Natale che a Pasqua, insieme ad altri lievitati di queste ricorrenze come pastiera, casatiello e pizza dolce al formaggio, sfornati come da tradizione grazie ad attrezzature performanti e al tocco sensibile di Danilo.
TRASCORRERE DEL TEMPO DA PESCIOLINO È COME CONCEDERSI UNA PICCOLA VACANZA LONTANO DA TUTTO: L’ORO E L’AZZURRO RIEMPIONO GLI OCCHI DEGLI OSPITI CHE SI SENTIRANNO TRASPORTATI IN UN PICCOLO PAESE DEL MEDITERRANEO. APPENA VARCATA LA SOGLIA, APPARIRANNO I COLORI DEL CIELO E DEL MARE CHE SI FONDONO SOTTO UN SOLE SPLENDENTE MENTRE I GABBIANI E I CORMORANI VOLANO SULL’ACQUA E I SENTORI DEL SALE PROFUMANO L’ARIA.
PESCIOLINO
È UN LUOGO INASPETTATO E NASCE DAL DESIDERIO DEL PATRON DARIO ASARA
DI RITROVARE UNA CUCINA DI PESCE CHE FOSSE VERA, IMMEDIATA E DI
TOTALE FRESCHEZZA, RISPETTOSA DELLE STAGIONALITÀ ITTICHE: AD
ACCOMPAGNARLO IN QUESTA AVVENTURA LO CHEF FABIO PECELLI, CHE HA
IDEATO UNA CARTA SOSPESA TRA VOCAZIONE GOURMAND E TRADIZIONE, TUTTA
DA SCOPRIRE E ASSAPORARE, ABBINATA A DEI FANTASTICI COCKTAIL.
Pesciolino
– Via Belsiana,30
00187
Roma
#pesciolinoroma
ROMA,
28 maggio 2019 – Al civico 30 di via Belsiana, a due passi da Piazza
di Spagna, là dove una volta c’era il celebre ristorante Le
sorelle,nasce
Pesciolino,
una piccola oasi della cucina di pesce tra tradizione e vocazione
gourmand.
Pesciolino
è un luogo avvolgente
e luminoso,
che sembra risiedere nel ricordo ancestrale di chiunque abiti le
calde latitudini del Mediterraneo, dove il mare ha un posto speciale
nel cuore e nell’anima di ognuno. Chiunque
ha immagini di giornate d’estate calde e assolate o fresche di
brezza marina, con i gabbiani che giocano sulla riva.
Questi ricordi diventano
ora un luogo ove concedersi una vacanza, di pochi minuti
(magari per un cocktail e uno snack con le chips di alici e salsa
alioi) o
di qualche ora
(per un pranzo veloce ma sano e gustoso o una cena più lenta e
rilassata, con lo stato d’animo e il tempo per andare alla scoperta
di nuovi piatti e sapori). Il
design, realizzato da Costagroup, è un piccolo capolavoro di effetti
visivi,
in cui lo spazio sembra allargarsi intorno, facendo respirare
un’atmosfera
raffinata, elegante rimanendo informale e accogliente.
Specchi,
cristalli, oro e rame, carte e metalli,
si alternano formando un ambiente raccolto e piacevole. Il
bancone del bar
in fondo al locale, con i suoi sgabelli e il banco del pesce alla
vista, trasporta su un’isola
al tramonto, quella preferita.
Il
legame con il mare è alla base del concept gastronomico in cui il
patron Dario Asara ha voluto mettere al centro la stagionalità del
pesce.
Infatti, pochi sanno che c’è un tempo anche per pescare il pesce
giusto, per rispettare più possibile l’ecosistema marino. Magari
può sembrare una piccola cosa ma accettare di non mangiare spigola
in estate forse non salverà il mondo, ma renderà il fondo del mare
più armonico con le sue origini. C’è
un tempo giusto per ogni cosa.
Questa
scelta etica
non è nuova a Dario Asara, che l’ha fatta propria anche negli
altri ristoranti di sua proprietà, i due Ginger – Sapori e Salute,
dedicati al benessere e al buon vivere, ed è stata condivisa dallo
Chef
Fabio Pecelli
che ha sposato in pieno questa strada, sicuramente non banale.
“Siamo
oramai abituati a trovare in ogni periodo dell’anno qualsiasi
prodotto – racconta Asara – non
rendendoci più conto di come le
stagioni siano invece la sorgente di vita di vegetali, ortaggi,
frutta e pesce. Il gusto arriva dal sole, dalla terra, dalla pioggia
e ogni prodotto ha un suo momento durante l’anno in cui esprime il
meglio di sé.
In particolare, seguire la stagionalità del pesce significa
rispettarne i tempi di riproduzione, per non doverci trovare, un
giorno, in un mondo con un mare senza vita”.
L’incontro
con Fabio Pecelli,
chef ancora giovane ma di grande esperienza (è stato chef di
Pastificio San Lorenzo e di Caffè Propaganda, oltre ad aver lavorato
nelle più importanti cucine stellate della capitale), ha
aperto la possibilità di realizzare questo progetto di ristorazione
sostenibile.
“Qui
– commenta Pecelli – abbiamo
voluto ricreare il ristorante di pesce della nostra memoria ma
rendendolo contemporaneo, divertente e a volte inaspettato. I miei
piatti sono sempre riconoscibili ma sanno portare lontano chi li
assaggia! E danno dipendenza: chi potrà resistere troppo a lungo
lontano dal mio Spaghetto aio, ojo e pescato o dalla mia Seppia alla
luciana?”
Pesciolino
è infatti un luogo irresistibile: chiunque entri dalla porta del
ristorante potrà concedersi una pausa dalla febbrile attività
quotidiana pur trovandosi nel luogo più adrenalinico della città. A
pochi passi da via Condotti, centro di affari, shopping, moda e
lusso, Pesciolino può essere vissuto in molte occasioni durante il
giorno. Infatti non è solo ristorante ma anche fish
bar,
con un bancone di mixology
dove si può dare appuntamento agli amici per l’aperitivo, con un
food
pairing
tra cocktail e sfizi di pesce, dalle ostriche più preziose alle più
familiari alici fritte. La cucina è espressione della migliore
tradizione culinaria mediterranea unita a quella del territorio
laziale, esaltate ai più alti livelli da raffinate tecniche di
preparazione e cottura che hanno come obiettivo di lasciare il pesce
più integro possibile. In fondo, come ama ripetere lo chef, “non
è solo l’ingrediente raro e costoso a rendere unico un piatto, ma
importanza hanno le mani e la creatività dello chef che lo prepara”.
Pesciolino
ha 35 coperti, oltre a quelli del bar, ed è aperto dalle 12.00 alle
15.00 e dalle 18.30 a mezzanotte.
LA
PROPOSTA GASTRONOMICA
Pesciolino
propone una cucina a base di pesce, acquistato da filiera certa e
sostenibile, facendo leva sulla grande attenzione per le materie
prime e per i dettagli e offrendo ai suoi ospiti due possibilità:
una degustazione veloce e informale al banco bar, magari con ottimi
crudi di mare, e una cucina più ‘slow’, rilassata e
affascinante, per il pranzo e per la cena, per i quali sono state
realizzate proposte gastronomiche differenti, più easy
e veloci per il pranzo, più complesse e preziose per la sera.
Al
centro di tutto è posto il miglior pesce del nostro mare,
selezionato alle aste più preziose, abbinato sapientemente agli
elementi della terra, nel rispetto delle stagioni. Elemento tecnico
di spicco è il forno alimentato con brace di legna, dove è
possibile cuocere pesce e verdure proprio come un barbecue, donando
aromi particolari al prodotto che vi viene cotto come, ad esempio,
gamberi e mazzancolle. In più, il pesce viene spesso aromatizzato
con erbe, alghe e spezie, in abbinamenti originali.
“La
mia è una cucina di pancia che vuole emozionare con i sapori ma
anche stupire con la presentazione dei piatti.
– rivela Pecelli – Mi
baso sulle radici della mia cultura culinaria, sulle ricette più
tradizionali e soprattutto sui miei ricordi gastronomici, dai quali
prendono vita piatti come il Bottoncino di burrata all’impepata di
cozze”.
I
MENÙ
Il
pranzo e la cena hanno due proposte gastronomiche differenti. Il menù
del pranzo, servito dalle 12.30 alle 15.30, propone tra gli antipasti
il crudo fresco, l’impepata di cozze e le ceviche come pure
insalate come la misticanza di tonno e l’insalata di gamberi. Ampia
la scelta anche tra i primi, tutti realizzati con pasta biologica,
come lo Spaghettone Felicetti con vongole e lattuga di mare, le
Linguine “ajo, ojo mare nostrum”, con alici affumicate al forno
alla brace, polvere di olive, capperi e peperone crusco, prezzemolo e
limone e, ancora, “L’Intruso”, mezzi paccheri con pecorino
romano DOP e pepe nero.
Tra
i secondi da segnalare sono la “Milanese di tonno”, con tataki
rosso o bianco fritto dorato con panatura di pangrattato, erbette e
maionese alla lattuga di mare e il “Filetto di baccalà alla
puttanesca”, con salsa di pomodoro, olive, aglio e origano. Tra i
dolci, da provare è senz’altro l’irresistibile “Ovomisù”
cioè un tiramisù in un guscio di meringa.
L’aperitivo
e la cena vengono proposti dalle 18.30 alle 24. La carta si apre con
“Aspettando l’alta marea”, piccoli sfizi e snack proposti dallo
chef, come il Cartoccetto
di calamaretti fritti e guacamole, la Bruschetta di sgombro sashimi
alla puttanesca o le Ostriche con mela, sedano e zenzero
(che si possono anche mangiare plein.
Tra
gli antipasti troviamo il Cannolo di mare ripieno di baccalà
mantecato, crema di zucchine, zucchine alla scapece ed erbe
spontanee, le Seppie alla Luciana con salsa di pomodoro, cipolla,
olive, capperi e patate; la Sedice… Ceviche! ovvero una ceviche con
petali di ricciola marinati, succo di limone, cipolla, pomodoro e
avocado.
Passando
ai primi, menzione speciale meritano i già citati Bottoni con
burrata e impepata di cozze con pasta fresca fatta in casa e le
Linguine di kamut biologiche del “Pastificio Felicetti”
all’astice con pomodoro e dragoncello. Quanto ai secondi,
ricordiamo la Porchetta di tonno rosso affumicato con crema di pinoli
ed erbe spontanee e il filetto di pescato del giorno al cartoccio.
Conclusione golosa a scelta con l’Ovomisù, il Lollypop,
lecca-lecca di yogurt greco con glassa di cioccolato e cocco oppure
con il Finto Yogurt, con camomilla, limone, cereali tostati e frutti
rossi.
VINI
E COCKTAIL
La
carta dei vini è ricercata e non banale, con poche interressanti
referenze. Alcune etichette sono di produzione della famiglia Asara e
provengono dalla cantina Le Masciare: Taurasi DOCG,
vino di lungo invecchiamento, Aglianico IGT, Fiano di Avellino DOCG e
Greco di Tufo DOCG. Tutti vini presenti nelle migliori guide
enologiche italiane.
Pesciolino
propone inoltre una selezione di vini naturali e biologici e
convenzionali, tutti prodotti da piccole aziende vitivinicole
provenienti da diverse regioni italiane.
La
giovane Bartender Marta Nafra propone poi una carta di drink
classici e alcuni signature che spesso compone sui desideri del
cliente al momento. Si va ad esempio da un semplice whisky sour,
accompagnandolo con delle ostriche, alla rivisitazione del Moscow
Mule (ribattezzato Pesciolino Mule), aggiungendo una polvere
di lattuga di mare. O ancora lo Czarine, grande classico
dimenticato con l’evoluzione del mixology, ma che ben si abbina con
il dolce proposto dallo chef.
LO
CHEF FABIO PECELLI
Fabio
Pecelli nasce a Roma nel 1988e, fin da giovanissimo subisce il
fascino per questo mestiere e la sua prima esperienza fu di grande
impatto, sia emotivo che professionale, da uno dei più importanti
chef italiani, Niko Romito, con il quale resta poco più di un anno.
Passa poi all’Hotel De Russie, dove matura una preziosa esperienza
lunga due anni, imparando cosa significhi organizzare una cucina
complessa come quella di un hotel 5*****Lusso. La tappa successiva è
con Andrea Fusco dove rimane per 5 anni fino a diventare Sous Chef al
Giuda ballerino! che proprio in quegli anni ottiene la Stella
Michelin.
Successivamente,
sempre alla ricerca di nuovi modi di interpretare e reinterpretare
tradizione e modernità, Pecelli viene accolto nelle cucine dello
Chef Riccardo Di Giacinto, dove acquisisce competenze relative
all’organizzazione e alla gestione della cucina, molto importanti
per il ruolo che andrà a ricoprire di lì a poco presso il
Pastificio San Lorenzo, dove, con il ruolo di responsabile, affronta
una sua cucina che sa di innovazione come pure di affidabilità. Qui
Fabio dà libero sfogo alle sue idee, maturando e personalizzando il
suo stile. Inizia la sua attività come docente all’Ateneo della
Cucina COQUIS e, subito dopo, approda come executive chef al Caffè
Propaganda, dove resta per circa due anni e mezzo.