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Russia fa paura: impennata di contagio da coronavirus in 24 ore sono stati confermati 7.933 nuovi casi

Russia si è registrata un’impennata dei casi di contagio da coronavirus negli ultimi giorni (AGGIORNAMENTI – LO SPECIALE). Nelle ultime 24 ore sono stati confermati 7.933 nuovi casi di contagio da Covid-19: è il maggior incremento giornaliero da quando si è diffusa la pandemia nel Paese. Il totale dei contagiati arriva così a 114.431. Nelle ultime 24 ore i decessi sono stati 96 per un bilancio totale delle vittime di 1.169. La Russia la momento è l’ottavo Paese al mondo con il maggior numero di contagi e anche nella giornata di giovedì si era registrato un incremento di oltre 7mila nuovi casi, secondo i dati della Johns Hopkins University. Mosca è l’epicentro della pandemia, con la metà dei casi sul totale del Paese (LE TAPPE – I PAESI CON IL MAGGIOR NUMERO DI CONTAGI).

Anche il premier positivo

Anche il premier russo Mikhail Mishustin (54 anni) è risultato positivo al coronavirus. La rivelazione è arrivata ieri in serata ed è stato lui stesso a comunicarlo, in videoconferenza con il presidente Vladimir Putin, che gli ha augurato “una pronta guarigione” e ha assecondato la sua proposta di nominare reggente il vice premier, Andrei Belousov, mentre Mishustin affronterà il periodo di autoisolamento (LE INFORMAZIONI DELLA FARNESINA SULLA RUSSIA).

Stop indeterminato a ingresso stranieri

I russi sono in lockdown dal 30 di marzo. E sempre ieri è stato ufficializzato che il divieto temporaneo d’ingresso in Russia ai cittadini stranieri e agli apolidi è stato prorogato a tempo indeterminato. Secondo le disposizioni precedenti, il divieto era valido dal 18 marzo al 1° maggio. Al momento non vi è ora alcuna indicazione su quando il divieto potrebbe essere revocato. Il premier Mikhail Mishustin aveva detto che il decreto sarebbe stato prorogato e che avrebbe indicato alcune eccezioni, tra cui i cittadini stranieri che lavorano alla messa in opera di impianti d’importazione giudicati strategici (LA MAPPA GLOBALE DEL CONTAGIO – LOCKDOWN E RIAPERTURE NEL MONDO).

La Russia arruola anche gli studenti di medicina

Secondo quanto emerso nella giornata di giovedì, la Russia sta mandando anche gli studenti di medicina e infermieristica a occuparsi dei malati di Covid-19. I ministeri della Salute e dell’Istruzione della Russia lunedì hanno chiesto alle università di mandare a fare pratica negli ospedali in cui si trattano i casi di Covid-19 anche gli studenti di materie sanitarie dal terzo anno in poi. Alcuni studenti hanno detto al Moscow Times che in caso di rifiuto rischiano ripercussioni a livello accademico. Nelle scorse settimane, medici e infermieri hanno denunciato, a più riprese, la carenza di kit di protezione individuale e le difficili condizioni di lavoro; a Ufa un ospedale è stato messo in quarantena

I numeri in Russia

“Abbiamo evitato il catastrofico scenario italiano e non per miracolo, ma grazie alle tempestive misure adottate”, ha commentato ieri il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Uno studio del centro di analisi del ministero della Salute ritiene che il successo finora registrato si debba “alla bassa densità della popolazione, alla scarsa mobilità delle persone, se paragonata agli Usa o all’Europa, l’alto livello di vaccinazione, la buona risposta ospedaliera e il massiccio uso di test (oltre 3 milioni, ndr)”. Nonché, ovviamente, alle “misure” prese dalle autorità. Inoltre, stando ai dati forniti dalla task force nazionale, a Mosca (dove si concentrano al momento il 50% dei casi) la stragrande maggioranza dei contagiati ha meno di 65 anni (e solo il 15% supera questa soglia di età, comprendendo anche gli ultra-ottantenni). Circostanza che impatta molto sul numero dei ricoveri e quindi delle morti. Putin però ha ricordato più volte che il “picco deve ancora arrivare”. Secondo i modelli matematici questo potrebbe accadere, a Mosca, entro metà maggio e poi, con un ritardo di 3 settimane, nel resto del Paese. La capitale sta già correndo ai ripari aumentando i posti letto disponibili, ormai quasi esauriti.

coronaviru: La Spagna conta oltre 13.798 vittime.

Il numero delle vittime del coronavirus in Spagna è salito a 13.798 rispetto ai 13.055 di ieri. Si registrano quindi 743 nuovi decessi nelle ultime 24 ore. Lo ha annunciato il ministero della Salute spagnolo. La Svezia registra oltre 100 morti in un giorno legate al coronavirus.

Lo comunicano le autorità sanitarie. Finora la Svezia ha mantenuto una strategia del “tutto aperto”, ma a fronte di un aumento dei contagi e soprattutto dei morti, potrebbe presto allinearsi agli altri Paesi imponendo blocchi.  Francia non ha ancora raggiunto il picco dell’epidemia di Covid-19, lo ha detto il ministro della sanità Olivier Veran intervistato da BFM Tv. “Siamo ancora nella fase di peggioramento dell’epidemia” ha detto Veran che ha spiegato che le misure di contenimento dureranno finché servira’.

Ieri la Francia ha avuto la sua giornata peggiore, con 833 morti nelle 24 ore contro i 518 del giorno prima. La Francia ha registrato 98.984 casi accertati e 8.911 morti, secondo i dati della Johns Hopkins University, che la mettono al quinto posto per numero di contagiati e al quarto per numero di decessi. La Germania ha registrato altri 3.834 casi di coronavirus nelle ultime 24 ore, aggiornando il bilancio complessivo a 99.225 persone infettate. Lo riferisce l’agenzia Reuters. Le vittime nel Paese per il Covid-19 sono in totale 1.607. Oltre 50mila morti in Europa La Bbc ha pubblicato una classifica dei Paesi in grado di riemergere più velocemente dalla crisi economica provocata dalla pandemia del Covid-19. Tra questi (130 in tutto ) al primo posto c’è la Norvegia, seguita da Danimarca, Svizzera e Germania, mentre l’Italia è al 31esimo posto.

La Russia aggiunge altri 440 casi di contagio da coronavirus al bilancio officiale, che arriva così a 2.777 casi confermati

Più di 42.000 morti con coronavirus  nel mondo. Ad aggiornare il bilancio è la Johns Hopkins University,  che parla di 42.341 vittime a livello globale. Aumentano anche i  contagi, che arrivano a 859.796. L’Italia è il primo Paese per il  triste bilancio delle vittime (12.428), mentre gli Stati Uniti sono  primi per numero di casi confermati (189.618).     Cina: lento ritorno alla normalità   Nuovi segnali di ritorno alla normalità in Cina, dove salgono a 76.238 i pazienti guariti dal coronavirus, mentre altre 2.004 persone sono ancora ricoverate.

Ieri sono stati dimessi altri 186 pazienti. Intanto, riferisce l’agenzia Xinhua, il primo gruppo di settecento tra medici e paramedici che ha lasciato lo Hubei alla fine dell’emergenza, ha concluso il periodo di 14 giorni di quarantena successivo al termine del servizio prestato nell’area da dove si è diffusa l’epidemia e oggi può tornare a riabbracciare i propri cari.

Al termine della quarantena, il personale sanitario ha partecipato a una cerimonia prima del ritorno a casa. All’indomani dello scoppio dell’epidemia a Wuhan a nello Hubei, migliaia tra medici e membri del personale sanitario, sia civili che militari, erano stati inviati nella regione per aiutare i medici e i paramedici locali.   India: vagoni letto trasformati in reparti di isolamento   Vagoni letto convertiti in reparti  per l’isolamento dei pazienti che hanno contratto il Covid-19 in  India. Le ferrovie hanno messo a disposizione del ministero della  sanità 20mila carrozze che potranno ospitare, una volta completato  l’intervento, fino a 320mila pazienti, ha reso noto il  governo.

L’intervento per la conversione dei vagoni letto è già  iniziato. I contagi confermati in India sono in tutto 1.590, secondo i dati della Johns Hopkins University (1.637 secondo i dati del  governo). Ma si teme che il numero reale sia molto più alto  considerata la fragilità del sistema sanitario, sia a livello di  personale che di strutture. Una situazione che rende più difficile  seguire l’andamento dell’epidemia con test e ricoveri.        In Corea del Sud 101 nuovi casi   La Corea del Sud ha registrato ieri101 nuovi casi di coronavirus, in calo sui 125 di lunedì, per un totale di 9.887.

Secondo gli aggiornamenti del Korea Centers for Disease Control and Prevention (Kcdc), sono tre i nuovi decessic he portano il bilancio a 165. Il 35% delle infezioni relative alle ultime due settimane è importato, mentre i contagi di ritorno sono 560 in tutto. Le regole più stringenti sugli ingressi nel Paese hanno abbattuto del 93% gli arrivi nell’ultima settimana di marzo rispetto alla prima. Sono 5.567 i guariti e 4.155 i pazienti ancora in cura. 10:42  La Corea del Sud ha imposto la quarantena di due settimane a tutti i passeggeri che arrivano dall’estero, nel tentativo di rallentare le infezioni importate dall’estero.

Il primo ministro Chung Sye-kyun ha dichiarato di essere particolarmente preoccupato per i giovani studenti sudcoreani che tornano dall’estero e ha avvertito che i funzionari applicheranno una politica di non tolleranza per coloro che non rimangono a casa. Secondo le leggi recentemente rafforzate, i cittadini sudcoreani possono affrontare fino a un anno di carcere o essere multati fino a 8.200 dollari se infrangono la quarantena. Gli stranieri possono essere espulsi.

In Russia 440 nuovi contagi   La Russia aggiunge altri 440 casi di contagio da coronavirus al bilancio officiale, che arriva così a 2.777 casi confermati, di questi 1.880 sono a Mosca, riferisce il Quartier generale per la lotta alla diffusione del Covid-19. Se i sempre contenuti numeri ufficiali russi continuano a suscitare scetticismo all’estero e anche in patria – lo stesso sindaco di Mosca Sergey Sobyanin sostiene che i dati reali sono certamente molto più gravi, ma non intercettati – la maggioranza dei casi confermati sono comunque concentrati nella capitale: dei nuovi 440 positivi, 267 sono residenti moscoviti. Nella megalopoli russa si conferma anche un trend particolare, che vede un’altissima percentuale di contagiati sotto i 45 anni. Dei nuovi casi, 117, quasi la metà, hanno tra i 18 e i 45 anni. Tra i positivi al Covid-19 a Mosca ci sono anche molti bambini.

Il coronavirus devasta l’economia cinese e l’incubo non è finito

 dati per marzo potrebbero essere anche peggiori.
“Il crollo di febbraio è stato diluito nei dati con una media di gennaio, quando la maggior parte delle interruzioni non erano ancora state avvertite”, ha dichiarato Julian Evans-Pritchard, economista cinese senior per Capital Economics.
Larry Hu, capo economista cinese del gruppo Macquarie, ha affermato che la sua “ipotesi migliore” è che l’economia cinese da $ 14 trilioni contrarrà del 6% nel primo trimestre, rispetto allo stesso periodo di un anno fa.
“Ora è chiaro che sarebbe il peggiore in quasi 50 anni”, ha detto. L’ultima volta che la Cina ha avuto una contrazione dell’economia è stata nel 1976, quando la morte del leader del Partito Comunista Mao Zedong ha posto fine a un tumulto sociale ed economico lungo un decennio in Cina.
Il colpo all’economia cinese nel primo trimestre è stato “devastante”, secondo Ting Lu, capo economista cinese di Nomura. “A nostro avviso, l’unica domanda è quanto negativo [PIL del primo trimestre] sarà.”
Il governo cinese ha cercato di rilanciare l’economia incoraggiando le aziende a tornare al lavoro, sebbene in condizioni rigorose volte a prevenire un aumento del numero di casi di coronavirus.
Il National Bureau of Statistics ha affermato che l’economia potrebbe migliorare nel secondo trimestre, poiché le imprese tornano al lavoro e mentre varie misure politiche, tra cui tagli dei tassi di interesse, iniezioni di liquidità e tagli a tasse e commissioni, filtrano attraverso l’economia.
Ma gli analisti hanno affermato che la ripresa sarà probabilmente molto debole a causa di un picco della disoccupazione cinese, che deprimerà la spesa dei consumatori e della diffusione globale del virus, che frenerà le esportazioni anche quando le fabbriche torneranno alle normali operazioni.
Il tasso di disoccupazione cinese è aumentato, fino al 6,3% a febbraio dal 5,2% a dicembre.
“Questa non è la fine dell’incubo”, ha detto lunedì Iris Pang, capo economista della Grande Cina per ING.

Rimbalzo improbabile presto

“La diffusione di Covid-19 … in quasi tutti i paesi significa che la domanda globale si fermerà bruscamente e le catene di approvvigionamento globali saranno ancora rotte quando le fabbriche di tutto il mondo sospenderanno le operazioni”, ha detto.
Ora ci sono stati più casi segnalati del nuovo coronavirus al di fuori della Cina continentale che all’interno, secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità e delle agenzie di sanità pubblica rintracciati dalla CNN. Il virus ha già ucciso oltre 6.400 in tutto il mondo e infettato oltre 169.000, secondo una stima della Johns Hopkins University.
È probabile che anche le vendite al dettaglio si riprendano molto lentamente poiché alcune delle principali città cinesi hanno riferito casi importati di coronavirus e Pang ha aggiunto che i consumatori sono ancora cauti nell’andare nei centri commerciali e nei ristoranti.
La Lu di Nomura ha avvertito che c’era il rischio di un secondo scoppio del coronavirus a causa della pandemia globale e dell’urgente necessità per la Cina di riavviare la sua economia.

Più supporto politico

La Cina adotterà misure di soccorso più forti per contrastare l’impatto del virus, Mao Xinyong, portavoce del National Bureau of Statistics, ha dichiarato lunedì in una conferenza stampa che ha accompagnato il rilascio dei dati scioccanti.
Comprenderà misure fiscali e monetarie per alleviare ulteriormente l’onere fiscale, aumentare la spesa pubblica e ridurre i costi di finanziamento, nonché politiche speciali per proteggere i posti di lavoro.
Mao ha affermato che il governo si asterrà dall’inondare il mercato di liquidità eccessiva, al fine di evitare di spingere i prezzi al consumo ancora più in alto.
La banca centrale cinese ha iniettato nuovamente liquidità nel mercato monetario, dopo aver pompato centinaia di miliardi di dollari da febbraio.
Lunedì, la Banca popolare cinese ha iniettato 100 miliardi di yuan ($ 14,3 miliardi) nel sistema finanziario offrendo prestiti a basso costo alle banche. Venerdì, la banca centrale ha annunciato che taglierà la quantità di liquidità che le banche devono detenere come riserve. La mossa pomperebbe anche 550 miliardi di yuan ($ 78,6 miliardi) nel sistema bancario.
I funzionari della PBOC hanno anche affermato che avrebbero adottato altre misure per ridurre i costi di finanziamento per proteggere l’economia.
Dopo le mosse di PBOC di lunedì, Lu prevede che Pechino prenderà ulteriori misure di agevolazione finanziaria e di allentamento delle politiche nei prossimi mesi, compresi tagli al tasso di finanziamento a medio termine e al tasso di deposito di riferimento, nonché tagli fiscali e riduzioni degli affitti per le imprese.
Ma ha anche affermato che è improbabile che Pechino lanci un imponente pacchetto di stimoli come quello durante la crisi finanziaria globale del 2008 , perché ha molto meno spazio per agire.
Il debito cinese è aumentato, il surplus delle partite correnti è diminuito e le sue riserve valutarie sono diminuite da allora Anche l’aumento dei prezzi della carne suina a causa della peste suina ha spinto al rialzo l’inflazione. Questi vincoli hanno reso difficile ripristinare la crescita economica con credito a basso costo e ingenti prestiti, ha affermato Lu.
– Sherisse Pham ha contribuito a questo rapporto.

Coronavirus fa paura a New York: oltre 111mila Contagiati

Sale la paura per il coronavirus a New York. Il sindaco Bill de Blasio invita i cittadini a non prendere la metropolitana se malati e in generale a camminare o andare in bicicletta nelle ore di punta così da evitare la metro. “Chiediamo ai cittadini di rivedere la loro routine per fermare la diffusione del virus. Se state male state a casa”, dice de Blasio, che ha ordinato la cancellazione dei viaggi internazionali non essenziali per i dipendenti della città e gli studenti.

I casi confermati di coronavirus in Usa sono 564, in 34 Stati, compreso District of Columbia, il distretto di Washington. Lo Stato di New York (dove sono stati confermati 89 casi) insieme con la California e l’Oregon ha dichiarato lo stato di emergenza.

La nave da crociera Grand Princess attracca a San Francisco con 21 contagiati a bordo

La nave, bloccata al largo di San Francisco con oltre 3.500 persone a bordo tra cui 21 contagiate dal coronavirus, attraccherà nel porto di Oakland oggi. Lo riferiscono i media Usa e un passeggero. Sull’imbarcazione ci sono anche 31 italiani nell’equipaggio e uno tra i passeggeri, tutti in salute. Lo sbarco potrebbe durare più di due giorni. È invece ancora in navigazione la Costa Fortuna. La nave doveva fare scalo a Phuket, mentre le notizie sulla diffusione del contagio in Italia facevano il giro del mondo. La Thailandia ha quindi imposto una serie di restrizioni e quando è giunta la nave – con 173 italiani a bordo – ne ha impedito l’attracco. La Costa Fortuna ha quindi puntato sulla Malesia, ricevendo un altro rifiuto e ora è in viaggio verso Singapore. A bordo, assicura la compagnia, non c’è alcun malato. Ma la nave viene sempre preceduta dalle restrizioni che diversi Paesi stanno imponendo a chi è stato in Italia.
La Grand Princess nella baia di San Francisco

Coronavirus: paura a New York. Il sindaco:  "Andate in bici o camminate". Contagiati a quota 110mila

Coronavirus: Usa, il senatore Ted Cruz in auto quarantena

Il senatore repubblicano americano Ted Cruz si mette in quarantena dopo aver avuto contatti con una persona risultata positiva al coronavirus. “Non ho sintomi, mi sento bene”, dice il senatore texano spiegando di aver deciso di mettersi in quarantena per precauzione. Cruz è venuto a contatto, tramite una breve conversazione e una stretta di mano, con una persona positiva durante la conferenza Cpac, che si è tenuta dieci giorni fa e a cui hanno partecipato anche il presidente Donald Trump e il vice Mike Pence.

Informazione e media, 2,2 milioni da Bruxelles

La Commissione europea ha lanciato tre nuovi bandi con cui mette a disposizione complessivamente 2,2 milioni di euro per finanziare tre progetti pilota nel settore dell’informazione e dei media.
I bandi fanno parte dell’ampio ventaglio di iniziative e interventi messi in campo dall’Ue per tutelare il pluralismo e la libertà dei mezzi di informazione e promuovere il giornalismo di qualità in Europa.

Internship opportunities for minority language media
Con questo bando vengono stanziati 500mila euro per finanziare 1 progetto mirato a consentire ai professionisti dell’informazione che in Europa lavorano in lingue minoritarie di svolgere tirocini presso i più importanti canali/organi d’informazione dell’UE, situati al di fuori del loro Paese di residenza. Ciò contribuirà a migliorare le competenze e le capacità professionali dei giornalisti coinvolti e permetterà di comprendere più approfonditamente la varietà dei media e della cultura dell’informazione.
Beneficiari dei tirocini potranno essere professionisti di qualsiasi nazionalità, residenti nell’Ue, che lavorano per un canale/organo di informazione europeo che fornisce contenuti in una lingua minoritaria, ossia una lingua utilizzata in un Paese Ue che non è lingua ufficiale di quel Paese. Si vuole dare priorità a professionisti che lavorano per i media che si occupano principalmente di gruppi svantaggiati (rom, rifugiati e migranti) e minoranze, che possono essere più facilmente bersaglio della propaganda e della disinformazione.
Il bando è rivolto a organizzazioni no-profit, organizzazioni internazionali, università, istituti d’istruzione, centri di ricerca, società dei media stabiliti negli Stati Ue, che possono presentare proposte singolarmente o in gruppo.
Il contributo Ue potrà coprire fino all’80% dei costi totali ammissibili del progetto selezionato.

Exchange of media ‘rising stars’ to speed up innovation and increase cross-border coverage:
L’obiettivo di questo bando è favorire la mobilità dei giovani professionisti dei media e la cooperazione transfrontaliera tra questi professionisti e i canali/organi d’informazione come mezzo per promuovere l’innovazione nel settore dei media in Europa e un ambiente favorevole al giornalismo di qualità e al pluralismo dei mezzi di informazione.
Il bando, con un budget di 1,2 milioni di euro, punta a finanziare 1 progetto per la messa a punto di un programma di scambio che potrà essere aperto non solo a giornalisti ma anche ad altri professionisti del settore dei media, quali professionisti della comunicazione, del marketing e delle tecnologie dell’informazione.
Le proposte possono essere presentate – singolarmente o in consorzio – da persone giuridiche stabilite negli Stati membri UE come organizzazioni non-profit, università, istituti d’istruzione, centri di ricerca.
Anche in questo caso il contributo UE potrà coprire fino all’80% dei costi totali ammissibili del progetto selezionato.

Media Council in the digital age
Il terzo invito mette a disposizione 500mila euro per il finanziamento di 1 progetto mirato a migliorare la conoscenza e a favorire una maggiore collaborazione tra gli organismi di autoregolamentazione dei media nell’era digitale.
Il progetto studierà e mapperà gli organismi di autoregolamentazione dei media nell’Ue e nei Paesi candidati. Consentirà anche la creazione di una piattaforma per facilitare la cooperazione tra questi organismi e il loro adattamento al mondo online e ai suoi sviluppi. Inoltre, attraverso lo scambio di best practices, il progetto contribuirà a chiarire come raggiungere gli obiettivi dell’autoregolamentazione in un ambiente caratterizzato dalla convergenza dei media.
Il bando è rivolto a organizzazioni non-profit, organizzazioni internazionali, università, istituti d’istruzione, centri di ricerca, società dei media stabiliti negli Stati Ue e nei Paesi candidati. Le proposte devono essere presentate da un consorzio costituito dal almeno 2 soggetti.
Il progetto selezionato potrà essere cofinanziato dall’Ue fino al 70% dei costi totali ammissibili.
Per tutti e tre i bandi i progetti da finanziare dovranno avere una durata massima di 12 mesi e la scadenza per la presentazione delle proposte è fissata al 17 aprile 2019.

Il Brasile di Bolsonaro commemora la dittatura militare fascista

Il portavoce del governo Otavio Rego Barros dice che il presidente d’estrema destra ha approvato un ordine del giorno e ha chiesto “di fare le dovute commemorazioni” il prossimo 31 marzo.

Bolsonaro non ha mai negato la sua ammirazione per i militari criminali della dittatura. Possiamo dire che lui rappresenta esattamente quel Brasile, un Paese che ha nostalgia di quell’epoca buia e violenta. Ora però questa nostalgia è ufficiale. 
Il presidente del Brasile ha chiesto infatti al ministero della Difesa di organizzare le commemorazioni della dittatura militare del Paese, iniziata il 31 marzo 1964 e durata due decenni.
    Il portavoce del governo Otavio Rego Barros dice che il presidente d’estrema destra Jair Bolsonaro ha approvato un ordine del giorno che gli è stato presentato dal ministero e ha chiesto “di fare le dovute commemorazioni” il prossimo 31 marzo.
    Bolsonaro, un ex capitano dell’esercito, non crede che ci sia stato un colpo di Stato militare nel 1964 e ha ripetutamente elogiato il regime autoritario del 1964-1985. Nel 2016, quando votò per l’impeachmentare della allora presidente Dilma Rousseff, vittima di torture durante la dittatura, Bolsonaro dedicò il suo voto a un colonnello che guidava un’unità di tortura. Come presidente, Bolsonaro ha nominato diversi ex generali nel suo governo.

fonte:
https://www.globalist.it/world/2019/03/26/il-brasile-di-bolsonaro-commemora-la-dittatura-militare-fascista-2039216.html

Christchurch, attacco in due moschee in Nuova Zelanda: almeno 49 morti. La strage in diretta Facebook

Ad aprire il fuoco nei due luoghi di culto un commando di 4 persone. Esplosivi sarebbero stati attaccati ad alcune auto. Prima della strage era apparso un manifesto anti-immigrati e anti-Islam. In un tweet postato da uno dei terroristi si vedono i caricatori delle armi automatiche con su  nomi di assassini di immigrati: compreso l’italiano Luca Traini

di ANNA LOMBARDI

Sentivo le urla strazianti dei tanti colpiti a morte. Sono rimasto immobile, pregando Dio di essere risparmiato. I killer hanno ucciso alla mia destra e alla mia sinistra. Poi si sono spostati nella stanza dove pregavano le donne e da lì sono arrivate altre urla che non riesco a dimenticare. Siamo fuggiti in massa, coperti di sangue…”. E’ la drammatica testimonianza raccolta dalla Afp da uno dei sopravvissuti alla strage della moschea di Al Noor, una delle due colpite nella città neozelandese di Christchurch. Un uomo che non vuole dire il suo nome: “Sono ancora terrorizzato”. Al Noor è una delle due moschee colpite ieri in Nuova Zelanda durante la preghiera del Venerdì da un commando di quattro persone guidate da un ventottenne australiano, Brenton Tarrant che nell’orribile live della strage si descrive come: “un normale uomo bianco”. Spiegando: “mi sono ispirato alla strage compiuta ad Utoya, in Norvegia, da Anders Breivik nel 2011. Voglio uccidere gli stranieri invasori”.

Gli attacchi sono avvenuti intorno alle 13.40 ora locale – l’1.40 del mattino in Italia – è il bilancio delle vittime è di almeno quarantanove morti. Tanto che la premier della Nuova Zelanda Jacinta Arden ha subito affermato in diretta televisiva: “E’ uno dei giorni più bui della Nuova Zelanda. Siamo davanti a un atto di violenza senza precedenti”.

Nuova Zelanda, l’attentatore in auto con le armi per la strage

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Il primo allarme è arrivato dalla moschea di Al Noor, dove c’erano almeno 300 persone raccolte nella preghiera del venerdì. I killer hanno prima attaccato la sezione maschile e poi si sono spostati nella sala preghiere femminile. Poco dopo il secondo assalto alla moschea di Masjid nel sobborgo di Linwood. La dinamica del secondo attacco non è ancora chiara, ma comporterebbe delle auto cariche di esplosivi. A sparare invece sarebbe stato un commando formato da 3 uomini e una donna, che la polizia è successivamente riuscita a fermare. Ma si teme che ci siano altri complici, parte di una rete molto più larga.

“Il ritrovamento di esplosivi” ha detto il commissario di polizia neozelandese, Mike Bush, durante la prima concitata conferenza stampa “sottolinea la serietà dell’attacco”. Tanto più che nelle stesse ore il centro della città era pieno di giovani diretti alla loclale manifestazione per il clima degli studenti, che per ragioni di sicurezza è stata poi cancellata. Fra gli scampati ci sono anche gli atleti della nazionale di cricket del Bangladesh che si erano recati a pregare in una delle due moschee sotto attacco. Sono riusciti a fuggire tutti illesi: ma il match di sabato con la nazionale neozelandese è stato comunque cancellato.

Non sembrano esserci dubbi sul fatto che matrice dell’attacco è il razzismo anti islamico. Poco prima della strage sui social era infatti apparso un manifesto di 87 pagine “anti-immigrati e anti-musulmani” che è stato poi cancellato. Secondo le prime ricostruzioni uno dei killer è di nazionalità australiana: lo ha confermato anche il premier di quel paese, Scott Morrison. Si tratta di un uomo bianco, tra i 30 e i 40 anni che indossava un’uniforme militare quando ha aperto il fuoco.

Christchurch, attacco in due moschee in Nuova Zelanda: almeno 49 morti. La strage in diretta Facebook

Il tweet (ora eliminato) di uno degli attentatori: sulle munizioni i nomi dei killer anti migranti e anti musulmani tra cui quello di Luca TrainiCondividi  
A rendere ancora più odioso l’episodio, è la comparsa, in un tweet postato da uno terrorirsti di una lista di eventi storici e di nomi di assassini di migranti scritti su alcuni caricatori di armi automatiche, dove compare anche quello dell’italiano Luca Traini, che nel 2018 tentò una strage di migranti a Macerata ferendo sei persone. Per ragioni di sicurezza tutte le moschee del Paese sono state chiuse. Evacuate anche molte scuole.

Il live della strage trasmesso su Facebook, subito ritirato dalla rete, sta purtroppo ancora circolando. Al punto che la polizia della Nuova Zelanda ha “esortato con forza” media e popolazione a non condividere quei 17 minuti di sangue girati e postati da uno dei killer. Anche molti utenti hanno esortato i social a rimuovere le terribili immagini. E infatti si è subito mossa anche Facebook, con il portavoce locale, Mia Garlick, che poche ore dopo ha confermato che il video della strage è stato rimosso.

“La polizia della Nuova Zelanda ci aveva allertato relativamente al video su Facebook poco dopo l’inizio dello streaming live e noi abbiamo velocemente rimosso sia il video e sia gli account Facebook e Instagram dell’attentatore”, ha precisato la Garlik.

Nuova Zelanda, attacco in due moschee. Il primo ministro Arden: “Attacco senza precedenti”

fonte:repubblica.it

In Venezuela inflazione interannuale al 2’295’981,8%

Lo ha annunciato il deputato oppositore José Guerra, membro della Commissione di Finanze dell’assemblea nazionale

CARACAS – L’inflazione in Venezuela ha registrato una crescita del 53,7% nel mese di febbraio, il che porta l’inflazione accumulata al 348,2%, e quella interannuale – cioé calcolata dal mese di febbraio del 2018 – al 2’295’981,8%. Lo ha annunciato il deputato oppositore José Guerra, membro della Commissione finanze dell’Assemblea nazionale. «Anche se l’aumento sembra frenarsi, è certo che continua l’iperinflazione, che sta letteralmente distruggendo il paese», ha detto Guerra, presentando le cifre in una conferenza stampa. La Banca Centrale del Venezuela non pubblica dati ufficiali sull’aumento dei prezzi dal 2014. Secondo previsioni del Fondo Monetario Internazionale, se non cambia la politica economica del governo di Nicolás Maduro, l’inflazione raggiungerà il 10’000’000% entro la fine del 2019.

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