I dati rivelano il fenomeno sommerso ma diffuso del ricorso alle nuove sostanze sintetiche “Almeno uno studente su tre le ha provate”
Si comprano su Internet. Si mischiano sostanze diverse, spesso artigianalmente, seguendo le istruzioni che si trovano in rete. Servono per sballarsi, ma anche per il sesso che ora diventa “chimico”, lunghe maratone che possono durare anche 72 ore. Mentre i consumi delle droghe di tipo tradizionale sono rimasti stabili, l’uso delle nuove sostanze psicoattive sintetiche continua a crescere. Numeri importanti in Italia e Torino non fa eccezione. «Il 30 per cento negli ultimi cinque anni, ma con una crescita sensibile soprattutto in questo ultimo anno. E molti sono minorenni, quasi tutti studenti », dice Galdino La Foche, direttore del dipartimento delle dipendenze dell’Asl To3.
E i nuovi killer, un lungo elenco sempre in evoluzione, sono sempre più utilizzati per amplificare e prolungare le sensazioni legate al sesso. Un fenomeno che sta aumentando anche in Italia con la diffusione delle nuove droghe. Si chiama Chemsex, sesso chimico appunto, e sta preoccupando medici e operatori. Lo praticano, sotto l’influenza di un mix di sostanze ( metanfetamine, mefedrone e ghb, l’acido gamma idrossibutirico conosciuto come droga da stupro), più gli uomini che le donne, molti all’interno della comunità gay. Non più casi raccontati nelle riviste scientifiche ma ragazzi giovanissimi che arrivano in pronto soccorso con sintomi in apparenza lievi come ansia o attacchi di panico.
Se n’è parlato ieri in un convegno organizzato da Health Data Consulting, provider per corsi di formazione per i medici, sotto la responsabilità scientifica di Giovanni Di Perri, direttore del dipartimento di scienze mediche, clinica di malattie infettive dell’Università di Torino, e Chiara Mussini, clinica di malattie infettive e tropicali del Policlinico di Modena. «Per contrastare un fenomeno sommerso come questo servono risposte condivise che coinvolgono sessuologi e psicologi, medici delle dipendenze » , dice Di Perri. Proprio da Torino parte una campagna per spiegare e conoscere effetti e conseguenze come l’aumento delle malattie sessualmente trasmissibili.
I casi di persone che assumono le nuove sostanze e arrivano al Sert di Venaria sono in crescita, conferma La Foche: «Pochi giorni fa è stato soccorso un ragazzino che aveva assunto Risvotril, un farmaco antiepilettico che viene venduto nelle “ piazze”, nei luoghi di incontro. Un uomo giorni fa è morto. Oppure si tratta di adolescenti che trovano in casa il Tavor prescritto alla nonna o il Minias o lo Xanax prescritto ai genitori » . Al Sert arrivano segnalati in alcuni casi dalla polizia. In altri su indicazione del pronto soccorso, dove scattano i sospetti che ci sia stata assunzione di sostanze che sfuggono ai tradizionali esami del sangue o del capello.
I dati italiani che compaiono nell’ultima relazione del ministero (marzo 2017) e quelli di Torino sono considerati in linea, e sono impressionanti: il 33 per cento degli studenti italiani ( 800.000) ha provato almeno una sostanza illegale e il 3,5 per cento fra 15 e 19 anni ha utilizzato almeno una volta le nuove sostanze, catinoni sintetici, ketamina o antidolorifici. E se a questi si aggiungono i cannabinoidi sintetici, i cosiddetti Spice, la percentuale sale all’11,9 per cento