
Milano, incendio in un appartamento: morto un 53enne, 4 intossicati

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Sono in tutto 27 le misure cautelari emesse dai gip di Milano e Monza. Edoardo Mazza è accusato di corruzione: avrebbe favorito gli affari di un imprenditore legato alle cosche in cambio di voti
I carabinieri del Comando provinciale di Milano hanno eseguito dalle prime luci dell’alba una serie di arresti nelle province di Monza, Milano, Pavia, Como e Reggio Calabria nell’ambito di un’inchiesta su infiltrazioni della ‘ndrangheta nel mondo dell’imprenditoria e della politica in Lombardia. Tra gli arrestati anche il sindaco di Seregno (Monza) Edoardo Mazza, di Forza Italia. È accusato di corruzione: avrebbe favorito gli affari di un imprenditore legato alle cosche, il quale si sarebbe a sua volta adoperato per procurargli voti.
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Le misure cautelari. L’inchiesta è coordinata dalla Procura di Monza e dalla Procura distrettuale Antimafia di Milano. In tutto, 27 misure cautelari: 21 in carcere, 3 ai domiciliari e 3 interdittive, firmate dai Gip Pierangela Renda e Marco Del Vecchio.
Le accuse. Le 27 persone sono accusate a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi, lesioni, danneggiamento (tutti aggravati dal metodo mafioso), associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, abuso d’ufficio, rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento personale.
L’inchiesta. L’inchiesta dei carabinieri, partita nel 2015, e che porta la firma dei Pm monzesi Salvatore Bellomo, Giulia Rizzo e del Procuratore della Repubblica di Monza Luisa Zanetti e dei Pm della DIA Alessandra Dolci, Sara Ombra e Ilda Boccasini, rappresenta una costola dell’indagine “Infinito”, che nel 2010, sempre coordinata dalle procure di Monza e Milano, aveva inferto un duro colpo alle “Locali” ‘ndranghetiste in Lombardia.
Cosche e politica. A legare a “doppio filo” politica e ‘ndrangheta, sarebbe stato un imprenditore edile di Seregno il quale avrebbe intrattenuto rapporti con politici del territorio, e coltivato frequentazioni e rapporti fatti di reciproci scambi di favori con esponenti della criminalità organizzata. Il suo ruolo sarebbe stato “determinante” per l’elezione del sindaco arrestato, secondo le ricostruzioni degli inquirenti. Il suo interesse era quello di ottenere dai politici una convenzione per realizzare un supermercato nel monzese.
Droga ed estorsioni. Secondo le indagini, i presunti esponenti della ‘ndranghet arrestati stamane erano dediti al traffico di droga e alle estorsioni. Le indagini hanno portato all’identificazione del sodalizio legato alla Locale della ‘ndrangheta di Limbiate (Monza) composto da soggetti prevalentemente originari di San Luca (Reggio Calabria), che secondo l’accusa aveva avviato in provincia di Como un ingente traffico di cocaina, ed è ritenuto responsabile di alcuni episodi di violente estorsioni nella zona di Cantù
Come riporta ‘la Repubblica’, tutto è cominciato in viale Monza, a poca distanza dal centro del capoluogo lombardo, dove la donna è salita a bordo dell’auto per andare a Lampugnano e da qui prendere un pullman per andare a Venezia. Il finto conducente l’ha portata invece a Crescenzago, in periferia, e, in una zona isolata, l’ha violentata. La turista, dopo che l’aggressore se n’era andato, ha dato l’allarme con il suo telefono ed è stata portata in ambulanza alla Clinica Mangiagalli dove gli accertamenti hanno confermato la violenza sessuale.
Il giorno dopo, con gli investigatori ha cercato di ripercorrere il tragitto, partendo da viale Monza, ma ha avuto un crollo emotivo ed è dovuta tornare in ospedale. I carabinieri stanno passando al setaccio le telecamere di sorveglianza e, con l’aiuto della sommaria descrizione dell’auto fornita dalla vittima, stanno cercando di dare un nome all’aggressore che non si esclude sia stato protagonista in passato di altri episodi.
I carabinieri starebbero concentrando le loro indagini su un sudamericano. Il campo delle ricerche è vasto ma a essere più interessata è la zona di via Padova e viale Monza dove, tra l’altro, è alta la presenza di sudamerican
Auto di lusso in Montenapoleone
L’imprenditore avrebbe spintonato e insultato il padre di un bambino disabile di sette anni che gli aveva chiesto di spostare di qualche metro la Ferrari, dato che l’auto aveva in parte invaso il posto riservato ai disabili e non consentiva di aprire il bagagliaio per estrarre la sedia a rotelle del piccolo. Secondo Malagutti, “non è vero che ho malmenato il genitore con il pass. È stato lui a venirmi incontro caricando il pugno dietro di sé. Ho semplicemente proteso le braccia in avanti per proteggermi da una eventuale aggressione”.
Tant’è vero che, come ha spiegato il suo legale Angelo Maiello alla RSI, l’imprenditore e il padre del bambino disabile hanno sporto reciproca querela e le immagini delle videocamere presenti in via Montenapoleone sono già state acquisite dall’autorità giudiziaria.
“Il musetto della vettura invadeva di 20 centimetri il posteggio dei disabili. Ma il mio assistito era a bordo, aspettava la moglie e la figlia per una commissione” ha detto l’avvocato di Malagutti.
E’ stato eseguito dalla Divisione Anticrimine della questura di Milano un mandato di arresto europeo emesso dalla Spagna nei confronti di un 50enne argentino. L’uomo e’ ritenuto responsabile della violenza sessuale e i confronti di donna con sindrome di Down. La violenza avvenne in un centro per disabili dove l’uomo lavorava come inserviente.
Lorenzo Hurtado Vasquez 50enne argentino di nazionalita’ ma nato in Peru’ era ricercato dalle autorita’ spagnole fin dal 2012, dopo che era stata accertata la grave violenza sessuale che aveva commesso: in un istituto per disabili dove lavorava a Barcellona, tra il 2011 e il 2012, aveva violentato piu’ volte una donna down con una disabilita’ mentale dell’85 per cento. Contro di lui la prova principe, quella del dna: la donna infatti era rimasta incinta, ma la gravidanza non era andata buon fine; dall’analisi del feto si e’ quindi risaliti in modo inequivocabile al fatto che il padre e quindi l’autore della violenza fosse proprio lui. Dieci anni la condanna prevista in Spagna per il reato, ma fin da subito l’uomo ha fatto perdere le sue tracce. Hurtado ricompare nel 2016 in Italia: in un controllo della polizia stradale in autostrada nei pressi di Milano fornisce un indirizzo fittizio, dicendo di abitare tra viale Monza e viale Padova, zona ad alta densita’ di sudamericani. Risale invece al 2017 l’emissione del mandato di arresto europeo da parte delle autorita’ spagnole: l’avviso di cattura viene inserito nell’area Schengen il 13 settembre di quest’anno. Cominciano cosi’ le ricerche a Milano, soprattutto in quella zona: dapprima gli agenti raccolgono informazioni tramite conoscenti; quindi arrivano ad una donna che e’ legata sentimentalmente a lui, infine gli agenti raccolgono altri indirizzi fino a giungere ad alcuni soggetti che lo avevano ospitato.
L’escamotage usato dai poliziotti dell’ufficio arrestati e catturandi della questura di Milano e’ stato quello di spargere nella comunita’ sudamericana una voce: Hurtado avrebbe dovuto risolvere alcuni problemi relativi a dei controlli che erano stati fatti a suo carico e a cui mancavano delle generalita’. Rintracciando quindi delle utenze telefoniche a lui in uso ma non intestate, sono riusciti a contattarlo con la motivazione di concludere questi atti. Una volta fissato un appuntamento lo hanno arrestato ad appena una settimana dall’inizio delle ricerche. L’indagine e’ stata complicata dal fatto che la polizia italiana non aveva di lui ne’ foto, ne’ impronte digitali. L’uomo e’ ora a San Vittore in attesa di estradizione.