La sicurezza è un tema molto sentito dai cittadini. Basti pensare in epoca Covid-19 quando, proprio per evitare i contagi, e sentirci appunto più sicuro, abbiamo rivoluzionato le nostre abitudini.
Un tema molto sentito anche on line, tanto è vero che sono nati servizi di pagamento digitale e di trasferimento di denaro che fanno della sicurezza e affidabilità il proprio successo. A tal punto che interi settori economici si stanno affidando a questo circuito: del resto, è riconosciuta la sicurezza dei casino PayPal o delle transazioni economiche che ‘passano’ attraverso questo sistema che protegge gli acquisti attraverso un sistema di crittografia avanzata.
Offline, invece, tra le azioni controverse di recente attenzione mediatica vi è il caso delle borseggiatrici: un’azione criminale sviluppatasi in varie metropoli italiane, su tutte Roma e Milano ad opera di donne e giovani ragazze. Alcune di queste figure sono state riprese anche dalle telecamere di trasmissioni televisive note. Un evento che comunque, nonostante le tante denunce, continua a ripetersi ai danni di povere vittime che si vedono così rapinate senza poter fare nulla. Andiamo ad esaminare la questione nel dettaglio.
C’è una petizione anti borseggiatrici a Milano?
Nel maggio del 2016 è stata emessa da parte della Procura di Milano un’ordinanza secondo la quale le borseggiatrici non potevano essere recluse per il reato in questione. Elemento giuridico che poi è stato rivisto in seguito a diverse petizioni che avevano appunto sollevato un grido di protesta nei confronti di questa ordinanza. Ciò a seguito anche della reiterazione del suddetto crimine commesso da tali borseggiatrici sempre più frequente nelle stazioni e metro non solo di Milano ma anche di Roma. La petizione risale a sei anni dopo l’ordinanza della Procura di Milano, aprile 2022, con conseguente modifica della stessa e obbligatorietà di reclusione presso gli istituti penali delle donne (spesso gravide per evitare il carcere) autrici del reato.
Chi sono le borseggiatrici a Milano?
Le borseggiatrici sono spesso donne in stato di gravidanza, anche avanzata, che per tale status risultano essere incompatibili con la detenzione. Un aspetto studiato ad arte per evitare la prigione e poter rubare liberamente le povere vittime prese di mira in stazioni, metro e luoghi similari caotici. Un contesto perfetto per poter dar vita all’azione criminale senza esser colti sul fatto. Piano, questo, studiato da uomini che manovrano queste donne per sfruttarne la posizione assolutamente al di sopra di ogni sospetto per poi spartire i ricavi della frode. Molte volte, tali ladre sono apparse anche sui profili social, risultando oggetto di grande attenzione mediatica. Stiamo parlando soprattutto delle giovani ragazze, che si fingono spesso studentesse per dare meno nell’occhio. Profili giovani che hanno dalla loro anche una certa avvenenza utile per avvicinare coloro che vengono poi derubati.
Quante borseggiatrici ci sono a Milano?
Fino a qualche anno fa, quindi 2021, il numero di borseggiatrici rilevato dal Viminale dopo un attento studio, era di circa 21.000. A distanza di una decina d’anni esso si è ridotto quindi di quasi quattromila unità, (prima si attestava intorno ai 25.000 quasi) a testimonianza della maggiore attenzione verso queste donne autrici delle rapine da parte di autorità ma anche delle possibili vittime con una migliore gestione della sicurezza. Una maggiore informazione generale, sviluppatasi mediante i diversi canali di informazione online e mediale, ha favorito una sorta di istruzione della società a porre un occhio di riguardo in circostanze di caos in luoghi pubblici, come stazioni o metropolitane o piazze dove agiscono di solito le borseggiatrici.
Perché non si possono arrestare le borseggiatrici?
Come anticipato nel paragrafo sopra, le borseggiatrici essendo quasi sempre donne in stato di gravidanza, non possono essere arrestate. Ordinanza, questa che appunto per questo motivo è stata oggetto di petizione e protesta da parte delle tante vittime di questo sopruso. Da qui la modifica della normativa con successivo obbligo di reclusione in istituti penali delle gravide, per un fermo adeguato.
Dove vivono le borseggiatrici?
La gran parte delle borseggiatrici, di matrice rom, sono stanziate tra i campi di Milano e Roma. Quindi Lazio e Lombardia quali regioni maggiormente attenzionate da queste donne e dai loro complici, che prediligono le metropoli perché più affollate e per tanto predisposte all’atto votato a ripulire le possibili vittime. Ovviamente dietro il loro agire criminale vi sono come detto degli uomini, complici, che studiano e scelgono nel dettaglio piani d’azione, luoghi e orari delle rapine.
Cosa rubano le borseggiatrici?
Le tre fonti economiche predilette dalle borseggiatrici sono i cellulari, i portafogli e i contanti ovviamente. Insomma fonti finanziarie immediatamente rivendibili o spendibili per migliorare la propria posizione e soprattutto non rintracciabili (come nel caso di carte di credito e simili). Inoltre questi elementi sono più semplici da rubare nel saliscendi da treni o pullman, o ancora nelle folle caotiche dei luoghi pubblici, quali piazze o stazioni e così via. Un’alternativa a queste tre fonti di reddito illecito, sono poi i documenti (tessere sanitarie, patenti e carte di identità) anch’essi riutilizzabili per scopi sempre deprecabili.
Anche Striscia la Notizia ha parlato delle borseggiatrici a Milano!
In fase di premessa abbiamo fatto riferimento a trasmissioni televisive note che hanno trattato la tematica delle borseggiatrici. Tra queste vi è Striscia la Notizia, il programma satirico di punta di canale 5, che da anni agisce in favore della denuncia di piaghe sociali simili. Proprio alcuni inviati di questa trasmissione, con microcamere nascoste hanno ripreso da vicino l’azione criminale delle donne che tentavano di derubare in molteplici occasioni le vittime presenti nelle stazioni di Milano o Roma. Inoltre sempre Striscia ha mostrato in una puntata un video inedito realizzato da dei passeggeri che per l’appunto riprendevano non solo l’atto delle borseggiatrici ai danni di alcune donne con velo, ma anche la conseguente reazione di uomini presenti sul posto. Una sorta di far west andato in scena nelle metropolitane milanesi tra le parti coinvolte, manifesto della deriva negativa di questa situazione. Timore e sospetto dilagano per tanto in luoghi pubblici come quelli descritti, poiché vi è ormai un’attenzione spasmodica nei confronti delle donne gravide e delle ragazze. Esse, sebbene in molte circostanze del tutto innocenti, sono comunque guardate sempre con diffidenza. Un caos sociale che è effetto diretto dell’operato delle borseggiatrici, le quali si sono dunque rese responsabili non solo dei crimini commessi, ma anche dell’aver alimentato un panico generale crescente. Valerio Staffelli e gli altri inviati di Striscia la Notizia hanno dunque evidenziato proprio questo aspetto, denunciando con le proprie riprese i fatti, ed al contempo ponendo l’accento proprio sulle inevitabili conseguenze delle gesta citate.