Terre rare in Svezia: una scoperta decisiva per la nostra transizione verde

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Potrebbe rivelarsi particolarmente importante la notizia, ufficialmente diffusa per la prima volta lo scorso 12 gennaio, secondo cui il gruppo minerario svedese LKAB avrebbe scoperto, sul territorio svedese, un giacimento di terre rare che può considerarsi “il più grande deposito mai conosciuto nel Vecchio Continente”. Il giacimento, individuato nella regione di Kiruna, nell’estremo nord della Svezia, conterrebbe più di un milione di tonnellate di metalli e, secondo l’amministratore delegato del gruppo LKAB, Jan Moström, “potrebbe diventare un importante tassello per la produzione delle materie prime cruciali per la transizione verde”.
I metalli in oggetto (quando si parla di terre rare, si fa riferimento a un insieme che include ben 17 elementi della tavola periodica) sono preziosi non solo per l’industria digitale e la produzione dei veicoli elettrici ma anche per lo sviluppo di energie rinnovabili dal ridotto impatto sull’ambiente, come le turbine eoliche.
Studi della Banca Mondiale rivelano che la domanda delle terre rare crescerà in modo esponenziale, già a partire dal prossimo decennio. La possibilità di poter disporre di un giacimento nel cuore dell’Europa contribuirebbe a interrompere la dipendenza dei Paesi dell’UE da Paesi come la Cina, a beneficio anche dei costi di produzione. Nessun elemento di terre rare viene attualmente estratto in Europa e secondo la valutazione della Commissione europea la domanda di elementi di terre rare per auto elettriche e turbine eoliche, tra gli altri, dovrebbe aumentare di oltre cinque volte entro il 2030.
“L’elettrificazione, l’autosufficienza e l’indipendenza dell’UE da Russia e Cina inizieranno nella miniera – afferma il ministro svedese dell’Energia, delle imprese e dell’industria, Ebba Busch -. Dobbiamo rafforzare le catene del valore industriale in Europa e creare reali opportunità per l’elettrificazione delle nostre società. La politica deve mettere l’industria nelle condizioni di passare a una produzione verde e senza fossili. L’industria mineraria svedese ha molto da offrire”.
Sebbene considerate come materiali fondamentali per la transizione energetica, le terre rare restano comunque al centro di forti controversie: una parte della comunità scientifica è scettica in merito ai rischi e agli effetti che potrebbero avere a lungo termine, soprattutto per l’impatto inquinante che avrebbe la loro estrazione.

L’articolo Terre rare in Svezia: una scoperta decisiva per la nostra transizione verde proviene da The Map Report.

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