Sarà una lezione dell’antropologo Adriano Favole ad introdurre, mercoledì 1 febbraio, il tema della XIV edizione dei Dialoghi di Pistoia, il festival promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e dal comune di Pistoia che si svolgerà dal 26 al 28 maggio e che dal 2010 offre un approfondimento culturale dedicato all’antropologia del contemporaneo. Adriano Favole salirà sul palco del Teatro Bolognini a partire dalle 11.15 per approfondire il tema di quest’anno, “Umani e non umani. Noi siamo natura” e condurrà una lezione che sarà possibile seguire anche in streaming sui canali Facebook e YouTube del festival.
L’incontro, aperto alle scuole e al pubblico su prenotazione (mail: dialoghi@comune.pistoia.it), propone una riflessione molto attuale sull’ambiente – non un ammalato da curare, ma il prodotto di un tessuto di relazioni capaci di curarci – sulle responsabilità dell’essere umano verso gli altri abitanti del pianeta e sulle battaglie che ci attendono nel prossimo futuro. In seguito alla crisi climatica ed energetica – si legge nella nota stampa – la distinzione tra natura e cultura è stata messa in discussione da studiosi di varie discipline: si sta diffondendo oggi una visione “relazionale” del mondo vivente. Non si tratta di rinnegare le peculiarità dell’essere umano – la sua grande capacità di immaginare il futuro, il linguaggio, il pensiero – ma di riconoscere la sua interdipendenza con gli altri esseri, viventi o inorganici, che abitano la Terra.
“Se la storia non fosse soltanto un prodotto umano, ma un intreccio inestricabile di relazioni tra umani e non umani?” si interroga Favole. “E se l’ideologia del dominio e dello sfruttamento della natura fosse una eccezione, rispetto a un ampio spettro di società e culture che hanno cercato di far convivere umani e non umani?”.
Favole propone di rileggere molte pagine di storia e di etnografia a partire da una teoria dell’intreccio tra umani e non umani, tra cultura e incultura, tra domestico e selvatico. Quelli che un tempo venivano definiti spregiativamente “popoli della natura” hanno molto da insegnarci al proposito: le loro cosmologie spesso non dividono il mondo in cultura – intesa come capacità di azione, intelligenza, riflessione, umanità – e natura – istinto, divenire cieco, animalità. Preferiscono di gran lunga l’approfondimento delle interconnessioni tra umano e non umano. La storia delle società di caccia e raccolta, d’altra parte, mette in crisi il “mito” su cui si fonda gran parte della storia dell’Occidente: la rivoluzione agricola. L’agricoltura non si impose di colpo per le sue caratteristiche di “economia superiore”: per lunghissimo tempo gli esseri umani hanno cercato di far convivere l’agricoltura e l’allevamento con la caccia e la pesca, nel rispetto delle forze di rigenerazione della vita.
Conclude Favole: “È tempo di riscrivere la storia e la preistoria, è tempo di mettere in discussione le economie di predazione e distruzione. Non siamo soli in questo compito e non ci mancano i modelli alternativi a un modo di produzione – quello dell’Occidente – che ha portato all’attuale crisi ambientale e climatica”.
Commenta Lorenzo Zogheri, presidente della Fondazione Caript: “Con questo incontro prende il via il percorso che ci porterà alle giornate dei Dialoghi di Pistoia di maggio, che la Fondazione realizza insieme al Comune di Pistoia. E questo avviene nel migliore dei modi, con il coinvolgimento dei giovani e delle scuole. In 14 anni i Dialoghi hanno organizzato più di trenta appuntamenti che hanno coinvolto 32mila ragazzi, presenti a Pistoia e in tutta Italia attraverso lo streaming. Argomenti come l’ambiente o il cambiamento climatico richiedono un confronto con i giovani e questi incontri vanno proprio in questa direzione”.
All’incontro con Adriano Favole, farà seguito, il 24 marzo alle ore 11, sempre al teatro Bolognini, quello con l’antropologo Andrea Staid.
L’articolo Dialoghi di Pistoia 2023: introduzione affidata all’antropologo Adriano Favole proviene da The Map Report.