Per la prima volta in 60 anni, la Cina registra un calo di popolazione. Secondo l’ufficio di statistica di Pechino, alla fine del 2022 il Paese più popoloso al mondo contava 1,41 miliardi di persone, 850mila abitanti in meno rispetto all’anno precedente. Lo scorso anno il tasso di natalità, in calo già da diversi anni, ha fatto registrare il record negativo di 6,77 ogni mille donne, contro 7,52 del 2021.
Sette anni dopo l’abbandono “della politica del figlio unico”, secondo l’Ufficio di statistica si è entrati “in un’era di crescita negativa della popolazione”.
La legge del figlio unico, introdotta nel 1979 da Deng Xiaoping per garantire che “i frutti della crescita economica non fossero divorati dalla crescita della popolazione”, si è rivelata un fallimento tanto economico quanto sociale, che ha portato a milioni di aborti forzati.
Dopo l’abolizione della politica del figlio unico nel 2016, la Cina ha incoraggiato le famiglie ad avere un secondo o addirittura un terzo figlio, con scarso successo a causa dei costi di vita troppo elevati delle città cinesi. Lo scorso ottobre, al Congresso del Partito comunista, il presidente Xi Jinping aveva annunciato che l’attuazione di “un sistema di politiche per incrementare i tassi di natalità” era un obiettivo prioritario del suo terzo mandato.
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