L’azienda alimentare Fileni rischia di perdere la certificazione B Corp

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A seguito dell’inchiesta di Report andata in onda il 9 gennaio, Fileni, la terza produttrice nazionale di carni avicole e la prima di carni bianche da agricoltura, rischia di perdere la sua certificazione B Corp, il riconoscimento attribuito “alle imprese che si impegnano a misurare e considerare le proprie performance ambientali e sociali con la stessa attenzione tradizionalmente riservata ai risultati economici e che credono nel business come forza positiva che si impegna per produrre valore per la biosfera e la società”.
L’inchiesta, realizzata della giornalista Giulia Innocenzi con il supporto di Lav, mostra immagini sconcertanti di maltrattamenti e uccisioni di polli all’interno degli stabilimenti e ipotizza il mancato rispetto del disciplinare bio, secondo cui, per essere bio, un pollo dovrebbe trascorrere pascolando all’aria aperta almeno un terzo della sua vita.
A finire nell’occhio del ciclone insieme all’azienda è anche B Lab, l’ente certificatore che circa un anno fa ha assegnato a Fileni la sua certificazione e che, a seguito dell’inchiesta, ha dato il via a una revisione ufficiale delle accuse a Fileni, che potrebbe vedersi revocata la propria certificazione.
Riguardo al caso Fileni, B Lab scrive: “Gli elementi emersi nel corso della puntata di Report del 9 gennaio sono già stati recepiti e saranno considerati nell’ambito del processo di valutazione in corso”, spiegando che “la Procedura ufficiale di Reclamo di B Lab viene utilizzata per identificare eventuali casi di cattiva condotta o di false dichiarazioni da parte delle B Corp ed è parte fondamentale del processo di revisione e verifica per mantenere l’integrità e il valore della certificazione B Corp”.
Nel corso di un’intervista rilasciata a Il Salvagente, Lorenzo Pileri, Ad di Ccpb, organismo di certificazione e controllo dei prodotti agroalimentari e no food ottenuti nei settori del biologico, che si occupa di Fileni bio e B Lab, spiega che nel servizio di Report “la giornalista Innocenzi piazza delle telecamere davanti a degli stabilimenti bio (in un caso fino a 6 giorni), e non vede mai le galline all’aperto, com’è previsto dal disciplinare”. Pileri specifica poi: “Ma il disciplinare parla di un terzo di vita passato all’aperto, può capitare che per alcuni giorni i polli non escano all’esterno”.
In ogni caso Pileri annuncia che Ccpb si impegna a fare più visite a sorpresa all’interno degli stabilimenti Fileni, oltre alle 30 già effettuate nell’ultimo anno.
Intanto B Lab fa sapere che si prenderà 90 giorni di tempo per effettuare ulteriori controlli e comprendere se ci sono gli estremi per revocare la certificazione all’azienda.
“Ci proponiamo di concludere tutte le revisioni iniziali dei reclami entro 90 giorni dal ricevimento e, se è necessaria una revisione da parte dello Standards Advisory Council, di risolvere il caso entro altri 90 giorni. Questo lasso di tempo minimo è fondamentale per garantire un processo approfondito e oggettivo e arrivare a una decisione equa”, scrive B Lab.
Nelle ultime ore Assobio, l’associazione di cui Massimo Fileni, Vicepresidente dell’azienda Fileni, era Consigliere, ha annunciato che “Massimo Fileni ha deciso di autosospendersi momentaneamente dal suo ruolo di membro del Consiglio direttivo per consentire una serena ed adeguata analisi della situazione”.

L’articolo L’azienda alimentare Fileni rischia di perdere la certificazione B Corp proviene da The Map Report.

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