La crisi energetica e alimentare, con cui dovremo convivere per i prossimi due anni, gli strascichi della pandemia e la guerra in Ucraina rischiano di distrarre i governi dalla sfida più urgente del nostro secolo: contrastare la crisi climatica. Si prevede che nel 2023 un terzo dell’economia mondiale sarà in recessione, con l’inflazione elevata e l’aumento del costo dei prestiti per famiglie, imprese e governi.
È l’avvertimento contenuto nel Global Risks Report 2023, preparato in vista dell’imminente appuntamento del World Economic Forum (16-20 gennaio), che ogni anno riunisce a Davos, in Svizzera, esponenti di primo piano della politica e dell’economia internazionale, insieme a imprenditori, intellettuali e giornalisti per discutere delle questioni più urgenti che il mondo si trova ad affrontare e degli scenari globali presenti e futuri.
Il report, realizzato tra 1.200 esperti del rischio, esponenti delle autorità e leader aziendali realizzata dal Forum economico mondiale con Marsh McLennan e Zurich Insurance Group, stila un elenco delle priorità che nei prossimi 10 anni dovrebbero essere poste in cima all’agenda politica dei governi, e dei rischi a cui l’umanità va incontro in caso di insuccesso.
I primi 6 sono riguardano l’ambiente: fallimento nella mitigazione del cambiamento climatico e nelle misure di adattamento, disastri naturali e condizioni metereologiche estreme, perdita di biodiversità e collasso dell’ecosistema, migrazione su larga scala, crisi delle risorse naturali.
“È necessaria un’azione concertata e collettiva prima che i rischi raggiungano un punto critico”, si legge nel rapporto. “A meno che il mondo non inizi a cooperare in modo più efficace sulla mitigazione e l’adattamento del clima, nei prossimi 10 anni ciò porterà al continuo riscaldamento globale e al collasso ecologico”.
Nel corso di una conferenza stampa in vista del Forum di Davos, Carolina Klint, Risk Management Leader per l’Europa di Marsh, ha spiegato che “la lista delle preoccupazioni delle aziende cresce sempre di più” con un ricorso crescente a strategie di “friend-shoring, near-shoring e accumulazione di scorte” e che l’urgenza maggiore appare “ricostruire fiducia”.
Nella stessa occasione, John Scott, capo dei rischi di sostenibilità di Zurich, ha evidenziato che sul fronte del clima “c’è un divario fra le azioni necessarie e ciò che è politicamente fattibile. Il rischio è andare verso una transizione climatica caotica”.
L’articolo Davos 2023: i rischi immediati minacciano gli sforzi di cooperazione sul clima proviene da The Map Report.