Gli attivisti e i popoli indigeni del Brasile non avevano ancora finito di celebrare la vittoria del presidente Lula, che ieri sera è accaduto quanto più si temeva: i sostenitori dl Bolsonaro hanno invaso il palazzo del Congresso nazionale della capitale, Brasilia. Qualcosa di molto simile all’assalto a Capitol Hill avvenuto nel 2021.
Ad essere presi di mira sono stati anche altri palazzi delle istituzioni del Paese, come la Corte Suprema, il Palazzo Planalto (sede del governo) e quello del Tribunale supremo federale.
Un attacco “vandalo e fascista” contro le istituzioni democratiche. Con queste parole il Presidente Luiz Inacio Lula da Silva ha condannato l’accaduto, assicurando che i “terroristi” saranno “puniti in modo esemplare”.
Bolsonaristas derrubam a grade de isolamento e tentam invadir o Congresso. pic.twitter.com/P679SccArj
— Joice Hasselmann (@joicehasselmann) January 8, 2023
Intanto il predecessore Bolsonaro si è dichiarato estraneo ai fatti: “Le manifestazioni pacifiche, secondo la legge, fanno parte della democrazia. I saccheggi e le invasioni di edifici pubblici come quelli di oggi, così come quelli praticati dalla sinistra nel 2013 e nel 2017, sono illegali”, ha detto, respingendo le accuse attribuitegli dal neopresidente Inacio Lula da Silva: “Durante tutto il mio mandato sono sempre stato nel perimetro della Costituzione, rispettando e difendendo le leggi, la democrazia, la trasparenza e la nostra sacra libertà”.
A una settimana dalla sua elezione, durante un discorso rivolto allo stato di San Paolo, Lula aveva dichiarato che il suo predecessore di estrema destra aveva “incoraggiato” i “vandali fascisti” a invadere i luoghi delle istituzioni nella capitale.
Domenica, la polizia di Brasilia si è mostrata molto indulgente dei confronti degli assalitori, che non hanno incontrato una forte resistenza mentre marciavano verso i tre rami di governo al grido di “pulizia generale!” e intonando l’inno nazionale brasiliano.
Per questo motivo, ieri notte il giudice della corte suprema Alexandre de Moraes ha ordinato a Ibaneis Rocha, governatore pro-Bolsonaro del distretto federale di Brasilia, la rimozione dal suo incarico per un periodo di 90 giorni, indignato per l’incapacità delle autorità di impedire l’attacco. De Moraes ha accusato il governatore Rocha di aver ignorato tutte le richieste di rafforzamento della sicurezza avanzate da varie autorità. “Condotta ingannevolmente omissiva del governatore Ibaneis Rocha che non solo ha rilasciato dichiarazioni pubbliche difendendo una falsa ‘manifestazione politica libera a Brasilia’ – anche se tutte le reti sapevano che sarebbero stati compiuti attacchi alle istituzioni e ai loro membri – ma ha anche ignorato tutti gli appelli delle autorità a realizzare un piano di sicurezza analogo a quelli attuati negli ultimi due anni il 7 settembre, in particolare, con il divieto ai criminali terroristi di entrare nella spianata dei Ministeri, avendo rilasciato un ampio accesso”, ha detto.
De Moraes ha inoltre chiesto alle piattaforme di social media di rimuovere contenuti “anti-democratici” o propagandistici.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha espresso il suo sostegno al presidente Lula con tweet: “Condanno l’assalto alla democrazia e al trasferimento pacifico del potere in Brasile. Le istituzioni democratiche del Brasile hanno il nostro pieno sostegno e la volontà del popolo brasiliano non deve essere compromessa. Non vedo l’ora di continuare a lavorare con Lula”. All’indomani dell’assalto, sono più di 400 gli arresti tra i partecipanti alla manifestazione, a cui hanno preso parte almeno 10-15 mila persone.
I condemn the assault on democracy and on the peaceful transfer of power in Brazil. Brazil’s democratic institutions have our full support and the will of the Brazilian people must not be undermined. I look forward to continuing to work with @LulaOficial.
— President Biden (@POTUS) January 8, 2023
L’articolo Brasile, i sostenitori di Bolsonaro assaltano i palazzi delle istituzioni proviene da The Map Report.