Nel 2022 il consumo di carbone ha raggiunto il suo massimo storico e, per la prima volta, ha superato gli 8 miliardi di tonnellate, più alto del record precedente del 2013. Complici di questo picco, l’invasione russa dell’Ucraina e gli effetti della crisi climatica, con le conseguenti ondate di calore che hanno determinato un aumento della domanda di elettricità.
A tracciare il quadro complessivo è l’Agenzia Internazionale dell’Energia (Iea) nel rapporto Coal 22, secondo cui tale picco si stabilizzerà fino al 2025, anno dopo il quale i consumi dovrebbero tornare a scendere rapidamente.
Accelerating the deployment of renewables & other clean alternatives is vital to replace coal power plants on the path to net zero
To do this, grids & storage will be needed to provide the same energy services affordably & securely
https://t.co/2mwIkVtqIQ pic.twitter.com/bmltVVCX0V
— International Energy Agency (@IEA) January 2, 2023
Nel 2022, spiega l’Agenzia, il prezzo dei combustibili fossili è aumentato notevolmente. A raggiungere il costo più alto è stato il gas naturale, che ha fatto impennare la domanda di altri fonti energetiche, incluso il carbone. Iea sottolinea, però, che è stato proprio l’aumento della domanda di carbone a frenare un ulteriore incremento nel consumo dello stesso. A fungere da deterrente è stata anche la corsa alle rinnovabili, accelerata dal taglio del gas russo.
In contemporanea, però, la Cina, che da sola rappresenta il 53% del consumo mondiale di carbone, ha visto una riduzione della domanda di carbone per uso industriale, a causa delle restrizioni dovute alla prolungata crisi dovuta al Covid-19, che hanno pesato molto sull’economia del Paese.
In ogni caso, nonostante l’impennata nei consumi di carbone in Europa, e in particolare in Unione Europea, l’Agenzia prevede nei prossimi anni una graduale diminuzione della domanda di carbone, grazie alla diffusione su larga scala di energie rinnovabili e all’iniziativa di alcuni paesi di prolungare la vita delle centrali nucleari.
Allo stesso tempo, un fattore che fa sperare per il meglio è il fatto che Cina, India e Indonesia, primi produttori di carbone al mondo, non mostrano segni di una crescita degli investimenti nei progetti all’estero.
In conclusione, Iea prevede che la domanda continuerà a crescere fino al 2025, anno in cui dovrebbe cominciare una lenta discesa, in preparazione di una vera e propria inversione di rotta.
L’articolo Iea: nel 2022 record per consumo di carbone. Discesa prevista solo dal 2025 proviene da The Map Report.