Anche quest’anno Legambiente, in collaborazione con Alce Nero, società leader nel settore dell’agricoltura biologica, ha prodotto il dossier “Stop pesticidi nel piatto”, che analizza la quantità di fitofarmaci (i pesticidi usati per la protezione delle colture vegetali) presenti nei piatti degli italiani.
L’indagine è stata condotta su 4.313 campioni di alimenti di origine vegetale e animale, compresi i prodotti derivati da apicoltura di provenienza italiana ed estera, analizzati nel 2021.
I dati che emergono non sono incoraggianti: solo il 54,8% dei campioni analizzati risulta senza residui di pesticidi, in diminuzione rispetto al 63% dello scorso anno; nel 44,1% dei casi sono state trovate tracce di uno o più fitofarmaci, mentre l’1% dei campioni risulta irregolare, presenta cioè principi attivi oltre le soglie consentite.
Anche quest’anno, come i precedenti, la frutta si conferma la categoria più colpita: oltre il 70% dei campioni contiene uno o più residui. Va un po’ meglio per la verdura, che raggiunge quota 33%. I prodotti più contaminati sono l’uva da tavola (88,3%), le pere (91,6%) e i peperoni (60,6%).
90, in totale, le sostanze attive rintracciate. Tra i pesticidi più presenti sono stati riscontrati (in ordine decrescente): Acetamiprid, Boscalid, Fludioxonil, Azoxystrobina, Tubeconazolo e Fluopyram.
Ma come passare a una drastica riduzione dei pesticidi, considerata anche la richiesta dell’Unione Europea di tagliare dell’uso del 62% entro il 2030?
Lo ha spiegato brevemente Angelo Gentili, responsabile agricoltura di Legambiente, nel corso della presentazione del dossier, avvenuta ieri mattina a Roma, presso l’Hotel Nazionale a Roma, in un appuntamento che ha visto la partecipazione del mondo scientifico e delle istituzioni, dell’associazionismo e delle aziende di categoria.
“Servono meccanismi incentivanti attraverso cui dare gambe e fiato alla transizione, a partire dalla messa a disposizione di risorse”; ha detto. “Serve, inoltre, che vengano applicate in maniera stringente le norme, stando alla larga da eventuali ipotesi di deroghe all’utilizzo di specifici fitofarmaci, come purtroppo sta avvenendo con il Glifosato. È, inoltre, di fondamentale importanza approvare il regolamento per l’utilizzo dei fitofarmaci (SUR) presentato lo scorso 22 giugno dalla Commissione europea e che prevede obiettivi di riduzione dell’uso dei pesticidi legalmente vincolanti per gli Stati membri, a oggi a rischio a causa di continue richieste di rinvii da parte di alcuni Paesi tra cui l’Italia. Occorre infine – ha concluso – aumentare significativamente le aree coltivate a biologico che rappresentano un metodo efficace di ridurre gli input negativi in agricoltura”.
Anche il direttore generale di Legambiente, Giorgio Zampetti, è intervenuto parlando di come l’Italia si stia dimostrando “un esempio virtuoso per l’intera Europa in fatto di riduzione dell’uso dei pesticidi, grazie soprattutto alle sempre più numerose aziende che scelgono l’agricoltura biologica, non di certo a politiche nazionali significative in tal senso. A conferma di ciò basti pensare al raggiungimento della quota del 17,4% di SAU condotta con metodo biologico”.
È possibile riguardare la presentazione del dossier “Stop pesticidi nel piatto” sul canale YouTube di Legambiente.
L’articolo Il dossier di Legambiente sui pesticidi: trovati nel 44% dei cibi analizzati proviene da The Map Report.