L’Organizzazione Mondiale della Sanità mette pressione sulle teste pensanti riunite a Sharm in questi giorni in occasione della COP27, la Conferenza intergovernativa delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Si snocciolano i dati in crescita riguardo le morti premature dovute solamente all’aumento delle temperature in Europa. Sarebbero almeno 15.000 i morti in Europa a causa del caldo nell’estate appena trascorsa. Quasi 4.000 decessi in Spagna, più di 1.000 in Portogallo, oltre 3.200 nel Regno Unito e circa 4.500 decessi in Germania sono infatti stati segnalati dalle autorità sanitarie durante i mesi estivi, da giugno ad agosto, ufficialmente i più caldi nella storia del vecchio continente, ha sottolineato il direttore regionale dell’Oms, Hans Kluge. Ma il dato è sottostimato. Kluge ha infatti precisato che questo dato dovrebbe aumentare man mano che più Paesi segnaleranno i morti in eccesso a causa del caldo (manca ad esempio l’Italia e la Grecia). Per quanto riguarda il nostro Paese, sappiamo che solo a luglio, le morti (per tutte le cause) sono state 62mila: 20% in più degli anni precedenti (dati Istat). E l’OMS lo ricorda ancora una volta: gli ultimi 8 anni sono stati i più caldi di sempre, ma le ondate di caldo peggioreranno ancora e altri eventi meteorologici estremi porteranno a nuove malattie e decessi nei prossimi decenni (a meno che non vengano intraprese “azioni drastiche”, lontane però dal momento storico).
Ondate di caldo estremo, siccità e inondazioni devastanti hanno colpito milioni di persone e sono costate miliardi quest’anno, secondo il rapporto provvisorio sullo stato del clima globale nel 2022 dell’Organizzazione meteorologica mondiale.
Secondo l’OMS, il tasso di innalzamento del livello del mare è raddoppiato dal 1993. È aumentato di quasi 10 mm da gennaio 2020 a un nuovo record quest’anno. La velocità dei cambiamenti è ciò che colpisce di più, anche i ricercatori. Gli ultimi due anni e mezzo da soli rappresentano il 10% dell’innalzamento complessivo del livello del mare da quando le misurazioni satellitari sono iniziate quasi 30 anni fa. Il 2022 ha avuto un tributo eccezionalmente pesante sui ghiacciai delle Alpi europee, con le prime indicazioni di uno scioglimento da record. La calotta glaciale della Groenlandia ha perso massa per il 26 ° anno consecutivo e ha piovuto (anziché nevicato) per la prima volta nella storia lo scorso settembre. La temperatura media globale nel 2022 è attualmente stimata in circa 1,15°C al di sopra della media preindustriale (1850-1900). È probabile che il 2022 sarà “solo” il quinto o il sesto posto più caldo. Tuttavia, ciò non inverte la tendenza a lungo termine: è solo questione di tempo prima che ci sia un altro anno più caldo mai registrato. Anche il calore oceanico è stato a livelli record nel 2021 (l’ultimo anno valutato), con un tasso di riscaldamento particolarmente elevato negli ultimi 20 anni. “Maggiore è il riscaldamento, peggiori saranno gli impatti. Abbiamo livelli così elevati di anidride carbonica nell’atmosfera ora che il livello più basso di 1,5°C dell’accordo di Parigi è a malapena a portata di mano”, ha affermato Petteri Taalas, segretario generale dell’OMM. “È già troppo tardi per molti ghiacciai e lo scioglimento continuerà per centinaia se non migliaia di anni, con importanti implicazioni per la sicurezza idrica. Il tasso di innalzamento del livello del mare è raddoppiato negli ultimi 30 anni. Anche se lo misuriamo ancora in termini di millimetri all’anno, si aggiunge da mezzo metro a un secolo e questa è una minaccia a lungo termine e grave per molti milioni di abitanti delle coste e stati bassi”, ha affermato.

Non facciamo miglioramenti. Le concentrazioni dei principali gas serra – anidride carbonica, metano e protossido di azoto – hanno nuovamente raggiunto livelli record nel 2021. L’aumento annuale della concentrazione di metano è stato il più alto mai registrato. I dati delle principali stazioni di monitoraggio mostrano che i livelli atmosferici dei tre gas continuano ad aumentare nel 2022. Ma perché l’aumento delle temperature aumenta direttamente le morti premature? Se l’inquinamento – in special modo l’inquinamento dell’aria – diffonde patologie come ad esempio il cancro, il diabete e le malattie cardiovascolari, respiratorie e cerebrovascolari, le ondate di calore “possono esacerbare queste patologie croniche. In Europa – ha spiegato il capo dell’Ufficio regionale Oms – tra il 1961 e il 2021 le temperature sono aumentate notevolmente, al ritmo di circa 0,5 gradi C per decennio. Siamo la regione con il riscaldamento più rapido, stando a un rapporto lanciato questa settimana dall’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm). Le temperature estreme hanno causato oltre 148mila vittime nella regione europea negli ultimi 50 anni”.
L’articolo OMS: solo il caldo ha ucciso 15mila europei quest’anno. “La velocità del cambiamento è il vero dramma” proviene da The Map Report.