Presentata in apertura del Festival dello Sviluppo Sostenibile (in tutta Italia dal 4 al 20 ottobre) e durante il panel “Sustainable Me” che si è svolto al Gran Prix Italia organizzato dalla Rai ieri a Bari, la nuova indagine commissionata dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) a Ipsos indaga la conoscenza degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 da parte degli italiani.
L’analisi è stata condotta su un campione eterogeneo di 1200 persone di età compresa fra i 16 e i 65 anni, equamente suddivise fra donne e uomini, nel periodo 27 aprile – 11 maggio 2022.
Dalla ricerca emerge che il 95% degli intervistati è a conoscenza del termine “sviluppo sostenibile”, con il 34% che si dice convinto che quest’ultimo si coniuga soprattutto nell’azione che deve mettere d’accordo il sistema economico con l’ambiente. Nel 18% dei casi, invece, lo sviluppo sostenibile è “ecologia e basso impatto ambientale”, mentre il 13% ritiene che significhi “conservare le risorse naturali”. In generale, solo il 13% delle persone ha fatto riferimento a principi di etica e responsabilità sociale (incluso coniugare le esigenze di oggi con quelle delle future generazioni), mentre ben l’85% ha indicato misure a favore dell’ambiente.
La dimensione ambientale prevale anche quando è stato chiesto agli intervistati quale dei quattro pillar dello sviluppo sostenibile fosse il più importante. Tuttavia, emerge che per quasi una persona su tre (32%) non c’è una vera priorità: ciascuna delle quattro dimensioni (ambientale, sociale, economica, istituzionale) deve essere portata avanti.
L’Agenda 2030 si rivela essere meno conosciuta: solo il 42% degli intervistati ne ha sentito parlare, anche se il 49% ha poi riconosciuto l’immagine degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs nell’acronimo inglese). Sono soprattutto gli studenti, seguiti dalla categoria “business community”, ad avere maggiore familiarità con il documento Onu.
La ricerca indaga anche il modo attraverso il quale le persone sono venute a conoscenza dell’Agenda 2030 e dei 17 obiettivi di Sviluppo Sostenibile. La comunicazione attorno al piano d’azione delle Nazioni Unite si è sviluppata soprattutto tramite i social media e il web (57%). Seguono i media tradizionali come tv e stampa (45%) e gli eventi sul tema (17%). Soltanto il 15% ne ha sentito parlare a scuola.
È stato poi chiesto al campione di individuare, tra i 17 SDGs, l’Obiettivo prioritario su cui focalizzare l’azione. Secondo il 30% il Goal 13, “Lotta al cambiamento climatico”, è quello su cui indirizzare gli sforzi maggiori, seguito da Goal fortemente collegati, come il 7 sulle energie rinnovabili (29%) e il Goal 15 sulla biodiversità terrestre (26%). Inoltre, per gli studenti il Goal 1 “Sconfiggere la povertà” è importante tanto quanto l’Obiettivo 13 sul clima (27%), seguono poi il Goal 16 su pace, giustizia e istituzioni solide (25) e il Goal 5 sulla parità di genere (20%).
Secondo il 55% dei rispondenti sono le azioni di governo le più determinanti per il raggiungimento dell’Agenda 2030, seguono quelle delle aziende (47%), quelle individuali (42%), quelle della pubblica amministrazione (27%) e quelle del terzo settore (9%).
Il report Ipsos-ASviS intregrale è scaricabile QUI.
L’articolo SDGs, quanto ne sanno gli italiani? L’indagine Ipsos-ASviS proviene da The Map Report.