Il cambiamento climatico non è più solo un’espressione usata da scienziati e attivisti. Ѐ una realtà davanti agli occhi di tutti, in qualunque parte del mondo. In alcune zone del pianeta, però, i suoi effetti devastanti sono ancora più intensi e pericolosi per la vita e per i mezzi di sostentamento delle popolazioni. Come nell’Africa sub-sahariana, dove eventi meteorologici estremi, come siccità, alluvioni e tempeste sono la nuova normalità con cui comunità vulnerabili devono fare i conti quotidianamente. Servono dunque politiche e interventi di adattamento al clima che costruiscano la resilienza e che, in ultima istanza, salvino vite umane, conservino i mezzi di sostentamento e aiutino le famiglie a rimanere là dove vogliono vivere senza essere costrette a migrare per sopravvivere.

Alcune positive esperienze di resilienza ci vengono dal Sud Sudan, paese tra i più colpiti al mondo dal cambiamento climatico, che si sta riscaldando a un tasso doppio rispetto alla media globale. Dal 2019, gli agricoltori e gli allevatori combattono contro alluvioni devastanti e talmente ricorrenti da modificare la forma e le caratteristiche dei terreni. Le tradizionali paludi, conosciute come The Sudd, si sono espanse, coprendo terreni agricoli e pascoli, sommergendo i raccolti e spingendo le comunità ad abbandonare case e villaggi. Milioni di persone sono alla fame e decine di centinaia sopravvivono in condizioni molto vicine alla carestia. Non c’è una singola soluzione a un contesto simile, a cui si aggiunge il conflitto interno e una povertà diffusa. Ma una parte decisiva la svolge l’assistenza ai piccoli agricoltori che, con adeguata formazione agronomica del WFP che fornisce anche sementi, possono trovare vie alternative alla migrazione, per esempio riconvertendo le terre invase dalle acque in campi di riso, costruendo piccole dighe e scavando pozzi per conservare l’acqua in tempi di siccità. Come ha fatto la comunità agricola di Tonj South che da tre anni riesce, così facendo, a coltivare cibo in quantità sufficiente al proprio sostentamento e ad allontanare lo spettro della fame.

La chiave è trovare soluzioni locali a problemi locali. Un bell’esempio di questo approccio sono i giacinti d’acqua. Un gruppo di donne di Unity State, con il sostegno tecnico del WFP, utilizza come combustibile per cucinare le erbacce invasive di giacinto d’acqua, fiore che prolifera nelle paludi. Un’alternativa pulita e sicura al carbone e alla legna da ardere. Iniziative di questo genere, debitamente sostenute e moltiplicate, possono limitare i danni del cambiamento climatico, instillare speranza e aiutare a costruire un futuro di pace e sviluppo.
L’articolo Sud Sudan: soluzioni locali a problemi locali proviene da The Map Report.