di F. Q. | 27 Giugno 2021
La procura di Torino ha aperto un fascicolo sulla morte di un diciottenne che domenica scorsa si è tolto la vita gettandosi sotto un treno tra le stazioni di Lingotto e Moncalieri. Le ipotesi di reato avanzate dall’inchiesta coordinata dal pm Antonella Barbera sono quelle di bullismo e omofobia.
“Non ha retto alle offese, vogliamo giustizia”, spiega la famiglia. La storia del giovane, che non ha lasciato alcuna spiegazione, è riportata dal quotidiano La Stampa. Tra i numerosi messaggi di cordoglio arrivati al suo account Instagram ci sono anche degli insulti e persino un “morte ai gay“. Una delle ipotesi è che il ragazzo non abbia retto ai giudizi e agli insulti che riceveva. “Già da bambino era stato vittima dei bulli – sottolinea la madre – non mi raccontava tutto, ma sentivo che c’era qualcosa che non andava”. “Il problema delle menti chiuse e che hanno la bocca aperta”, aveva scritto lo scorso marzo. “Con il giudizio della gente io ci faccio meravigliosi coriandoli”, gli aveva risposto un’amica.
Alcuni amici hanno riferito che “lo prendevano in giro perché era omosessuale”, mentre il fratello racconta al quotidiano di Torino che il giovane gli aveva confessato di essere preoccupato e “di aver paura di alcune persone”. I genitori intanto chiedono giustizia. “Stiamo cercando la verità – spiega ancora la mamma sui social – mio figlio non è mai stato solo”. “Non ho mai pensato a un gesto estremo, non di sua volontà, non era una persona che pensava di togliersi la vita anzi sapeva che arrivato a 18 anni avrebbe potuto fare le sue scelte. Oggi credo sia stato ingannato, deriso e umiliato, con un carattere così fragile” continua. Gli agenti hanno acquisito i messaggi e hanno parlato con gli insegnanti dell’istituto professionale che il ragazzo frequentava per diventare barman e cameriere, oltre che con i compagni di classe e gli amici.
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