Continuano gli interrogatori allo staff sanitario
Elena Del Mastro — 18 Giugno 2021

Rischiano dagli 8 ai 25 anni per omicidio con dolo eventuale i 7 indagati per la morte di Diego Armando Maradona. La procura di San Isidro, guidata da John Broyard sta continuando gli interrogatori al termine dei quali formalizzerà i capi di imputazione. Vuole vederci chiaro e capire cosa sia successo nelle ore precedenti quel maledetto 25 novembre quando il campione morì.
I primi a essere interrogati sono stati gli infermieri Omar Almiron e Gisela Dahiana Madrid che hanno puntato nettamente il dito contro i medici. L’avvocato di Madrid, Rodolfo Baqué, ha rincarato la dose: “Sono stati i medici che hanno ucciso Maradona per negligenza”, come riportato dal Mattino. Una tesi confermata anche dall’altro infermiere e dalla perizia di 20 tecnici depositata due mesi fa.
Quella dell’avvocato dell’infermiera potrebbe essere una mossa strategica per alleggerire la posizione della sua assistita che ha dichiarato davanti ai pm argentini che le era impedito di entrare nella camera di Maradona dall’assistente che seguiva come un’ombra l’ex capitano del Napoli. “C’erano diversi elementi che facevano pensare che Maradona sarebbe morto da un momento all’altro. E i medici non hanno fatto nulla per impedirlo”, ha sottolineato Baqué.
L’altro infermiere, Omar Almiron, ha dichiarato di non essere stato messo a conoscenza della cardiopatia di Diego e di aver richiesto strumenti come cardiofrequenzimetro, tubo per l’ossigeno, defibrillatore, misuratore per la pressione che furono messi tardivamente a disposizione. “Gli davano farmaci che aggravavano la cardiopatia”, ha ammesso Almiron.
Madrid ha chiarito la sua posizione: all’inizio dichiarò il falso dicendo che era stato il campione a impedire di essere assistito. “Avverto il dovere di raccontare la verità, non ho partecipato ad alcun piano criminale”, ha detto ai pm. Altre testimonianze che si aggiungono al racconto di quegli ultimi drammatici giorni di vita di Maradona. Un quadro che diventa sempre più cupo.
Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.
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