Lo Zambia dice addio a KK, ultimo combattente per l’indipendenza dell’Africa

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    L’incontro del 1989 di Kenneth Kaunda, allora presidente dello Zambia, con il leader cubano Fidel Castro (afp)

    Kenneth Kaunda crebbe vicino alle miniere dell’ex Rhodesia settentrionale e lì decise di sfidare il potere dei colonialisti inglesi. Più volte in prigione, divenne poi primo ministro e presidente. L’arresto per un tentato colpo di Stato nel ’97. L’amicizia con gli altri grandi della liberazione del Continente e con Martin Luther King. La sfida all’Aids che gli uccise un figlio. Il suo corpo ha ceduto a 97 anni al Covid

    2 minuti di lettura

    KK – tutti chiamavano così Kenneth Kaunda, primo presidente dello Zambia del 1964 – è morto per complicazioni dovute al Covid. Un personaggio leggendario, per il suo charme personale e soprattutto per il ruolo avuto nell’emancipazione dai colonizzatori inglesi. Lunedì era stato portato nell’ospedale militare di Lusaka per una polmonite. 

    Un giornalista della Bbc ad aprile di quest’anno gli aveva fatto gli auguri per il 97 compleanno sottolineando su un post: “L’unico leader dell’indipendenza d’Africa negli anni 1960 ancora vivo”.

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