BRUXELLES – “Il caso di Giulio Regeni è una questione grave per l’Italia e per l’intera Unione europea. Continuiamo ad esortare l’Egitto a cooperare in pieno con le autorità italiane sulle responsabilità e affinché sia fatta giustizia”. Così l’Alto rappresentante della politica estera dell’Unione, Josep Borrell, riassume la discussione avvenuta a Bruxelles tra i ministri degli Esteri dei Ventisette dopo che il capo della diplomazia italiana, Luigi Di Maio, ha illustrato ai colleghi il caso dell’omicidio del ricercatore italiano nel giorno in cui ricorre il quinto anniversario della sua uccisione.

Sono diversi i ministri che esprimono il loro sostegno dopo l’intervento di Di Maio. Lo stesso Borrell nel chiudere i lavori parla di “brutale” omicidio ed esprime la solidarietà europea all’Italia. Gli fanno eco diversi ministri tra cui quelli di Lussemburgo, Belgio, Grecia, Cipro, Estonia, Bulgaria e Malta. Di Maio rimarca che “l’Egitto è un interlocutore importante nel Mediterraneo, ma nessun dialogo può avvenire a scapito dei diritti umani”. E ancora: “Bene che tutti i partner abbiano condiviso la nostra posizione, ora procediamo con sviluppi concreti”.
Al momento tuttavia le relazioni tra Europa ed Egitto non sembrano messe in discussione, o comunque legate alla cooperazione del regime di al-Sisi sul caso Regeni. Sono infatti diversi i Paesi che pur sostenendo l’Italia sui diritti umani e nello specifico sull’assassinio del ricercatore italiano, non vogliono incrinare i rapporti con il Cairo. Ad esempio la Francia, che oltretutto vede nell’Egitto una fondamentale sponda per la gestione del dossier libico.

La posizione del governo su un maggior coinvolgimento dell’Unione viene però appoggiata da tutti i partiti italiani al Parlamento europeo, come dimostrava il suo presidente, David Sassoli: “Non ci stancheremo mai di chiedere giustizia”. Spinta sostenuta dal Pd con Pierfrancesco Majorino, per il quale “per ottenere giustizia, come ha già detto il Parlamento europeo in una risoluzione chiarissima, servono scelte nettissime (da parte dell’Unione, ndr) sul piano dell’inasprimento delle relazioni diplomatiche, dello stop alla vendita di armi, della realizzazione di sanzioni mirate”. Anche l’M5S con il vicepresidente dell’Eurocamera, Fabio Massimo Castaldo, chiede che “l’Europa non rimanga in silenzio, ma parli chiaramente, anzi con una sola voce”.