GERUSALEMME – Mentre il governo di Israele decide di chiudere l’aeroporto di Tel Aviv per una settimana contro il Coronavirus, nelle ultime ore in molte zone del paese sono esplosi scontri fra haredim e la polizia. Gli Haredim sono gli ebrei ortodossi che seguono regole di vita molto stringenti, in contrasto in particolare contro l‘imposizione di evitare assembramenti per bloccare il Covid-19. Dopo quelli dei giorni scorsi, oggi si sono verificati scontri a Gerusalemme, Ashdod e ancora a Beni Brak, non distante da Tel Aviv.
A Gerusalemme, nel quartiere haredim di Mea Shearim, centinaia di persone si sono scontrate con la polizia che stava cercando di chiudere una yeshiva (scuola religiosa) aperta illegalmente. I poliziotti sono stati bersagliati da lancio di spazzatura e altri oggetti con urla di “nazisti”. Scene simili ad Ashdod, città costiera del sud del paese, dove 4 agenti sono rimasti feriti negli incidenti avvenuti quando la polizia ha cercato di interrompere le lezioni di una scuola elementare religiosa aperta nonostante le disposizioni.
Anche a Bnei Brak, cittadina a forte prevalenza di haredim – già teatro di scontri nei giorni passati – la polizia ha cercato di chiudere una scuola religiosa legata al rabbino hassidico Vizhnitz.
Nel frattempo, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha deciso nella seduta settimanale del governo di chiudere per 1 settimana l’aeroporto Ben Gurion sia ai voli in arrivo sia a quelli in partenza. La chiusura è motivata – secondo l’ufficio del premier – “per impedire l’ingresso in Israele di altre mutazioni del virus”.
Nelle ultime 24 ore, si sono contate 2.394 nuove infezioni a fronte di 30.832 test (in quantità minore come sempre durante il riposo sabbatico) con un tasso di positività dell’8%.
Sul fronte vaccinale, è stato deciso di allargare l’immunizzazione ai giovani dai 16 ai 18 anni di età in modo da consentire – è stato spiegato – una ripresa dell’attività scolastica e una quasi normalità di vita