Indignazione in Sudafrica, il “Dottor Morte” dell’apartheid ha ripreso a lavorare in due cliniche private

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Wouter Basson, 70 anni, il medico sudafricano soprannominato “Dottor Morte” per il ruolo sinistro avuto durante l’apartheid – era capo del progetto segreto di guerra chimica e biologica del Paese, Project Coast – torna a fare scandalo: questa volta perché si è scoperto che l’importante gruppo ospedaliero Mediclinic Southern Africa, che ha varie cliniche nel Paese e in Namibia, lo faceva lavorare in due sue strutture come cardiologo, il suo mestiere.

Con un altro cattivo, “Prime Evil”, “Il Diavolo in Persona”, Eugene De Kock, hanno seminato cadaveri degli anni 80, e per un certo periodo hanno lavorato insieme. Prime Evil, due ergastoli e 212 anni di galera, uscito in libertà condizionata del 2015, si è pentito. “Doctor Death” invece l’ha fatta sempre franca. Una volta, nel 1995, il perdono fu opera di Nelson Mandela, che lo riammise come cardiologo. Arrestato nel ’97, uscì immediatamente dal carcere.

Carismatico, a trent’anni viene fatto entrare nella cerchia ristretta di PW Botha, primo ministro del Sudafrica dal 1978 al 1984 e presidente del Sudafrica dal 1984 al 1989, che sosteneva con decisione il sistema dell’apartheid e mise a punto una strategia di contro-rivoluzione con il silenzio-assenso di inglesi e americani.

Il tenente generale Nicolaas Nieuwoudt pensò a Basson per il Project Coast e gli diede carta bianca, come dice un documento della areonautica americana. Nell’ambito di questo progetto con un fondo di 10 milioni all’anno per lavorare, Basson riunisce 200 scienziati e comincia gli esperimenti su attivisti neri: zucchero con tracce di salmonella, cioccolato al botulino, whisky con erbicida. Quando non riesce ad ammazzarli, li fa fuori con una dose di veleno. Ha un fondo di 10 milioni di dollari all’anno per lavorare.

Prima del Coast aveva ideato l’Operazione Duel contro la Namibia per la quale è stato accusato di aver buttato in mare da un aereo 200 prigionieri, ma non ci sono prove per condannarlo.

Il New Yorker, del 2001, riassume così il suo curriculum: decorato dall’esercito, eminente cardiologo, e a capo del Progetto Coast, il programma di guerra batteriologica top-secret. Al processo, che si era aperto al 1999, ha detto di “essere al servizio del Paese”. Ha chiamato un solo testimone a favore: lui stesso. Ha parlato per 40 udienze e alla fine il giudice l’ha assolto. Alla Commissione per la verità e la riconciliazione ha chiuso la porta in faccia.

Wouter Basson, sotto la barba ormai bianca, non ha mai fatto niente per scusarsi. È comparso in Libia. Ha fatto conferenze in Svizzera. Non ha nascosto di essere stato un soldato e stava esercitando il suo lavoro. Nel 1997 vengono trovati in casa di un amico una serie di Cd che contengono il Progetto Coast. Nessuno però sa davvero come si articolava il piano e Doctor Death ha sempre dato la stessa risposta: “Non ho bisogno di amnistia o perdono”, come una volta disse a Desmond Tutu rispondendo alla Commissione per la Verità e la Riconciliazione.

Nel 2002, Basson era stato assolto dall’Alta Corte di Pretoria da 67 capi d’accusa (tra gli altri, omicidio e traffico di droga) e aveva potuto riprendere a esercitare la professione. Nel 2013 però l’Ordine dei medici l’aveva accusato di infrazione al codice etico, senza comunque radiarlo dall’albo. Il gruppo Mediclinic Southern Africa, in risposta all’indignazione che si è scatenata in questi giorni sui social network, ha affermato di non poter impedire a nessun medico, “compreso il dottor Basson”, di esercitare “a meno che qualcuno glielo impedisca”.

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