Quando a meno di 24 ore dal suo rientro in Russia, l’oppositore Aleksej Navalnyj è stato condannato a 30 giorni di custodia cautelare, i suoi collaboratori della Fondazione anti-corruzione hanno indetto manifestazioni per oggi 23 gennaio. Slogan: “Libertà per Navalnyj”. E puntuali le manifestazioni sono partite in molte città di tutta la Federazione russa. A fine mattinata in 25 città ci sono già stati almeno 1000 arresti di manifestanti scesi in piazza per manifestare contro l’arresto del primo oppositore di Vladimir Putin. Centinaia di dimostranti sono stati fermati a Mosca, molti prima ancora dell’inizio della protesta, che si prevede sia la più massiccia tra tutte quelle organizzate nel Paese. Intanto si segnalano scontri tra i manifestanti e la polizia in tenuta antisommossa, all’angolo tra la Petrovka e lo Strastnoy Boulevard. Lo riporta Rbk, che pubblica un video. La polizia usa i manganelli.

Per galvanizzare ulteriormente la popolazione a scendere in piazza, il team di collaboratori di Navalnyj aveva diffuso l’inchiesta “Palazzo per Putin” su una presunta residenza del presidente russo sul Mar Nero costata 100 miliardi di rubli finanziati a colpi di tangente. Sperano così di ottenere la stessa risposta che ci fu nella primavera 2017 quando diffusero la video-inchiesta sull’allora premier Dmitrij Medvedev intitolata “Non chiamatelo Dimon”, altro successo di Navalnyj su YouTube. qualche risultato c’è stato: le manifestazioni dovevano iniziare alla 14 (le 12 in Italia), ma la polizia da ore ha iniziato ad effettuare arresti nella capitale. Tra le persone fermate, anche la moglie del dissidente, Julija Navalnaja, e Ljubov Sobol, stretta collaboratrice di Navalnyj, già arrestata e rilasciata altre due volte nel corso dell’ultima settimana.
Navalnyj, Vladivostok: scontri e arresti alla manifestazione per l’oppositore di Putin
La repressione preventiva
Le autorità per tutta la settimana hanno cercato di intimidire i potenziali dimostranti in vari modi cavalcando il “tema dei bambini”: hanno denunciato i “cinici tentativi di provocatori” di coinvolgere i minori nelle azioni di protesta o, come il Ministero dell’Istruzione, esortato i genitori degli studenti a non lasciarli andare a fare “passeggiate”.
Il sindaco di Mosca Serghej Sobjanin ha registrato un videomessaggio in cui ha definito l’azione di protesta “inaccettabile” e chiesto ai moscoviti di non cedere agli appelli dei “provocatori”, citando anche il pericolo di contagi da coronavirus.
Nelle scuole di Mosca è stato distribuito tra i genitori un opuscolo di consigli del dipartimento moscovita dell’Istruzione che descrive i rischi per gli studenti e quello di perdere la patria potestà per gli stessi genitori che non dissuaderanno i figli.
Nel krai di Zabajkalskij nell’Estremo Oriente russo, sono stati fissati esami per tutti gli studenti tra i sette e gli 11 anni, mentre l’Università di Ufa ha dichiarato questo sabato un giorno con frequenza obbligatoria per studenti e dipendenti.
Su richiesta della procura generale, l’agenzia per il controllo dei media Roskomnadzor ha iniziato a bloccare tutti i siti che contenevano appelli a scendere in piazza e minacciato i social network con multe fino a quattro milioni di rubli (oltre 50mila dollari).

Il rischio di processi penali
Le forze di sicurezza hanno invece annunciato che gli autori degli inviti a scendere in piazza potrebbero essere coinvolti in casi penali. L’ufficio del procuratore generale ha avvertito che le azioni dei partecipanti ad azioni non coordinate potrebbero essere qualificate ai sensi dell’articolo 212 del codice penale (sommosse) che prevede fino a 15 anni di reclusione per gli organizzatori dei disordini, fino a 8 anni per i partecipanti e fino a 2 per i reclutamenti.
È stato in base a questo articolo che sono stati processati i dimostranti che presero parte alle manifestazioni in piazza Bolotnaja nel 2012 (il cosiddetto “caso Bolotnaja”) e quelli che sfilarono a Mosca nel 2019 per protestare contro l’esclusione di candidati indipendenti dalle elezioni per il rinnovo della Duma della capitale (il cosiddetto “caso Mosca”). Quanti sono stati condannati hanno ricevuto condanne da 1 a 3 anni.
Sobol, Jarmish e Alburov arrestati
Le autorità hanno arrestato preventivamente vari esponenti dell’opposizione per i loro inviti a partecipare all’azione di oggi: 43 in 20 città. Tra loro, i fedelissimi di Navalnyj: Georgij Alburov, capo delle inchieste della Fondazione anti-corruzione, condannato a 10 giorni, e la portavoce Kira Jarmish, condannata a nove giorni. Solo l’avvocata di Fbk Ljubov Sobol si era salvata con una multa di 250mila rubli perché madre di una bimba piccola. Ma è stata poi arrestata di nuovo oggi, poco prima dell’inizio della manifestazione di Mosca. Sono stati multati o arrestati decine di coordinatori e volontari degli uffici regionali della Fondazione di Navalnyj.
Ieri sera il Comitato Investigativo ha annunciato di aver avviato contro tutti loro un procedimento penale ai sensi dell’articolo 151.2 del codice penale: “Coinvolgimento di minori nella commissione di atti illeciti, che consapevolmente rappresentano una minaccia per la vita”.
Il messaggio di Navalnyj dal carcere: “Non mi suiciderò”
I collaboratori di Navalnyj rimasti in libertà hanno intanto pubblicato un suo videomessaggio dalla prigione di custodia cautelare, registrato, a quanto pare, tra il 20 e il 21 gennaio. Già sopravvissuto a un tentato avvelenato da Novichok e detenuto a Matrosskaja Tishina, la prigione dove nel 2009 morì l’avvocato Serghej Magnitskij che aveva indagato su una frode su vasta scale che coinvolgeva, Navalnyj ha ringraziato il pubblico della video-inchiesta sul “palazzo di Putin”, espresso il suo rispetto per i giovani che fino a ieri avevano fatto guadagnare oltre 22 milioni di visualizzazioni agli hashtag #NavalnyjLibero e #23gennaio su Tik Tok.
E ha infine messo anche in guardia da una sua “scomparsa” prematura. “Giusto in caso: non sto pianificando di impiccarmi alle finestre o di tagliarmi le vene o la gola con un cucchiaio affilato. Uso le scale con molta cautela e mi prendono la pressione ogni giorno perciò un improvviso infarto è da escludere. Sono in uno stato psicologico ed emotivo stabile”, ha scritto su Instagram.
Fonti del Cremlino hanno intanto detto a Bloomberg che intendono tenere Navalnyj in prigione per anni: ai tre anni per il vecchio caso Yves Rocher, potrebbero aggiungersene 10 per un caso di appropriazione indebita di donazioni a Fbk.
La minaccia di arresti
I raduni non sono stati autorizzati e i funzionari della sicurezza si preparano a disperderli duramente. la Direzione principale moscovita del ministero degli Interni ha avvertito che “i tentativi di organizzare un evento pubblico non autorizzato, così come le azioni provocatorie dei loro partecipanti” saranno considerati una minaccia per l’ordine pubblico e immediatamente soppressi.

Del resto le autorità si preparavano già da tempo a reprimere il dissenso: alla fine del 2020, la Duma (la Camera bassa del Parlamento) ha adottato un intero pacchetto di leggi repressive, comprese quelle che rafforzano la responsabilità per le manifestazioni non autorizzato.
Ma una massiccia affluenza e una dura repressione potrebbe essere l’inizio di grossi problemi per il Cremlino nell’anno in cui, a settembre, gli elettori sono chiamati a rinnovare la Duma. “La popolarità di Putin – ha detto il politologo Konstantin Kalachiov a The Bell – potrebbe precipitare rapidamente. E allora non gli resteranno che due scelte: cercare urgentemente un successore e aggiornare davvero il sistema, o seguire le orme di Lukashenko”. Vale a dire restare al potere con la forza come sta facendo il presidente bielorusso nonostante le contestazioni giornaliere dalle presidenziali contestate del 9 agosto scorso.