Oggi è una giornata molto positiva per tutti i ristoratori e gli imprenditori che si stanno ribellando alle misure di chiusura contenute nei dpcm, i decrreti del presidente del Consiglio dei Ministri.
L’ordinanza della Procura della Repubblica di Modena
Il pubblico ministero della procura della Repubblica di Modena ha ordinato la restituzione ai proprietari delle chiavi della palestra GimFive di Vignola (Modena), uno dei simboli della protesta #IoApro, che era stata chiusa lunedì scorso con sequestro preventivo effettuato dai Carabinieri.
Il pubblico ministero non ha convalidato la misura penale dando un’interpretazione autentica della normativa anticovid. Secondo il pm, il legislatore non ha inteso sanzionare le violazioni dei dpcm con misure penali, ma solo con sanzioni amministrative.
L’autorità di polizia giudiziaria non poteva quindi adottare “strumenti repressivi più incisivi” come il sequestro preventivo, ma tutt’al più solo delle multe. La ragione di questa interpretazione risiede, come scritto dal pm, nella necessità di evitare “un’esplosione incontrollata di notizie di reato” e nell’esigenza di una “pace sociale” nel Paese.
Se questo orientamento dovesse essere accolto anche da altre procure, significa che in nessun caso si può chiudere un’attività imprenditoriale se essa viola i dpcm.
L’esperienza delle palestre GimFive
L’avvocato Mauro Sandri, legale della società proprietaria delle palestre GimFive e di altre attività imprenditoriali che hanno aderito a #IoApro, ha spiegato su Byoblu, perché l’ordinanza della Procura di Modena è importante dal punto di vista civile e giuridico.
L’iniziativa di #IoApro è “il tentativo della classe media imprenditoriale italiana di dare applicazione all’articolo 1 della Costituzione”, che stabilisce che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. “Anziché parlare di disobbedienza civile, io parlerei infatti di obbedienza costituzionale”, ha detto l’avvocato.
Nel corso dell’intervista sono intervenuti anche Patrich Dotti, amministratore della società GimFive, e Federico Milieni, responsabile dell’area marketing, raccontando le motivazioni che li hanno spinti a riaprire e le vicissitudini subite a seguito dei “numerosi e sproporzionati controlli da parte delle forze dell’ordine”.
La pronuncia del pm di Modena ha comunque rafforzato la convinzione degli imprenditori ad opporsi alle sanzioni amministrative da loro ritenute illegittime e ad andare avanti nella loro protesta.
L’ordinanza del pm di Modena può diventare un precedente?
Ha risposto a questa domanda, nel corso dell’intervista, l’avvocato Sandri.
Intanto i sigilli hanno raggiunto ieri il pub Halloween di Bologna. Sandri, che ha preso la difesa legale anche di questa attività imprenditoriale, ha raccontato le caratteristiche di questo caso.
L’auspicio è che la pronuncia della Procura della Repubblica di Modena diventi un precedente seguito anche da altre Procure italiane e che gli imprenditori ottengano dal governo sostegni economici e i dovuti risarcimenti a seguito delle chiusure.
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Claudio Messora
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“una stampa cinica e mercenaria ‘prima o poi’ creerà un pubblico ignobile” J.P.