Ancora scontri e disordini nella notte appena trascorsa tra giovani manifestanti e forze di sicurezza in alcune località della Tunisia.
Per la quarta notte consecutiva si sono registrate a Cité Ettadhamen, Mnihla, La Manouba, sobborghi popolari della capitale, Kram ma anche Beja, Kasserine, Biserta, Sfax, Sousse e Monastir, Kef le stesse scene di violenza, saccheggi, incendi di pneumatici, sassaiole e attacchi alle forze dell’ordine ad opera di giovani e giovanissimi che hanno costretto la polizia a far largo uso di lacrimogeni.

Le manifestazioni sono state scatenate dalla difficile situazione socio-economica nel decimo anniversario, caduto giovedì scorso, della rivolta che diede origine alla Primavera araba e che portò alla destituzione del presidente Zine El-Abidine Ben Alì.
I disordini notturni si verificano in un contesto di grave peggioramento della situazione politica, economica e sociale del Paese. A fare da sfondo sono le accese tensioni tra le varie forze politiche che siedono in Parlamento, molto frammentato dalle elezioni del 2019, mentre il governo sempre più indebolito è stato oggetto di un rimpasto sabato scorso ed è in attesa del voto di fiducia dei deputati.

Gli scontri sono stati tuttavia di minore intensità rispetto alle notti precedenti e con le forze dell’ordine in pieno controllo della situazione, segnalano i media locali. Ancora decine gli arresti.

Le autorità tunisine avevano fermato per questi incidenti fino a ieri 632 giovani, molti dei quali minori, con l’accusa di atti vandalici. Il ministero dell’Interno ha infatti escluso motivazioni politiche, dichiarando che il loro fine principale è il saccheggio di proprietà e beni altrui. “Non si tratta di manifestazioni ma di atti vandalici” ha ribadito in varie occasioni il portavoce del ministero dell’Interno, Khaled Hayouni.