Crisi di governo, dal Senato arriva il via libera al governo Conte. Italia Viva di Renzi ha scelto la via dell’astensione al voto finale

Giuseppe Conte supera anche lo scoglio della fiducia in Senato, nonostante l’astensione di massa di Italia Viva e il no deciso di tutto il centrodestra, con qualche eccezione. L’obiettivo al Senato era quello di toccare o superare quota 155: alla fine sono stati 156, sotto la maggioranza assoluta (fissata a 161) e sotto le attese di Conte. I contrari sono stati 140, gli astenuti 16, quindi conto pari.
Al termine del discorso di Conte in Senato avevano annunciato il loro voto di fiducia al governo Mario Monti, Pier Ferdinando Casini e Gregorio De Falco (ex 5Stelle ora nel Gruppo Misto). Con loro anche Tommaso Cerno che ha deciso di tornare nel Pd e Sandra Lonardo, moglie di Clemente Mastella, che nel suo intervento aveva già ampiamente manifestato la sua fiducia. La senatrice a vita Liliana Segre, accolta a Palazzo Madama da un lungo applauso, ha votato a favore di Conte.
Ma c’è stata anche qualche sorpresa, come il sì della senatrice Maria Rosaria Rossi di Forza Italia. E poi il giallo finale per il voto dei senatori Ciampolillo (ex 5 Stelle, oggi nel Misto) e Nencini chiamati due volte senza mai rispondere. Hanno chiesto di riesaminare il video, come nel calcio, per dimostrare che erano in aula pronti per fare il loro dovere.

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Senato, i duri attacchi di Matteo Renzi e Matteo Salvini all’esecutivo Conte
Nel suo intervento di oggi in Senato il leader di Iv, Matteo Renzi, aveva lanciato l’ennesimo un duro attacco al premier definendo indecoroso il gioco delle poltrone per garantirsi l’appoggio. E ha ribadito la richiesta di un esecutivo più forte, quello che non è stato fino ad oggi.
Parole alle quali Conte ha replicato nel suo discorso finale: “Io sono sempre stato disponibile al dialogo, ma Italia Viva ha scelto la via dell’arroganza. Se oggi avremo la fiducia, sarà rafforzata la squadra di governo”.

Altrettanto duro, come era prevedibile, l’intervento di Matteo Salvini: “Non è un diritto ma un dovere di ogni cittadino mettere in discussione un governo che ha fallito su tutto. Una volta chi cambiava casacca veniva chiamato volgarmente poltronaro. Ricordo -che non state cercando volenterosi ma complici da pagare per non mollare la poltrona”.
Poi quasi in conclusione la frase che ha infiammato l’aula. Il leader della Lega ha citato una vecchia frase di Beppe Grillo: “I senatori a vita o non muoiono o muoiono sempre troppo tardi. Che coraggio che avete”. Il tempo di finire ed è stata bufera.
Ma un no contino è arrivato anche da Forza Italia per bocca della capogruppo in Senato, Anna Maria Bernini: “Sembra evidente che questa maggioranza non c’è più. Il presidente del Consiglio invece fa finta che i problemi non esistono. Non possiamo dare la fiducia a questo governo perché non crediamo a un presidente del Consiglio che offre posti a destra e a manca, pensiamo che il suo esecutivo sia supponente”.