Ermanno Lisi L’aquila racconta punto per punto tutta la storia della città- Le fonti sulla fondazione: il privilegio di Corrado IV Risale al 1254 il privilegio di Corrado IV6 . Il testo è mutilo all’inizio e alla fine, per cui l’attribuzione è sempre risultata difficile e il diploma è stato per lungo tempo incluso tra quelli di Federico II, ma la paternità di Corrado è provata da un atto notarile del 12557 . Il termine ante quem per la sua datazione è dato dalla morte di Corrado IV il 20 maggio 1254; il termine post quem è definito invece dalla supplica rivolta il 6 maggio 1253 dalle popolazioni di Amiterno e Forcona al consigliere regio Tommaso da Marerio, per richiedere la sua intercessione “ad constructionem civitatis Aquilae faciendam” 8
.
Il diploma è evidentemente volto ad ostacolare i baroni locali: i riferimenti
ai ribelli e ai briganti, la confisca delle foreste e dei boschi, la liberazione dagli
obblighi feudali per quanti fossero andati a stabilirsi entro i confini della nuova
città, l’autorizzazione ad abbattere tutti i castelli e i fortilizi all’interno degli
stessi confini, il permesso di trasferirsi a L’Aquila anche per quanti venissero da
altre regioni ed infine il divieto di costruire torri all’interno della città – tutte
queste indicazioni testimoniano la precisa volontà del sovrano attenuata, ma
non troppo, dall’obbligo per i nuovi cittadini di pagare un indennizzo ai loro
signori d’un tempo, tanto per i servizi feudali quanto per i beni che questi
perdevano. Tale requisito induce a pensare che si volesse evitare una massiccia
presenza in città del ceto più basso della popolazione, quelli che Buccio chiama
“i villani” – e la prudenza in tal senso è perfettamente motivata, come dimostra
la vicenda di Ramotto9 . A stabilirsi nella nuova città sono tanto contadini
quanto artigiani, commercianti, perfino baroni10
.
Non sappiamo se il primo nucleo cittadino sia nato precedentemente
rispetto al diploma di Corrado IV o ne sia una conseguenza, ma il privilegio è
costruito in modo estremamente logico, con precise ragioni ed intenzioni
chiaramente esposte dal sovrano, e non contiene cenni a borghi precedenti –
suo essere mutilo non aiuta tuttavia a chiarire i discrepanze tra la situazione in
esso illustrata e la storia narrata nella Cronica di Buccio da Ranallo, che avremo
modo di studiare più avanti.
Le fonti sulla fondazione: la lettera di Alessandro IV
Il 22 dicembre 1256, ossia poco più di due anni dopo la morte di Corrado IV, la
città di L’Aquila viene eletta sede episcopale attraverso una lettera di
Alessandro IV11. Il pontefice è nipote di Gregorio IX, ed era stato nominato
cardinale nel 1227. La sua politica era in contrasto con quella di Manfredi,
fratellastro di Corrado IV, e la lettera del pontefice è probabilmente volta a far
schierare la nuova città con la “pars ecclesiae” nel conflitto contro il sovrano
svevo – obiettivo peraltro raggiunto, dal momento che L’Aquila si opporrà a
Manfredi, presumibilmente proprio in cambio dei vantaggi, soprattutto in
termini di attrattiva sulle popolazioni circostanti, conseguiti divenendo sede
vescovile.
Le fonti sulla fondazione: la lettera al re d’Inghilterra
Nel 1258 Manfredi, eletto da poco sovrano del Regno – in seguito alla diffusione
ad arte della notizia della morte di Corradino, figlio di Corrado IV e legittimo
erede al trono –, intraprende una serie di spedizioni militari al fine di affermare
la sua autorità e porre fine alle ribellioni. L’Aquila, nemica del re, non può
sperare di difendersi militarmente ma tenta ugualmente di approntare delle
difese diplomatiche inviando una lettera al re d’Inghilterra. Enrico III risponde
nel luglio del 1258, ma fin dall’anno precedente aveva messo a disposizione
della città 540 marchi da utilizzare per la sua difesa12
. Tale aiuto ad opera di
Enrico III può essere spiegato attraverso il cosiddetto “negotium Siciliae”:
Innocenzo IV nel 1253 aveva offerto la corona del Regno di Sicilia al re
d’Inghilterra, e l’interesse inglese per il Regno doveva essersi mantenuto alto.
L’intervento di Enrico III ci mostra l’importanza che la città di L’Aquila doveva
aver già raggiunto negli equilibri geopolitici locali – importanza che ne
giustifica la distruzione da parte di Manfredi.