Al ministero della Salute c’è un po’ di agitazione. Non si tratta di avvisi di garanzia, ma di convocazioni davanti alla procura di Bergamo, che ha aperto il fascicolo sulla “mancata” zona rossa di Alzano Lombardo, per dirigenti di vertice del ministero. Il tema è semplice, ma nello stesso tempo inquietante: esisteva un piano anti-pandemia? Era stato attivato nel 2006 (quando si parlava di influenze e il Covid-19 era ben al di là da venire)? E il 5 gennaio, quando l’Oms ha avvisato di metterlo in atto, è stato fatto o no?
Il numero due dell’Oms Ranieri Guerra sostiene in una dichiarazione resa all’Agi che gli autori del Rapporto sulla gestione della pandemia in Italia, al centro anche degli accertamenti della Procura di Bergamo, gli dissero “esplicitamente di non informare il Ministero della Salute” della pubblicazione del dossier. “Non ho mai avuto la facoltà di prendere iniziative sul Rapporto – afferma Guerra – in questo caso mi è stato esplicitamente detto di non informare il Ministro da parte degli autori del Rapporto”. Tra questi figura il funzionario di Venezia Francesco Zambon che, durante la trasmissione ‘Non è l’Arena’ di ieri sera, ha affermato che Guerra “mi chiedeva di falsificare qualcosa in un periodo in cui lui era stato direttore della prevenzione al Ministero”. Il riferimento è alla data del piano pandemico, di cui si parlava nel Rapporto, che Guerra avrebbe chiesto a Zambon di postdatare per fare sembrare il piano aggiornato al 2016.

La procura di Bergamo ha sinora ascoltato varie persone e “cristallizzato” la situazione sui “piani pandemici”, ma adesso gli interrogatori devono diventare più stringenti. Anche perché un ordine scritto, sull’apertura e chiusura dell’ospedale, non sembra esserci. Chi ha deciso che cosa?

Gli accertamenti proseguono per differenziare i fatti concreti, con responsabilità penali e amministrative, anche in vista dei possibili risarcimenti, dalle ipotesi di responsabilità politica. Gli interrogatori sono fissati in questi giorni, dovrebbero iniziare il 20 febbraio. Davanti al pool coordinato dal procuratore capo Antonio Chiappani sono stati convocati l’attuale direttore generale Giuseppe Ruocco, che era stato anche direttore generale della Prevenzione prima di Ranieri Guerra, e l’ultimo dirigente nello stesso ruolo, Claudio D’Amario, oltre ad altri due dirigenti coinvolti nella preparazione del Piano, uno dei quali è Francesco Maraglino. Tutti saranno sentiti come persone informate sui fatti.