Tra i tanti che sono rimasti sospesi nell’anno orribile appena concluso ci sono tutti i protagonisti del mondo dell’intrattenimento. Erano un elemento caratterizzante della nostra città, sono ancora fermi e vedono un orizzonte nero. Linus conosce molto bene questo pianeta e anche molto altro. Il suo osservatorio di prestigio è la torre di comando di Radio Deejay, condivide le esperienze e le difficoltà con chi lavora lì tutti i giorni ma anche con gli ascoltatori.
“Vedo altri mesi interlocutori”.
Perché, Linus? Non crede che l’anno appena cominciato possa significare un nuovo rilancio per Milano?
“Milano deve ancora assorbire il colpo, era scintillante e adesso è conciata un po’ così. Mi viene in mente una metafora sportiva”.
Quale?
“Milano è come l’atleta che era pronto per la gara della vita ma che all’ultimo allenamento si rompe il crociato. E per tornare ad alti livelli deve aspettare che il ginocchio guarisca. Ecco, per la nostra e per tutte le altri grandi città del mondo ci vorrà ancora tempo per riprendersi”.
Che cosa l’ha colpita?
“Che un anno fa tutto splendeva e adesso sono aumentate e di parecchio le code delle persone che non hanno da mangiare. Gente che non lavora da mesi e mesi, che è ferma o che addirittura lo ha perso, il lavoro. Non possiamo dimenticarcelo”.
Per fortuna nel Dna milanese c’è la solidarietà, dalla Caritas alle associazioni laiche sono tante le iniziative per aiutare chi è in difficoltà.
“Certo ma purtroppo i loro sforzi non bastano”.
Da dove bisogna ripartire?
“Il Comune, le istituzioni devono farsi carico ancora di più di questa realtà, è una drammatica priorità. Ok a ripensare le week, a studiare piani di sviluppo urbanistico e architettonico. Ma prima di tutto ridiamo dignità a quelli che io chiamo intermedi, tra i 45 e i 50 anni. Trovandogli, ridandogli un lavoro. Sento tanto parlare dei giovani ma l’emergenza è in questa fascia di età”.
Detto da uno che ha giovani in famiglia e che ha tanti giovani all’ascolto…
“I giovani sono in sofferenza, è chiaro, è un periodo decisamente molto complicato. Ma proprio perché sono giovani hanno l’energia per affrontarlo o per trovare la giusta strada futura. Gli intermedi no”.
E in questi intermedi ci sono proprio i lavoratori dello spettacolo. Hanno fatto rete, i Bauli in piazza adesso si occuperanno anche della promozione delle vaccinazioni ma come hanno detto loro stessi è un modo per sentirsi attivi senza fermare la lotta per il lavoro.
“I musicisti, i tecnici, quelli che montano i palchi. Sono la categoria più colpita e non sanno ancora adesso che cosa ne sarà di loro. Mentre per il calcio ogni tanto si solleva qualche voce che spinge per far tornare allo stadio gli spettatori, non c’è nessuno che dice facciamo nuovamente i concerti. Ed è giusto così, non è il momento almeno per altri quattro, cinque, sei mesi. Ma questo rende ancora più incerte le loro vite”.
Anche per le radio è un momento complicato?
“È la prima volta che ci troviamo in difficoltà con il paradosso di un calo degli investitori a fronte di un aumento degli ascolti. Sembra incredibile e invece è triste realtà perché le aziende non hanno conoscenza del mezzo, sono convinte che siccome la gente non va più al lavoro e non usa l’auto non ci siano più ascoltatori. Invece la gente ha dimostrato di esserci sempre e di più e questo è gratificante, trasmette un’emozione indispensabile a fronteggiare la frustrazione”.
Per questo, per un grazie a chi vi ascolta ha deciso durante le vacanze di dare vita a Radio Linetti su Instagram, direttamente da casa sua?
“Sì, anche per questo, avevo voglia di riprovare una situazione intima, di tornare a spiegare la musica prima di metterla in onda. È stato molto bello, romantico anche se impegnativo”.
Nel 2021 si andrà a votare. Che cosa si sente di chiedere al futuro sindaco?
“Innanzitutto spero che sarà ancora Sala, con lui in questi anni Milano è passata da promessa a realtà. Quanto alla domanda, una sola: non dimenticarsi nella ripartenza di chi è rimasto in questi mesi fuori dal lavoro”.
E per l’intrattenimento?
“Saranno mesi di stagnazione. Diamoci appuntamento a settembre. Speriamo che davvero dopo l’estate si possa tornare se non come prima almeno a una forma sostenibile. E chissà magari anche ad assistere nuovamente ai concerti”.