“Professionisti non medici: “Vitals” & “Walking deads”?

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“Professionisti non medici: “Vitals” & “Walking deads”?

Gentilissimi e stimatissimi colleghi infermieri,

Piace replicare a quanto discusso su una vostra testata [1], sulla vostra c.d. “indennità di specificità infermieristica”.

Pur partendo dal presupposto che, al pari delle specializzazioni mediche, ognuna delle professioni sanitarie non mediche abbia la propria peculiarità e, conseguentemente, abbia diritto alla propria indennità professionale specifica, è assai triste leggere i cantilenanti comunicati che la vostra federazione Fnopi in questi giorni tanto si stia impegnando a propagandare.

Sul punto è quanto mai opportuno chiarire quanto segue:

Anzitutto chiedere cosa si intenda con l’espressione

«professione fino a oggi “diluita” nel Pubblico impiego»

, perché, perdonerete un improvviso calo di fantasia – bisognerà assumere un integratore da voi consigliato – ma proprio non si riesce a coglierne il senso; anche perché pare che le vostre richieste a carattere amministrativo vadano anche a creare un perplimente distinguo proprio tra i professionisti che operino nel SSN – ove, giusto caso, si “diluiscano” – e tra quei “poveretti” che, diluiti o no, hanno legittimamente scelto di operare nell’ambito privatistico della sanità Italiana.

Mentre ciò che si intende benissimo è la tendenziosità di una molteplicità di affermazioni:

«l’unicità di un’attività nel suo genere e che solo gli infermieri svolgono» ;

«Una professionalità molto diversa da tutte le altre professioni sanitarie»;

… cui forse la più grave è:

«dove gli infermieri sono una professione a sé, parallela,

con compiti evidentemente diversi ma complementari, a quella dei medici».

 

Forse che al distinguo dei medici, che all’alba del terzo millennio, in un atto di biblico Caifìano sdegno, si sono improvvisamente stracciate le vesti dell’appellativo “dottori” per vestire quelle dei “medici” , per distinguersi dagli “altri” emergenti dottori, ne vada aggiunto un altro: quello dei “promedici”, o dei “feremedici”? Oppure, visto che

«è stato evidente che il loro ruolo è stato speciale»

, quello dei… “sanitari preclari” ? … ma qui c’è bisogno di una seconda dose di integratore di fantasia …

La Marvel vi identifica come “The Vitals” [1], bene, benissimo … ma non vorremmo proprio che tutti gli altri siano assimilati a dei “Walking deads” …

Oppure, ancora, … cosa dovrebbero fare i Tsrm, vista la LORO «singolarità, della formazione» e professione? Esporsi ai raggi gamma per trasformarsi nei “Fantastici” o “Incredibili” sanitari?

… overdose di fantasia ?! Certamente sì, in sintonia con la vostra…

Tornando alla realtà, nel merito alle famose “videochiamate” … ciò che è veramente noto a tutti è uno sforzo comune di TUTTI gli operatori, anche non sanitari, fino anche a quelli dei servizi in appalto, di tentare in ogni modo possibile ed al contempo sicuro (perché anche loro bardati, mascherati e con tanto di visiera – certamente non con un «pesante scafandro»), di tenere in contatto (anche solo con colloqui di mediazione) pazienti e familiari … pertanto … è fin troppo tanto facile quanto scorretto auto-attribuirsi indebite medaglie, che invece andrebbero conferite anche ad altri.

Per quanto alla «umanizzazione dell’assistenza», premesso che non si possa spacciare l’umanità per qualcosa di diverso da quello che è, e che volendo TUTTI possono dimostrare, e premesso anche che, ad un livello professionale, tale prerogativa sia anche “indirettamente” esercitabile, ad esempio con la scrupolosa, corretta analisi dei tamponi (o anche di una analisi del sangue o delle urine) operate dai tecnici di laboratorio – che il paziente nemmeno lo vedono –  ebbene, nel merito della assistenza, è irrinunciabile domandare:

ne esiste una d’altro genere?

Nel merito delle «esternazioni verso gli infermieri di questi mesi», considerando la assenza di un riferimento che confermi la bontà del pur pleonastico dato riferito («gradimento dei cittadini superi il 92%» –  e vorremmo pure sapere perché un 8% ca. si sia diversamente dichiarato), non si può non pensare alle parallele, costanti polemiche condotte contro un esercito di giornalisti e commentatori che, pur di sacrificare la sostanza ad una misera forma, hanno continuato a ringraziare sempre e soltanto “medici ed infermieri”, mostrando il fianco scoperto di una mera forte ignoranza in campo sanitario…

Una altra caratteristica comune a TUTTI i professionisti sanitari: quella «singolarità, della formazione, della qualità e dell’abnegazione di un’intera categoria professionale» che se non fosse presente in ognuno dei professionisti della sanità farebbe perdere di significato lo scopo di una vita: volendo ogni “professione” è titolata ad un medesimo scopo: gli ingegneri, i matematici, i cosmologi … etc. tutti devono concorrere al bene e progresso dell’umanità; si sarebbe semplicemente disonesti se si fosse diversamente ispirati …

Mentre sul «di cui fanno parte oltre 450 mila professionisti», si può parafrasare Jovanotti:

«Chissà perché,  rispose il piccoletto, sono sempre i grandi a fare il pistolotto»

… ove il “grandi” è, ovviamente, inteso numericamente.

Concludendo, premesso che l’obiettivo del normare è di garantire il funzionamento della convivenza sociale, della giustizia e dell’ordine – e nessun altro, premesso che non soltanto gli infermieri possono indicare, proporzionalmente, i “propri” caduti nella lotta contro la pandemia, ed infine premesso che gli infermieri possono certamente ritenersi, per diversi giusti ed indiscutibili meriti, come “l’elemento trainante” delle professioni sanitarie, ma che non possono altresì considerarsi come un “Fort Knox” da svaligiare, non si può non leggere tra le righe di tali vostre formulazioni, un atteggiamento di tanto improvvisa quanto improvvida oltracotanza, che può anche essere visto come un  “negotium contra legem”: non si dovrebbero mai perdere di vista alcuni concetti “di struttura” di tutte le professioni sanitarie: l’individuazione dei campi di attività e di responsabilità delle professioni sanitarie è effettuata contemplando in maniera integrata: 1. I profili stabiliti dai decreti ministeriali; 2. Il contenuto degli ordinamenti didattici dei corsi di laurea e di formazione post-base; 3. Il contenuto dei codici deontologici (che costituiscono, i c.d. “criteri guida”); e da: 4. Le competenze previste per le professioni mediche; 5. Le competenze delle altre figure professionali laureate (che costituiscono, i c.d. “criteri limite”), laddove la norma di legge,  all’articolo 1 della Legge 26 febbraio 1999 n. 42 – Disposizioni in materia di professioni sanitarie – declini una definizione di maggiore laconicità ed efficacia:

«nel rispetto reciproco delle specifiche competenze professionali».

Così e scritto … e così sarebbe da farsi: la conquista di quanto anelato dall’arcinoto comma 566 della legge di Stabilità 2015, di un superamento della sentenza n. 54 della Consulta dello stesso anno (e ci si può fermare anche qui) sono temi troppo importanti per i quali i professionisti non medici non possano pensare, nemmeno per un istante di insano egoismo, di non far fronte comune.

Pertanto, abuso di integratori di fantasia escluso, da una parte nessuno deve ritenersi né un supereroe da fumetto, né un protagonista di un thriller, e dall’altra né alcuno deve stracciarsi le vesti, né tantomeno deve in simil modo “tradire” … per soli trenta denari.

Grazie per averci seguito … e nessuno tocchi … nessun’altro.

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[1]https://www.nurse24.it/infermiere/ordine/fnopi-nessuno-tocchi-indennita-specificita-infermieri.html

[2] https://triblive.com/local/ahn-nurses-featured-in-new-marvel-comic-book/

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Dr. Calogero Spada
Dottore Magistrale
Abilitato alle Funzioni Direttive
Abilitato Direzione e Management AA SS
Specialista TSRM in Neuroradiologia

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