Qual è la situazione dei due Ospedali da costruire in tutta fretta che sono stati affidati a Guido Bertolaso? Più di due mesi dopo lo scoppio dell’emergenza coronavirus in Italia, le due strutture rimangono un’incognita.
L’Ospedale Fiera di Milano, costato 21 milioni e finanziato dai privati tra cui Silvio Berlusconi che ha donato 10 milioni, è entrato in funzione a inizio aprile ma a breve stando a quanto dichiarato da Antonio Pesenti, direttore della Rianimazione del Policlinico che gestisce la struttura, potrebbe essere chiuso vista la diminuzione dei ricoveri in terapia intensiva in Lombardia.
Il secondo Ospedale che è stato affidato alla regia di Guido Bertolaso, inizialmente sponsorizzato da più parti per un ruolo di commissario straordinario, è invece quello di Civitanova sul litorale marchigiano.
Lo scorso 12 maggio l’ex numero uno della Protezione Civile insieme al governatore Luca Ceriscioli ha effettuato un nuovo sopralluogo presso la struttura, che però ancora deve iniziare ad accogliere dei pazienti che fortunatamente sono in calo anche nelle Marche.
Milano, l’Ospedale COVID di Bertolaso può già chiudere
Con l’inizio della crisi sanitaria dovuta al Coronavirus, la Regione Lombardia essendo tragicamente la più colpita ha deciso di avviare la costruzione di un Ospedale in zona Fiera a Milano destinato ad accogliere i pazienti da ricoverare in terapia intensiva a causa del COVID-19.
In quel momento visto l’alto numero dei ricoveri le strutture esistenti erano arrivate al collasso, con il governatore Attilio Fontana che ha scelto di incaricare Guido Bertolaso per seguire questo progetto.
Lo scorso 31 marzo la struttura così è stata inaugurata e dal 6 aprile ha iniziato ad accogliere pazienti. Costata 21 milioni provenienti da donazioni dei privati, secondo le intenzioni iniziali doveva essere capace di ospitare 600 terapie intensive, poi abbassate a 250, ma alla fine gli ospiti sono stati molto meno.
Al momento infatti ci sarebbero soltanto 5 persone ricoverate, tanto che in un’intervista rilasciata a Fanpage il direttore della Rianimazione del Policlinico di Milano Antonio Pesenti ha ipotizzato che a breve la struttura possa essere chiusa.
“Penso che a breve chiuderemo l’attività della Fiera se le cose vanno avanti così e intendo entro un paio di settimane – ha spiegato Pesenti – Io penso che resterà lì a disposizione delle future emergenze”.
Tutto merito della diminuzione dei nuovi ricoveri in terapia intensiva in Lombardia, ma la Regione a riguardo di una chiusura a breve della struttura ha parlato di una “decisione in fase di valutazione”. Di certo l’Ospedale resterà a disposizione di emergenze future.
Il caso Civitanova
Situazione diversa a Civitanova ma destino probabilmente simile a quella della struttura meneghina. Anche in questo caso il governatore Luca Ceriscioli ha incaricato Guido Bertolaso di guidare la realizzazione di questo Ospedale da dedicare all’emergenza COVID-19.
Annunciato a inizio aprile, i lavori però sono iniziati soltanto a metà mese e ancora nella struttura deve fare ingresso il primo paziente a fronte delle due settimane stimate per l’entrata in funzione.
Nel frattempo anche nelle Marche l’emergenza sta man mano scemando. A dare una mano a Ceriscioli e Bertolaso c’è l’Ordine di Malta, che si è impegnato a trovare 8 milioni sui 12 necessari per il pieno completamento dell’Ospedale.
Anche in questo caso come per Milano il futuro della struttura sembrerebbe essere quello di rimanere a disposizione per possibili emergenze future, ma restano i dubbi sull’effettiva utilità dei due Ospedali.
Invece che realizzare strutture ex novo, dove in larga parte deve essere dirottato il personale sanitario operativo in altri nosocomi, i soldi spesi potevano essere utilizzati per potenziare gli Ospedali già esistenti.
“Una terapia intensiva non può vivere separata da tutto il resto dell’Ospedale – ha scritto su Facebook il 6 aprile il cardiologo Giuseppe Bruschi, Dirigente Medico I livello dell’ospedale Niguarda – Una terapia intensiva funziona solo se integrata con tutte le altre Strutture Complesse che costituiscono la fitta ragnatela di un Ospedale (dai laboratori alla radiologia, della farmacia agli approvvigionamenti, della microbiologia all’anatomia patologica)”.
Di certo quando sono stati progettati i due Ospedali non si poteva sapere quale sarebbe stata l’evoluzione dell’emergenza, che si spera a breve potremo metterci alle spalle, ma i dubbi sulla reale utilità delle strutture di Milano e Civitanova rimangono.