Milano, 20 aprile 2020 – Per un barbiere e un suo cliente, tre giorni fa, è scattata una multa da 280 euro a Rovellasca, nel Comasco. I vigili si sono insospettiti al vedere il secondo che camminava in strada con una chioma “troppo in ordine”, evidentemente fresca di taglio. Dal controllo è saltato fuori che l’uomo era appena stato dal suo hair stylist di fiducia, alla faccia delle restrizioni anti contagio. Piovono segnalazioni del genere anche a Milano, “dove c’è chi propone prestazioni da fornire a domicilio, abusivamente, oppure acconsente alle richieste di clienti che desiderano un taglio di capelli o della barba, oppure trattamenti estetici, in questo periodo di quarantena e saloni chiusi. Comportamenti che alimentano una concorrenza sleale e che rappresentano un pericolo per la salute pubblica. Perché aumentano il rischio di diffusione del contagio”
A spiegarlo al Giorno è Salvatore Seccia, 70 anni, presidente Espam (scuola di parrucchieri ed estetisti aperta a Milano nel 1953), vicepresidente Anam (Accademia nazionale acconciatori misti) e titolare dell’SG Barber shop di Salvatore e Gianfranco, bottega storica milanese di via Mazzini, nata nel 1929. Il suo è un grido d’aiuto lanciato “ai nostri governanti, dal premier Giuseppe Conte al ministro della Salute Roberto Speranza, contro l’abusivismo che sta rovinando tutti noi seri professionisti, che siamo a casa già da due mesi e rispettiamo le regole. Il lavoro abusivo sta crescendo a dismisura creando anche potenziali situazioni di contagio”.