Omicidio Jessica Faoro, il suo assassino aveva una “lucida volontà criminale”: le motivazioni dell’ergastolo

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    Alessandro Garlaschi condannato per l’omicidio della 19enne avvenuto nel febbraio 2018. Niente attenuanti: “Aveva un intento meramente punitivo perchè la ragazza aveva rifiutato le sue avance”

    E’ stata una “lucida volontà criminale” esplosa in “tutta la sua brutale violenza” per il “rifiuto” di Jessica Faoro di “intrattenere (…) i giochi erotici da lui pretesi” a “scatenare la furia omicida” di Alessandro Garlaschi, il tranviere condannato in abbreviato all’ergastolo per aver ucciso con 85 coltellate e tentato di bruciare il corpo della ragazza di appena 19 anni nel suo appartamento, a Milano, il 7 febbraio 2018. Lo scrive il gup Alessandra Cecchelli nelle motivazioni della sentenza.

    Alessandro Garlaschi “aveva un intento meramente punitivo” nei confronti di Jessica, perché – è scritto nelle motivazioni – lei si mostrava “poco sensibile” alle sue avance. Alla difesa che aveva chiesto di considerare “il vissuto affettivo e familiare” dell’imputato e l'”assenza di un comprovato movente razionale”, il giudice ribatte sostenendo la piena “lucidità” di Garlaschi” e il fatto che l’uomo, pur nelle dinamiche di vita e familiari che possono più o meno affliggere qualunque persona, ha avuto uno sviluppo familiare e sociale privo di rilevanti anomalie tali da influire sulla sua capacità di autodeterminazione, a differenza di quanto può constatarsi nel vissuto della vittima”.

    “La realtà oggettiva dei fatti  – prosegue il giudice – non comprova una deficienza dell’elemento soggettivo ma soltanto una lucida volontà criminale che esplode in tutta la sua brutale violenza quale conseguenza, seppur terribile, di una consapevolezza omicidiaria scatenata a seguito dell’atteggiamento di chiusura della donna ma non idonea ad escludere la capacità di intendere e di volere”.

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