Chiusure notturne, chicane e restringimenti: la Torino-Savona è un calvario

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Raffiche di lavori sulla A6: e il viadotto di Fossano dopo due anni non è ancora finito

di MARIACHIARA GIACOSA

Sulla Torino-Savona questa settimana, la notte si viaggia a singhiozzo. E si fanno i conti con le uscite obbligate “causa lavori in corso”. La notte tra lunedì e martedì chi viaggiava da Torino verso il mare dopo le 22 è stato costretto a uscire a Marene per rientrare a Fossano. Motivo, i lunghi lavori sul cavalcavia “Generale Romano” tra Marene e Fossano, iniziati l’estate scorsa e che, assicura la società di gestione, non dovrebbero concludersi che in giugno. Lo stesso divieto è scattato ieri notte, ma per chi arriva dalla Liguria. Da lunedì notte, poi, e fino a sabato mattina, in direzione sud (da Torino a Savona) i lavori nella galleria Montezemolo impongono l’uscita obbligatoria a Ceva e il rientro a Millesimo, in una fascia oraria che a seconda dei giorni inizia tra le 21 e le 23 e termina alle 6 del mattino.
È il prezzo della sicurezza, sostengono dalla società autostradale. I lavori che tanto complicano la vita ormai da mesi a chi dal Piemonte vuole raggiungere la Liguria, e viceversa, fanno infatti parte del piano di investimenti della società concessionaria, la Sias del Gruppo Gavio, che ha acquistato l’arteria nel 2013 da Autostrade per l’Italia, e sta portando avanti un pacchetto da 200 milioni di investimenti per messa in sicurezza e manutenzione. Vien da dire: “Per fortuna!”, ma non è questo il primo pensiero quando si guida e si è costretti a code, curve, chicane, strettoie e uscite obbligate. È sufficiente però guardare la mappa dei cantieri – in corso e previsti – per mettersi l’anima in pace. E concentrarsi per adottare quell’atteggiamento zen che sarà indispensabile soprattutto in vista dei week end tardo primaverili, quando il turismo marittimo del fine settimana si riverserà sulla A6.
I lavori più impattanti, quelli tra Marene e Fossano (che anche senza la transumanza degli affezionati dell’ombrellone già ora provocano rallentamenti) finiranno entro giugno. In tempo per l’esodo estivo, insomma, spariranno jersey e strettoie sui viadotti Generale Romano e Sabbione, dove sono in corso da più di due anni lavori di miglioramento antisismico e sistemazione delle carreggiate. Resteranno poi da eliminare le piazzole per la sosta d’emergenza, ormai superate.
Altri lavori, per 16 milioni in tutto, riguardano i viadotti Branzola, Castellaro, Tapello, Termoia e Valbona Molinazzo. Tranne il primo, sono tutti cantieri concentrati nel tratto appenninico con alto rischio incolonnamenti, dovrebbero concludersi entro l’anno e prevedono, oltre alla messa in sicurezza, anche l’eliminazione delle bande che fanno “saltellare” le auto in velocità quando si percorrono i viadotti. Ci vorrà ancora un anno, invece, per veder sparire il cantiere del viadotto Mollere (direzione sud dopo lo svincolo di Ceva) che deve essere demolito e ricostruito completamente con una struttura in acciaio e calcestruzzo più sicura e antisismica. Qui in caso di traffico scatta il bollino rosso. Per questo, prima delle vacanze pasquali, la società autostradale metterà in atto un sistema innovativo per gestire le barriere new jersey: una speciale macchina operatrice può riconfigurare in meno di un’ora il numero di corsie aperte e ridurre le interferenze con il traffico. Un altro capitolo va aperto per le gallerie. Oltre a quella di Montezemolo, di cui si è già detto e che terrà gli operai impegnati fino a settembre, ci sono altri cantieri: per adeguare l’illuminazione, che sarà a led, modificare la segnaletica delle vie di fuga, modernizzare i sistemi antincendio e le telecamere.

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