Milano: Atm, l’allarme dei lavoratori sui turni di servizio

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La denuncia: “Entro alle 23, esco alle 6,30. Costretto a lavorare sempre di notte”

I nuovi assunti dell’azienda dei trasporti per i primi 5 anni sono senza alternative, mai un orario normale, una prassi che grava sui più giovani. Hanno minore potere contrattuale. Uno degli operatori della società partecipata milanese, con la garanzia del completo anonimato, racconta a Repubblica: “L’entrata? Tutte le sere alle 23, senza che ci possano essere cambiamenti. L’uscita è alle 6,30 tutte le mattine, esclusi i fine settimana che per fortuna abbiamo liberi. Abbiamo provato a parlarne con i referenti, con l’ufficio del personale. E perfino con i sindacati: niente. All’inizio dovevano essere turni occasionali, poi sono diventati fissi per i primi cinque anni dall’assunzione. Adesso, addirittura, ci hanno detto che sarà così per sempre, a tempo indeterminato. Ma non possiamo andare avanti così, ne va della salute”.

Il contratto di lavoro firmato dal lavoratore con Atm prevede una prestazione di 39 ore a settimana, divisa per turni. Che possono essere organizzati, carte alla mano, “in regime di settimana sia corta che lunga e con turni di lavoro anche rotativi, turni notturni e notturno fisso, secondo le esigenze produttive della società scrivente”. Tradotto: Atm stabilisce in modo autonomo i turni di lavoro del dipendente e li organizza a seconda di quelle che sono le sue necessità

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