Lo ha tenuto sul dorso per giorni, quattro lunghi giorni. Il suo istinto materno non voleva arrendersi di fronte alla realtà: il suo cucciolo era morto. Ma questa mamma orca ha continuato a sperare. E così la foto che immortala questo infinito gesto d’amore, realizzata al largo delle coste di Victoria, British Columbia (Canada), ha fatto il giro del mondo.

Lei è stata chiamata J35, ha 20 anni,e aveva dato alla luce il primo cucciolo di questa zona, dal 2015. Quel disperato viaggio, insieme al suo piccolo senza vita, è andato avanti per quattro giorni. Oltre 200 chilometri percorsi nella speranza che il suo cucciolo desse un segno di vita: «È come se non volesse abbandonare il suo piccolo» spiega Ken Balcomb, fondatore e capo scienziato del Centro per la ricerca sulle balene dell’isola di San Juan -. Il piccolo era nato precoce e continuava ad andare a fondo, così la madre cercava di tenerlo in superficie. Una volta morto, penso solo che non volesse lasciarlo andare come a chiedersi “perché, perché, perché”».

Foto di Michael Weiss, Center for Whale Research
È stato dimostrato che le orche hanno complessi circoli sociali, usano la comunicazione vocale e manifestano emozioni come il dolore. Non è la prima volta che le orche trasportano i corpi dei loro cuccioli morti mentre nuotano: un altro esemplare è stata vista farlo nel Pacifico nord-occidentale per alcune ore nel 2010.
Crisi della natalità, mancanza di cibo e altre minacce
Il ricercatore ha iniziato a monitorare la popolazione di orche di questa zona nel 1976. All’epoca si contavano circa 70 esemplari, dopo altri 50 erano stati catturati per essere mandati ed esibiti in parchi acquatici di tutto il mondo. Vent’anni dopo, grazie a una politica di protezione implementata a livello federale, la popolazione era arrivata a 100 orche. Poi è iniziata nuovamente a diminuire fermandosi a quota 75.

Dave Ellifrit, Center for Whale Research
La nascita di un cucciolo di orca è un evento piuttosto raro: data quella popolazione, ogni anno dovrebbero nascere nove esemplari, invece l’unico avvistato era proprio quello divenuto triste protagonista di questa immagine insieme alla madre. «Una volta che smettono di riprodursi, saranno destinati all’estinzione» spiega il ricercatore.
Oltre al tasso di natalità praticamente pari a zero, tra le cause della diminuzione della popolazione c’è anche la progressiva mancanza della loro preda principale: il salmone reale, o Chinook.

Un’orca insegue un salmone reale
A questo, secondo gli ambientalisti, ci sarebbero nuove e potenziali minacce all’orizzonte. Un recente accordo per estendere il Trans Mountain Pipeline, che trasporta petrolio dall’Alberta alla British Columbia, moltiplicherebbe il traffico di petroliere attraverso l’habitat delle orche e li espone a più rumore e potenziali sversamenti. La costruzione di questo gasdotto dovrebbe iniziare in agosto.