
LA FESTA DI SAMPAOLI – In uno scenario totalmente privo di spartito, può capitare veramente di tutto. Anche che Jorge Sampaoli, l’uomo che un’intera popolazione avrebbe voluto vedere rispedito a calci a casa, esulti come un pazzo nel momento in cui Rojo raccoglie al volo, con il destro, il cross di Mercado. La corsa disperata dell’ex c.t. del Cile, che parrebbe aver recepito anche le critiche sul look (oggi una semplice tuta sociale bianca), può avere il sapore della rivincita, dopo giorni in cui non deve essere stato semplice convivere con una pressione che l’Argentina sembrava essersi scrollata di dosso con una convincente prima parte di gara. Stravolgendo la formazione vista con la Croazia, Sampaoli ha schierato Banega da intermedio nel centrocampo a 3 insieme a Perez e Mascherano, aprendo Di Maria come ala sinistra e utilizzando Messi a ridosso di Higuain, partendo dal centro destra. Proprio sull’asse Banega-Messi è nato il gol del vantaggio. Splendido il lancio dell’ex interista, sublime la preparazione al tiro della stella del Barcellona. Controllo iniziale di coscia, pallone portato avanti dolcemente con un tocco di piede sinistro, diagonale destro imparabile per Uzoho, decisivo qualche minuto più tardi in uscita bassa su Higuain. Il palo colpito da Messi poco dopo la mezz’ora, su una punizione tutt’altro che irresistibile, è stato l’ultimo sussulto di un primo tempo in cui la Nigeria è parsa troppo disordinata per essere vera.
ILLUSIONE MOSES – Ighalo per Iheanacho è stata la mossa di Rohr per provare a smuovere le carte in tavola ma ad accorrere in suo aiuto ci ha pensato Mascherano, con una sciocca trattenuta su Ndidi: calcio di rigore trasformato con freddezza da Moses, “el Jefecito” è il lontano parente del giocatore che ha incantato l’Europa per poco più di un decennio. Sampaoli, preso dal panico alla vista di un’Argentina nuovamente preda delle sue stesse paure, ha iniziato a cambiare tutto. Pavon per Perez, quindi Meza per un Di Maria crollato drammaticamente alla distanza, infine Agüero per Tagliafico, in un all-in di pura disperazione. In mezzo, due chance sprecate da Ighalo: destro al volo di poco a lato dopo un intervento scellerato testa-mano di Rojo, che ha costretto Cakir al Var, e una conclusione da due passi sul corpo di Armani. Anche Higuain aveva fallito una buonissima occasione, alzando troppo la mira dal cuore dell’area, tre minuti prima del pandemonio provocato dal destro di Rojo. L’Argentina è ancora in Russia, troverà la Francia agli ottavi. Ma prima dovrà ritrovare se stessa, aiutata dalla scossa di nervi che le ha permesso di non salire su un aereo che era già in fase di rullaggio.
NIGERIA-ARGENTINA 1-2 (0-1)
Nigeria (3-5-2): Uzoho; Balogun, Ekong, Omeruo (45′ st Iwobi); Moses, Etebo, Mikel, Ndidi, Idowu; Musa (47′ st Simy), Iheanacho (1′ st Ighalo). All.: Rohr
Argentina (4-3-3): Armani; Mercado, Otamendi, Rojo, Tagliafico (35′ st Agüero); Perez (15′ st Pavon), Mascherano, Banega; Messi, Higuain, Di Maria (26′ st Meza). All.: Sampaoli
Arbitro: Cakir (TUR)
Reti: 14′ pt Messi, 6′ st rig. Moses, 41′ st Rojo
Ammoniti: Balogun, Mikel, Banega, Messi, Mascherano
Recupero: 2′ e 4′